Nel 1967 l’autore americano Richard Brautigan pubblica in un’omonima raccolta, la poesia All Watched Over by Machines of Loving Grace. Seguendo l’ondata di entusiastica fiducia verso lo sviluppo tecnologico di quegli anni, Brautigan descrive un’utopia tecnologica dove le macchine migliorano e proteggono l’uomo in una nuova relazione con il paesaggio naturale. Non esiste più distinzione tra natura e tecnologia: entrambi gli elementi sono in una mutuale armonia che permette all’uomo di essere finalmente libero.
In occasione di Milano Arch Week 2019, in una stanza dell’edificio comunale dell’ex-Teatro Ringhiera a Gratosoglio, i curatori Francesca Luci, Margherita Marri, Andrea Mologni (CAPTCHA) e Luigi Savio (Abnormal) presentano “Machine(s) of Loving Grace”: un’enorme dispositivo che espone attraverso il moto regolare e ipnotico dei suoi rulli l’opera di Brautigan tradotta in linguaggio Java e stampata su un telo bianco che scorre lentamente. Trasformato in codice macchina, il testo assume una veste incomprensibile e frammentaria, drammatizzando analogicamente la condizione di assoluta impenetrabilità dell’infrastruttura tecnologica a supporto dell’odierno sistema di conoscenza.
Questo scenario visionario del passato diventa un punto di vista stimolante da cui guardare il mondo contemporaneo completamente antropizzato. Data center, fulfilment center e greenhouse automatizzate, scatole anonime abitate da sole macchine e generate da geografie computazionali ridisegnano oggi enormi porzioni di territorio, acquisendo le caratteristiche e la definizione di landscapes.
In questi nuovi paesaggi l’automazione diventa ontologicamente paragonabile alla natura – prodotta dall’uomo e autonoma – in una visione che richiama alla ecologia cibernetica di Brautigan.
Una raccolta preziosa di materiale di vari contributor – architetti e artisti che lavorano sul tema – viene esposta a corredo della grande macchina.
Parte di questo materiale è presentato in formato cartaceo ed è possibile consultarlo e portarlo a casa – i curatori hanno fatto delle domande specifiche ai contributors riportando per iscritto le loro risposte – un’altra parte, montata in formato video, viene proiettata sulla macchina usata come display.
Alle domande dei curatori su qual’è il rapporto tra natura e geografie computazionali nell’era dell’Antropocene, uno dei contributor – il fotografo tedesco Christoph Morlinghaus – risponde: “Il problema della nostra era è, naturalmente, l’alterazione del clima, delle geografie dei territori e della biodiversità. Probabilmente non vedremo mai armonia tra i mammiferi e i computer o tra gli alberi di pino e l’elettronica al di fuori della virtual reality. A meno che non si rivoulzioni il nostro sistema economico e con i soldi si possano comprare le risorse naturali.”
La mostra diventa un'occasione e opportunità per approfondire questi temi e un grande contenitore di ricerca da cui poter attingere.
- Mostra:
- “Machine(s) of Loving Grace”
- Curatori:
- Francesca Luci, Margherita Marri, Andrea Mologni (CAPTCHA), Luigi Savio (Abnormal)
- Con:
- Nina Bassoli, Azzurra Muzzonigro e Associazione Atir
- Supporto tecnico:
- Niil Petruccioli
- Contributor:
- (ab)normal; Neerja Bathia e Victor munoz corso the territorial city presso uta, cappa; Michele Borzoni; Captcha; Paul Cournet e Negar Sanaan Bensi corso datapolis presso tu Delft; Camilla Franchini; Kateřina Frejlachová, Miroslav Pazdera, Tadeáš Ríha, Martin Spičák; Jesse lecavalier; Clare lyster; Tommaso Maserati; Christoph Morlinghaus; Noumena; Matthew Stewart; Liam Young; Laida Aguirre
- Luogo:
- Teatro Ringhiera, Via Boifava 17, Milano.
- Date di apertura:
- lunedi/mercoledi h 17/20, sabato/domenica h 12/20. Aperto fino al 2 giugno