Lo studio giapponese Chiaki Arai Urban & Architecture Design ha appena completato Kadare, il nuovo centro culturale della città di Yurihonjo, che comprende un teatro, una biblioteca e un centro per la comunità. Il sito del progetto era precedentemente diviso in due parti da una strada. Gli architetti hanno deciso di unire queste due ali, conservando la memoria di quel percorso urbano con la creazione di una direttrice interna che percorre l'intero complesso da nord a sud, e conduce agli ingressi di tutti i dipartimenti dell'edificio. La strada, nominata Wai-Wai street, è attraversata da negozi e ristoranti e tagliando l'edificio a tutta altezza, permette alla luce naturale di diffondersi negli spazi interni.
Come spiegano gli architetti, "l'intero processo di Kadare ha contribuito alla sostenibilità culturale della città". Il nome del centro, Kadare, è stato scelto attraverso un contest pubblico durante il quale ognuno poteva esprimere un proprio suggerimento. Il nome selezionato deriva dalla combinazione della parola 'kadare' - che nel dialetto Akita significa "includere nel proprio gruppo" - e del verbo giapponese 'katari-au', "parlare con qualcun altro, o con un gruppo di persone".
Chiaki Arai: Kadare Cultural Centre
In Giappone, un nuovo centro culturale polivalente si apre al pubblico con una serie di suggestivi spazi multifunzionali, dal carattere inconsistente e organico.
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- 26 giugno 2012
- Yurihonjo
Lo sviluppo del progetto è stato inoltre accompagnato da una serie di laboratori che hanno coinvolto la gente del posto, e talvolta un pubblico di bambini e studenti. La progettazione degli spazi si basa su una percezione 'somatoestetica' che mette in relazione la scala umana con la fruibilità dei diversi ambienti. La spazialità degli interni è organica e inconsistente, e sembra sia stata ispirata dalla maniera naturale in cui "gli alberi di mangrovia crescono".
Le diverse aree del centro sono adattabili a differenti usi. Il teatro può presentare un assetto tradizionale piuttosto che un palco centrale, attraverso la rimozione delle gradinate e dei sedili a seconda dell'evento che ospita. Il teatro può anche essere unito alla sala destinata alle attività dei cittadini. La galleria e i parchi, a nord e a sud, formano un tunnel dinamico e spazioso di 135 metri di lunghezza, ribattezzato dagli architetti la "super scatola". La struttura del Planetario sembra galleggiare al di sopra della biblioteca, essendo sospesa su quattro colonne in flessione e circondata da lucernari. La biblioteca è un grande open space in grado di contenere circa duecentoventimila volumi e 188 postazioni di ricerca.