La moda non è semplicemente abbigliamento, ma un fenomeno sociale, culturale e politico che in ogni epoca riflette valori e ideologie della società, promuovendone cambiamenti significativi.
È proprio per allontanarsi dalle antiquate strutture di potere precedenti al primo conflitto mondiale che negli anni ‘20 gli abiti da uomo subiscono una semplificazione, o che nel ‘46 il bikini – così come la minigonna negli anni ‘60 – diventano simbolo di un atteggiamento più libero nei confronti del corpo femminile, o ancora, che negli anni ‘90 l’abbigliamento grunge diventa la voce della ribellione giovanile al materialismo nel decennio precedente.
Si dovrà attendere proprio la fine degli anni ‘80 affinché la moda inizi a essere oggetto di studi sociologici, antropologici, semiotici e psicologici, separandosi dalla frivolezza e inconsistenza che per secoli – in maniera erronea – l’aveva definita. Ad aiutarne il riconoscimento popolare, non è solo il crescente numero di testi pubblicati, ma anche le istituzioni museali che da quel momento in poi hanno iniziato a dedicarle grandi retrospettive e a diffondersi in tutto il mondo. “Diversi musei d’arte, di design e di storia hanno iniziato a collezionare moda, in parte come fonte di ispirazione per futuri designer e studenti, e in parte come modo per educare il pubblico su come la storia della moda sia parte della storia culturale. Allo stesso modo dei dipinti, è divenuto chiaro che la moda poteva rappresentare e trasportare il passato nel presente, divenendo fonte di ispirazione per le future generazioni”, spiega Valerie Steele, ricercatrice e direttrice del FIT Museum di New York.
Questa guida vi porterà alla scoperta dei musei che danno spazio alla moda, custodendo e diffondendo le sue narrazioni, in un dialogo intimo e fedele con l’architettura. Luoghi storici e ricchi di aneddoti, tappe fondamentali di viaggi dentro e fuori Europa, per ricordare – parafrasando il consulente strategico e scrittore di moda Andrea Batilla – che “nella moda c’è sì bisogno di cambiamento, ma il cambiamento parte sempre dalla conoscenza”.
1. Victoria and Albert Museum, Londra, UK
Intitolato inizialmente ‘Museum of Manufactures’ fu la regina Vittoria, nel 1899 a poggiare la pietra per i lavori di ampliamento progettati da Aston Webb, i quali includono la facciata in marmo bianco e l’aggiunta di lunghe gallerie che si estendono lungo Cromwell Road. Queste sono intervallate da un ottagono di tre piani, sormontato da una piccola cupola, che rompe la monotonia della facciata. Adottando il nome della sovrana e quello del consorte, il Principe Alberto, l’edificio sarà inaugurato nel 1909, divenendo uno dei musei dedicati alle arti applicate e decorative più grandi d’Europa.
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Victoria and Albert Museum, Londra, UK
© CHANEL Photo Nicholas Alan Cope, Courtesy of Palais Galliera, Paris
Sebbene non sia un museo dedicato esclusivamente alla moda, il V&A rappresenta una tappa imperdibile per appassionati ed esperti di moda, poiché accoglie la più completa collezione permanente di moda al mondo: coprendo un arco temporale cinque secoli include abiti rari del XVII secolo, abiti ‘mantua’ del XVIII secolo, abiti da sera degli anni ‘30, abiti da giorno degli anni ‘60 e alta moda del dopoguerra, insieme a importanti capi di abbigliamento del XIX secolo per l'élite in India, Cina e Giappone. Inoltre, nel programma delle mostre temporanee del V&A le grandi retrospettive della moda conservano sempre un ruolo centrale: “Alexander McQueen: Savage Beauty” del 2015 resta ad oggi la più visitata nella sua storia.
2. Musée Galliera, Parigi, Francia
Nel sogno della Duchessa di Galliera, filantropa italiana, c’era un museo in cui esporre la sua vasta collezione d’arte, assieme alle proprie opere. Del progetto viene incaricato l’architetto Léon Ginain, che nel 1894 — dopo circa sedici anni di lavori — lo completa e inaugura al pubblico. Circondato da un giardino e liberamente ispirato al Palladianesimo, l’edificio del Palais Galliera è un esempio del noto stile ‘Beaux-Arts’, molto popolare nel XIX secolo e spesso utilizzato per edifici pubblici.
Viene trasformato in un museo della moda solo nel 1977, accogliendo permanentemente al suo interno circa 200,000 oggetti tra abiti, accessori, bozzetti e fotografie, a partire dal XVIII secolo (tra cui gli abiti di Maria Antonietta) e promuovendo mostre temporanee incentrate sui periodi e personaggi più significativi della storia della moda moderna e attuale.
