Una ritrovata armonia tra uomo e macchina. Raggiunta in un punto d’incontro inedito fra la più antica manualità e le più avanzate forme di progettazione algoritmica. È l’idea alla base del prototipo che ha vinto l’edizione 2019 del Lexus Design Award. Algorithmic Lace (letteralmente “Pizzo algoritmico”), della statunitense Lisa Marks, premiata ieri sera al Superstudio di Milano dal presidente di Lexus International Yoshihiro Sawa, è un reggiseno progettato in modo da adattarsi perfettamente alla conformazione del corpo di donne che abbiano subito una mastectomia.
La matematica ai livelli più alti si combina con una manifattura artigianale basata sul metodo di lavorazione tradizionale del tombolo in un connubio che si propone di “migliorare la vita”, come indicava il tema della competizione di quest’anno: “Design for a better tomorrow”. La vincitrice dell’edizione 2019 del premio insegna al Georgia Institute of Technology e si è specializzata proprio nella ricerca di soluzioni in cui tecnologia e tradizione si combinano, con un’attenzione particolare al lavoro a maglia. Così nel prototipo Algorithmic Lace la progettazione si avvale di una scansione tridimensionale del corpo della donna, in modo da garantire un adattamento perfetto dell’indumento.
Così nel prototipo Algorithmic Lace la progettazione si avvale di una scansione tridimensionale del corpo della donna, in modo da garantire un adattamento perfetto dell’indumento. La realizzazione concreta poi avviene con la tecnica del tombolo che realizza nello spazio la tridimensionalità progettata al computer. Il risultato è un’assoluta leggerezza e aderenza, con l’effetto di attenuare l’asimmetria fra le due parti e fornire un’illusione di tridimensionalità anche dov’è stato effettuato l’intervento. In altri lavori dei cinque finalisti del premio, che ha visto la partecipazione di 1.548 designer provenienti da 65 Paesi – il numero più alto da quando la competizione è stata inaugurato, nel 2013 – si ritrova un tentativo di combinazione fra tecnologia e natura, come nel nuovo materiale, tratto dalla sabbia del deserto, Arenophile, proposto dalla designer turca Rezzan Hasoglu, o come nella casa “anfibia”, Baluto, del filippino Jeffrey E. Dela Cruz, o ancora la tenda Solgami, dell’australiano Ben Berwick, che è in grado di riflettere la luce solare non catturata dai pannelli, sfruttando la tecnica giapponese dell’origami.
Al tema dell’energia erano dedicati anche i lavori del russo Dmitriy Balashov, Green Blast Jet Energy, e Hydrus del cinese Shuzhan Yuan. Nel primo caso si tratta di un sistema per il recupero dell’energia sprigionata nel momento del decollo di un aereo, mentre il secondo propone una tecnica di emergenza per far fronte alla fuoriuscita di petrolio in mare. La ripresa del controllo dell’uomo sullo strapotere della tecnologia sembra quindi fare da sfondo a questa edizione del premio che vedeva in giuria, oltre a Sawa, Paola Antonelli, John Maeda e David Adjaye. A darne una palpabile rappresentazione è anche la spettacolare installazione degli artisti giapponesi di Rhyzomatics, “Leading with lights”, presentata nella stessa occasione. Si tratta di un percorso all’interno di uno spazio nero con fasci di luce che creano un potente effetto immersivo e dove al movimento di grosse macchine robotiche si aggiunge il passo delicato di una danzatrice. Che determina il ritmo. E alla fine un’armonia. Umana, innanzitutto.
- Allestimento:
- Lexus Design Award
- Dove:
- SuperstudioPiù, via Tortona 27 Milano
- Quando:
- 9-13 Aprile 2019
- Evento:
- Fuorisalone 2019