Nell’alfabeto degli oggetti che ci circondano il gioiello è uno dei più difficili da progettare, per il suo simbolismo sociale, per il suo essere un atto d’amore, per il suo rapporto simbiotico con il corpo. Per questo rappresenta un tema di grande fascino e complessità per architetti e designer. Eppure, escluse pochissime eccezioni – Harry Bertoia aveva studiato oreficeria e gli esordi milanesi di Ettore Sottsass furono segnati da progetti di gioielli – il gioiello ha suscitato un tiepido interesse tra i maestri del progetto, fino a quando, a partire dagli anni Sessanta, le avanguardie inglesi e olandesi non hanno messo in crisi il concetto di valore come espressione della preziosità dei materiali, introducendo materiali poverissimi come la carta e il metacrilato in gioielli ad alto valore creativo.
A partire dalle sperimentazioni audaci di Gijs Bakker, il padre del gioiello di design e fondatore dei Droog Design, i progettisti hanno trovato nel gioiello una sfida per definire una nuova idea di valore, per contaminare tecnologie, materie e funzioni, per giocare con il corpo, modificandolo. Grazie a editori come Ciro Cacchione della San Lorenzo e a Cleto Munari progetto e manifattura hanno trovato un punto di incontro anche nel gioiello, innovandolo.
Le 20 icone che vi presentiamo sono gioielli progettati da architetti e designer, i capolavori da scoprire e da indossare che hanno cambiato la percezione del gioiello nel segno della creatività e dell’innovazione. Il +1 è un tributo a Marco Romanelli, l’architetto e designer scomparso nel 2021, che proprio al gioiello aveva dedicato alcuni dei suoi progetti migliori.
Alba Cappellieri - Politecnico di Milano