L’antenato del piatto, la ciotola, non è solo uno dei primi manufatti umani, ma anche tra quelli che sono stati utilizzati con maggiore continuità per migliaia di anni. Eppure, le sue caratteristiche durante l’evoluzione della nostra cultura materiale sono tutt’altro che statiche. Passando dai cavernicoli alle società di corte, il piatto non si definisce più nella sua singolarità, quanto in un’ottica sistemica. Trasformato in un servizio, verrà accompagnato da precise regole di etichetta e apparecchiatura, e a seconda della sua qualità e decorazione racconterà dell’appartenenza a specifiche classi sociali e a paesi di origine.
Con la diffusione del cosiddetto “servizio alla russa”, avvenuta ai tempi di Napoleone, le classi più abbienti abbandonano la formula del banchetto a favore di una tavola apparecchiata così come la conosciamo oggi. Sempre a quell’epoca, sono già attive da un centinaio di anni in Inghilterra, Francia, Germania, Danimarca e Italia le grandi manifatture di porcellana – quest’ultima, l’oro bianco, nato in Cina intorno all’anno mille – operative per la maggior parte sotto l’egida delle rispettive case regnanti. Custodi di un inestimabile savoir faire, faranno di specifici colori e motivi la manifestazione del proprio luogo di origine. Accanto, molte manifatture regionali che successivamente si affermeranno in particolar modo in campo ceramico, trasformeranno materiali, tecniche e decori in un capitale artigianale capace di identificare un territorio e costituirne uno dei tratti più rilevanti della propria identità.
Fertile terreno di scambio con tutte le arti decorative, i piatti restano una superficie privilegiata dove sperimentare forme, pitture e applicazioni, e con essi rendere tangibile un patrimonio affettivo per quanti hanno fatto dell’uso di uno specifico servizio di piatti una consuetudine quotidiana estesasi per decine di anni. I designer, dal canto loro, continuano a trovare nei servizi per la tavola un formidabile stimolo per la propria fantasia. Nuovi stimoli, ancora, li offrono materiali e tecniche produttive rinnovate, che vedono spesso nella piccola serie un formato possibile di mediazione tra mercato e la sperimentazione condotta da piccoli studi.
Ci si interroga spesso se il mondo del design abbia bisogno di una nuova sedia: pensandoci bene, lo stesso si potrebbe dire di un nuovo piatto. Scommettendo sulla possibilità di poter innovare anche gli oggetti più banali, questa predisposizione dei designer a riaffacciarsi al mondo del complemento per la tavola con progetti sempre nuovi ci fa ben sperare. Suggerendoci che, a dispetto della longevità del formato-piatto nella storia dell'uomo, nuove idee possano continuare a stupirci, rinnovando il vincolo con questo utensile imprescindibile.
Opening image courtesy Ginori 1735.