Nei primi anni di produzione, tra il 1950 e il 1952, i piatti erano prodotti soprattutto in ceramica; successivamente vennero acquistate partite di porcellana da diverse aziende fornitrici, soprattutto tedesche (Rosenthal, Arzberg, Hutschenreuther), ma anche italiane (Ginori e Laveno), non sempre di prima scelta. Fornasetti sosteneva che non era importante la scrupolosa ricerca dell’immacolata perfezione del materiale; la qualità era da ricercare nell’immagine dell’oggetto. I piatti erano prodotti quasi esclusivamente a coup, cioè piani senza ala; Fornasetti decorava piatti fondi solo su ordinazione.
Nella serie Grande antico utilizzava, per esempio, una tecnica particolarissima che aveva scoperto quasi per caso. Essa consisteva nella macchiatura del materiale ceramico grezzo con dell’acido che rendeva opaca la superficie. Successivamente la ceramica veniva dipinta con oro zecchino, assorbito in maniera non omogenea a seconda della macchiatura. Il risultato era una superficie maculata che, grazie alla luce, rendeva gli oggetti cangianti.
“Il piatto forte”
13 giugno - 14 settembre 2013
Fornasetti
Corso Matteotti 1/a
20121 Milano