Questo articolo è stato pubblicato precedentemente su Domus 1092.
La casa milanese esiste? La domanda resta aperta, nonostante le numerose pubblicazioni, anche solide, sul lavoro di architetti e designer che nel corso del Novecento hanno offerto soluzioni ormai entrate nell’immaginario. La domanda, però, è affascinante per un altro motivo, perché va oltre lo statuto ontologico delle discipline creative dell’architettura e del design investendo il vero tema in gioco: l’essenza della ‘borghesia’, grande assente della società in cui ci è dato di vivere.
Casa Brivio, un progetto nato da un’idea di Filippo e Alberico Brivio Sforza e sviluppato dallo studio di architettura milanese Matteo Thun & Partners, che si è affidato a Cassina Custom Interiors per gli interni, offre una risposta al tempo stesso originale e magistrale, sia per concept sia per execution.
Situata all’interno di due edifici degli anni Sessanta e Settanta, tra la Torre Velasca e le Colonne di San Lorenzo, nel cuore di Milano, ispirata allo stile e al design di Luigi Caccia Dominioni, Casa Brivio propone a un pubblico sofisticato una reception e 16 tra camere e appartamenti, tutti disegnati secondo uno stile classico ed elegante che riproduce la messa a punto del mix di design, architettura e moda in un linguaggio prettamente borghese.
All’esterno, il rosa terracotta, il pavimento in terrazzo color crema e le piante tropicali sono un riferimento al gusto tipico del Modernismo dove i classici di Cassina – come la Lady di Marco Zanuso e il Cicognino di Franco Albini – confermano un’estetica che va oltre le categorie del tempo.
La reception, che richiama gli ingressi milanesi del primo Novecento, ma spegnendone l’austerità, presenta un soffitto decorato da una trama a rombi e boiserie a muro, tributo al fondatore di Domus Gio Ponti. Salendo agli appartamenti, grazie a incredibili scale elicoidali, rifinite in calce idraulica che dialoga con la finitura della facciata, spiccano le lampade di vetro di Murano di Caccia Dominioni per Azucena.
Entrando nelle camere e negli appartamenti, tutti diversi, si ha la sensazione di sentirsi a casa, anche perché l’interior design è in linea con il genius loci e s’ispira all’atmosfera del Modernismo milanese di metà Novecento.
Il prodotto chiave resta l’armadio, che diventa un forte elemento architettonico che ospita la funzionalità, ma al tempo stesso separa la zona notte e rende discreta la presenza della kitchenette. Molto felice anche il bagno, che fa risaltare materiali eleganti come l’ottone, secondo la lezione di Piero Portaluppi.
Certo, bisognerebbe parlare anche dei dettagli preziosi come le maniglie Melanzana di Caccia Dominioni e il vetro cannettato, che enfatizzano il concept di Casa Brivio facendolo ruotare intorno al golden standard della casa milanese, di cui offre una proposta attuale capace di redimere lo smarrimento estetico, dunque valoriale, di un’overclass globale sempre più interessata a Milano.