A pochi passi da piazza Navona, in una delle aree più dense e articolate del tessuto storico di Roma, Palazzo delle Pietre è un nuovo indirizzo dell’ospitalità: 12 lussuosi appartamenti da affittare all’interno di un edificio del Quattrocento, convertito in modo attento e rispettoso anche se non filologico. Le pietre che danno il nome al palazzo sono quelle della collezione privata del suo proprietario Carlo Mazzi: frammenti di sculture antiche, fregi intarsiati, capitelli e portali in travertino. Frutto di una passione ereditata dal bisnonno e coltivata da tempo, rendono ancora più speciale il soggiorno nell’antica dimora che il presidente di Prada, con la moglie Patrizia e i figli Barbara e Luca, ha trasformato in abitazioni esclusive oltre che in residenza di famiglia.
Pietre antiche e design si mescolano in una dimora nel centro di Roma
Negli interni del quattrocentesco Palazzo delle Pietre, mp2a architetti associati accosta frammenti di antiche sculture, fregi intarsiati e capitelli a pezzi di design contemporaneo.
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- Elena Sommariva
- 04 febbraio 2020
- Roma
- mp2a architetti associati
- 2.500 mq
- appartamenti
- 2019
Vera e propria residenza di charme, pensata come casa per vacanze e soggiorni più o meno brevi, il Palazzo delle pietre mette a disposizione dei propri ospiti 24 posti letto e offre un’ospitalità esclusiva lontano da casa, ma con tutti i comfort e la privacy di casa propria (tra i servizi offerti, figurano anche la spesa a domicilio e un concierge in servizio 24 ore su 24). Sette i livelli su una superficie di 2.500 mq con appartamenti tutti diversi, dai 40 ai 130 metri quadrati, una spa e una palestra.
A firmare il progetto di ristrutturazione Romina Fava e Maurizio Pappalardo, dello studio mp2a architetti associati. Durato più di cinque anni, “l’intervento di recupero si è dimostrato estremamente complesso e articolato”, spiegano, “per il grave dissesto strutturale e la fatiscenza dei paramenti murari dell’edificio, sottoposto a vincolo totale”. Il restauro dello spazio pur con gli interventi di demolizione, soprattutto relativi ad aggiunte successive e superfetazioni – ha mantenuto dimensioni e peculiarità degli ambienti principali, riuscendo però anche a inserire un sofisticato sistema impiantistico. I solai intermedi ricavati da alcuni volumi hanno poi offerto l’occasione per esporre la collezione di “pietre”, che si affianca agli arredi realizzati su misura da artigiani toscani e di Roma, alle luci di Artemide, agli arredi di De Padova e Alivar, e ai complementi di Kartell.
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco
Progetto: mp2a architetti associati
Anno: 2019
Photo: Paolo Fusco