Quasi senza rendercene conto, tre dei sei libri che abbiamo scelto e che pensiamo valga la pena leggere quest’autunno parlano, ciascuno a suo modo, di cambiamento climatico, ecologia e sostenibilità. Una scelta inconsapevole, forse, perché sempre più spesso questi argomenti sono presentati con tecniche o punti di vista inaspettati, oppure si inseriscono tra le pieghe di altri temi, anche molto diversi tra loro.
Prendiamo, per esempio, il bellissimo The Planet after geoengineering di Design Earth. Mostra cosa succede quando a occuparsi di un tema complesso come la geoingegneria sono due artisti. Attraverso cinque raffinate graphic novel, Rania Ghosn ed El Hadi Jazairy presentano altrettante geostorie e possibili futuri. Ha un approccio eccentrico all’argomento – nel senso letterale di “lontano dal centro” – anche lo storico britannico Barnabas Calder che, con il suo monumentale saggio (576 pagine) Architecture from Prehistory to Climate Emergency, ripercorre 15.000 anni di storia dell’architettura, considerata più che altro come bulimica consumatrice di energia. Da designer, Simone Farresin e Andrea Trimarchi si chiedono: “Come possiamo compiere scelte più informate, quando decidiamo di selezionare un materiale a base di legno piuttosto che un altro?”. Cambio, è la loro risposta: una ricerca e un progetto, che non smette di arricchirsi accogliendo nuovi contributi.
Abbiamo scelto poi tre biografie che mostrano quanto sfaccettato e sorprendente sia questo genere. La più classica è quella dello scrittore Jonathan Lee che ricostruisce la vita, semisconosciuta, del padre della “Greater New York” Andrew Haswell Green, mescolando fantasia e ricerca storica. A Green si devono – per dire – Central Park e la Public Library di New York. C’è poi la carriera di uno dei più importanti car designer del mondo (architetto di formazione), Fabio Filippini, raccontata a quattro mani con Gabriele Ferraresi e illustrata da lui stesso. Infine, la raccolta delle Case milanesissime di Alvar Aaltissimo che, con disegni raffinati e con la satira pop che l’ha reso famoso sui social, racconta molto di sé e della sua generazione.