Per la prima volta, dopo un'anteprima dei lavori digitalizzati presentati alla 52. Esposizione Internazionale d'Arte nel 2007, e a 24 anni dalla storica rassegna Gli Art/tapes dell'ASAC tenutasi a Ca' Corner della Regina nel novembre 1977, sarà visibile al pubblico un ricco patrimonio che documenta la nascente videoarte in Europa all'inizio degli anni Settanta. Si tratta di un fenomeno transnazionale che si intreccia ai contemporanei movimenti d'avanguardia come Body Art, Land Art, Performance Art, Lettrismo e Minimalismo, e che anche in Italia ha avuto notevoli risvolti fino ad ora non sufficientemente valorizzati. La Biennale di Venezia ha avviato un ampio programma di ricostruzione filologica e di restauro di 165 video con la conservazione delle matrici nel formato originale U-matic e Open e la riproduzione dei contenuti in formato digitale (DVD). Il recupero è stato condotto dalla Biennale avvalendosi della collaborazione di un gruppo di ricercatori dell'Università di Udine. Una buona parte di questi lavori provengono da art/tapes/22, celebre studio di produzione video fiorentino diretto da Maria Gloria Bicocchi tra il 1973 e il 1976.
Nel Portego al piano terra di Ca' Giustinian saranno allestiti i monitor per la visione dei video scelti tra i nuclei tematici individuati da Bice Curiger, oltre a fotografie ed altri documenti d'archivio. Nelle due salette laterali verrà organizzata rispettivamente la consultazione di una videolibrary ed una programmazione giornaliera per la visione più confortevole dei video selezionati. All'interno della mostra, inoltre, sarà dato spazio ad una rassegna di fotografie di Gianni Melotti realizzate per art/tapes/22. Ca' Giustinian si afferma così sempre più come la sede delle attività permanenti della Biennale e punto di riferimento per gli studenti, i giovani e il vasto pubblico di appassionati e addetti ai lavori di Venezia e del territorio circostante.
Schum realizza nel 1969 la prima mostra televisiva dal titolo Land Art sulle produzioni di artisti come Boezem, Dibbets, Flanagan, Long, De Maria, Oppenheim e Smithson. Nel 1970 è la volta di Identifications che documenta le azioni e le performance di 20 artisti internazionali quali Anselmo, Beuys, Boetti, Brown, Buren, Calzolari, De Dominicis, Van Elk, Erhard Walther, Fulton, Gilbert&George, Kuehn, Merz, Rinke, Rueckriem, Ruthenbeck, Serra, Sonnier, Weiner, Zorio.
Fluxus e Happening Art (Joseph Beuys, Giuseppe Chiari, Allan Kaprow, Nam June Paik)
Gli esponenti del movimento Fluxus sono attratti dall'idea di un'arte totale in cui si combinano musica, danza, poesia, teatro e performance.
Esperimenti elettronici (Ed Mellnik, Pamela Shaw, Nina Sobel, Bill Viola, Woody Valsuka)
Gli artisti di questa sezione manipolano il segnale elettronico facendo ricorso a vari procedimenti tecnici d'avanguardia
La performance art si sviluppa grazie al lavoro di artisti concettuali che utilizzano il proprio corpo come mezzo espressivo
Linguistica e tautologie (Vincenzo Agnetti, John Baldessarri, Dan Graham, Maurizio Nannucci)
Questi artisti usano il video come un mezzo di riflessione sul linguaggio visivo e verbale
Autoriflessioni (Vito Acconci, Douglas Davies, Ketty La Rocca, Arnulf Rainer)
Gli artisti di questa sezione rivolgono la videocamera su se stessi e indagano l'identità e il rapporto uomo e società.
Estensione della ricerca artistica attraverso il video (Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Les Levine, Urs Luthi, Lucio Pozzi)
Grazie alla diffusione di nuove tecnologie video questi artisti dispongono di un nuovo strumento in grado di allargare il campo della sperimentazione