Le nuove case di Renzo Piano brillano a Saint Giles nel cuore di Londra a due passi da Covent Garden e dai giardini del Soho, al posto dell’ex edificio del Ministero della Difesa.
Come quello, prendono tutto l’isolato, ma diversamente da quello, spezzano l’isolato in sei blocchi (colorati) e lo rendono accessibile da cinque punti diversi, tutti confluenti in uno spazio-piazza centrale, permeabile e attraversabile in ogni direzione.
Il cantiere chiuderà nel 2010.
Renzo dichiara che la scelta dei colori primari, quale elemento caratterizzante il nuovo complesso di appartementi e uffici a Saint Giles è stata ispirata dall’improvvisa sorpresa che viene dai colori brillanti in questa parte della città, tanto più forte –la sorpresa- quanto più grigio e abbandonato è stato questo angolo urbano del centro di Londra.
Nella peggiore giornata grigio-fog, il giallo e il verde e l’arancio degli edifici esposti a sud, sparano lontano l’energia del colore, mentre intorno gli edifici –grigi- adeguano i toni di grigio l’un l’altro, in una massa indistinguibile. Il colore delle case di Renzo attrae l’attenzione e ti spinge a riguardare il cielo, a cercare uno spiraglio di sole che invece non c’è, e a riporre di nuovo lo sguardo su quel colore, come in una attrazione ipnotica infantile. Tutta opera riflettente delle migliaia di pezzi di cotto colorato prodotti apposta -a Parigi- per rivestire i palazzi nuovi di Saint Giles.
Le case di Aldo Rossi, appartamenti e uffici realizzati a Berlino nel 1997, occupano un isolato dello Schützenquartier. Nasce al posto di un Hof residenziale per giornalisti e addetti al mondo della carta stampata, in un distretto chiamato proprio “Newspaper Area”, abbattuto durante la guerra.
L’isolato si presenta unitario ma diviso in blocchi e courtyards interne. All’esterno appare come un insieme di più edifici differenti.
Aldo dichiarerà che la composizione affianca due atteggiamenti progettuali: ricostruire e restaurare l’edilizia del passato e costruire edifici completamente nuovi, aggiunti, attaccati ai primi.
12 edifici variopinti si accostano, aderiscono, in una sorta di collage edilizio reso non già esclusivamente dal colore, bensì da una ricerca profonda di elementi e frammenti architettonici mutuati dalla storia come dall’edilizia urbana berlinese.
Le case di Renzo a Londra, distanti 12 anni dalle case di Aldo a Berlino, come quelle affidano al colore la forza del cambiamento, l’impatto della sorpresa. Come quelle costruiscono nuovi prospetti su strada in cui poter riconoscere l’identità della città che li ospita. Non è chi non veda nella maglia delle finestre di Saint Giles il ritmo vuoto/pieno delle facciate di Regent Street di John Nash del 1830, allo stesso modo in cui i prospetti su Schützenstrasse, Markgrafenstrasse, Zimmerstrasse, e Charlottenstrasse ricostruiscono la vecchia Berlino insieme al ricordo dei palazzi rinascimentali italiani e all’uso ironico di elementi classici decontestualizzati.
Il gioco delle costruzioni a Londra come a Berlino, parte dal colore.