Infine, nella prospettiva della completa strutturazione del personaggio – accanto al progetto originario dell’autore – vengono presentate le tavole e i bozzetti con cui il pittore e illustratore Vittorio Bustaffa ridefinisce il personaggio attraverso suggestioni che spaziano dalla mitologia alle storie popolari fino ai supereroi della Marvel, staccandolo così definitivamente dal corpo in prestito dell’artista.
Due brevi testi, entrambi estemporanei – quello di Luisa Altafini che ha ispirato il progetto e quello che Alice Di Lauro ha distillato dalla sua visione – fanno da eco verbale ai molti rimandi in mostra.
Anche in Flame (chains), come in altri lavori di Contin, c’è la maschera in senso antropologico, che crea alterità e sospensione, e anche qui il registro emotivo è poderoso nella sua simbolica semplicità. Ancora una volta Contin aggira la percezione razionale per arrivare direttamente ed empaticamente al vissuto dello spettatore, che si aggiunge a quello dell’artista grazie alla forza della metafora e alla semplicità di un linguaggio potente ma elegante e rigoroso.
Per l’occasione verrà realizzato il catalogo della mostra in formato elettronico, edito da Nobook, etichetta letteraria indipendente di Milano, per la collana SoContemporary.
Andrea Contin (Padova, 1971), vive e lavora tra Milano e Venezia. Interessato alla relazione tra arte e disagio psichico, studia Psicologia all’Università di Padova, conduce laboratori in comunità per minori con disturbo del comportamento e della sfera emotiva per Noi Associazione di Padova e collabora con la Fondazione Wurmkos, spazio aperto per artisti con e senza disagio psichico a Sesto San Giovanni.
Dal 18 gennaio al 18 febbraio 2014
Andrea Contin
Flame (chains)
Placentia Arte
Via Scalabrini 116, Piacenza