3. Christian Dior Museum and Garden, Granville, Francia
Da casa, a museo. È una trasformazione che si vede spesso accadere nel mondo dell’arte, molto meno in quello della moda. E in effetti la Villa Les Rhumbs di Dior, costruita sul bordo di una scogliera nel nord della Francia, è ad oggi l’unico “Musée de France” dedicato a un couturier. Prima di essere acquisita dai genitori di Christian Dior, era appartenuta al proprietario di navi Beust alla fine del XIX secolo: egli la nominò così per l’antico riferimento alla rosa dei venti, divisa in 32 punti cardinali, simbolo che appare come ornamento a mosaico anche sul pavimento all’ingresso dell’abitazione.
Christian Dior Museum and Garden, Granville, Francia
Foto © Benoit Croisy, coll. ville de Granville
Christian Dior Museum and Garden, Granville, Francia
Foto © Benoit Croisy, coll. ville de Granville
Christian Dior Museum and Garden, Granville, Francia
Foto © Benoit Croisy, coll. ville de Granville
Christian Dior Museum and Garden, Granville, Francia
Foto © Benoit Croisy, coll. ville de Granville
L’idea di un Museo appartiene a Jean-Luc Dufresne, curatore e cugino di Christian Dior, che dal 1997 ha reso possibile lo studio di capi appartenenti ai familiari e ai collaboratori dello stilista, che hanno contribuito a plasmare un’era. Dal 2010, all'interno di questa deliziosa casa rosa pallido, oltre a una mostra annuale, viene organizzata "Une maison, des collections", che include le collezioni permanenti e le acquisizioni più recenti.
4. ModeMuseum (MoMu), Antwerp, Belgio
Fondato nel 2002, il Museo della Moda di Anversa è parte dell’edificio ModeNatie del XIX secolo, uno degli edifici che ha maggiormente costituito l’identità architettonica della città. Nel 2020, l’esigenza di un approfondito intervento di ristrutturazione e riprogettazione, che viene affidato allo studio B-architecten, che sceglie di guardare con rispetto al progetto originale di Marie-José Van Hee e di intervenire in sinergia con la sua visione.
Seguendo il desiderio del Museo di rimanere aperto tutto l’anno con due mostre temporanee, il piano terra è stato riorganizzato con un nuovo e luminoso ingresso e nuove aree espositive. Inoltre, l’istituzione accoglie permanentemente oltre 30.000 opere, offrendo una panoramica esauriente sui designer storici e contemporanei belga e sull’abbigliamento femminile in Europa occidentale, dal XVIII secolo ad oggi.
5. MET, New York, USA
L’origine del MET, che oggi ospita oltre 2 milioni di opere d’arte, risale al 1866, quando in Francia, un ricco gruppo di americani tra cui l’avvocato John Jay, intuisce le potenzialità di un’istituzione che portasse linguaggio dell’arte agli americani. Uomini d’affari, collezionisti e filantropi prendono parte al progetto e il 13 aprile 1870, il museo apre al pubblico, giungendo all’attuale indirizzo in Fifth Avenue circa dieci anni più tardi. L’Evening Post riportò che grazie al progetto di Richard Morris Hunt finalmente New York poteva vantare un edificio neoclassico, definendolo “uno dei più belli al mondo, e l’unico che in dignità e grandiosità si avvicinava ai musei del vecchio mondo”. Numerose aggiunte vengono poi realizzate tra 1971 e il 1991 dagli architetti Kevin Roche John Dinkeloo e Associati, tra cui l’Ala Robert Lehman, l’Ala Sackler e l’Ala Lila Acheson Wallace.
Come il V&A, il MET è divenuto un punto di riferimento per il settore della moda, pur non essendo specificatamente un museo di settore. Le sue grandi esposizioni che esplorano le intersezioni del fashion con la società, la cultura e la storia, restano un importante filtro con cui osservare il contemporaneo. A dimostrazione di questo, nel 2014, Michelle Obama inaugura permanentemente l’ala “Anna Wintour Costume Center” la quale ospita la collezione del Costume Institute e prende nome da Anna Wintour, attuale presidente del MET Gala.
6. The Museum at The Fashion Institute of Technology, New York, USA
Inaugurato nel 1969, ad oggi conta circa 100.000 visite all’anno, risultato di mostre che educano, ispirano e promuovono il riconoscimento dell'importanza culturale dell'abbigliamento e della moda. Tra queste “London Fashion”, che ha ricevuto il primo Richard Martin Award for Excellence in the Exhibition of Costume dalla Costume Society of America e “The Corset: Fashioning the Body”, che ha esplorato il capo più controverso nella storia della moda.
Il FIT si colloca nell’attuale sede a Manhattan nel 1974, in un edificio che riflette l’essenza dell'istituto come centro di apprendimento e innovazione nel campo della moda. Oltre alla collezione permanente che comprende circa 50.000 abiti e accessori dal XVIII secolo ad oggi – tra cui quelli di Balenciaga, Chanel e Dior – nel museo ci sono altre due gallerie: la galleria al livello inferiore è dedicata a mostre speciali, come “Parigi, Capitale della Moda” e “Ballerina: Fashion's Modern Muse”. La Gallery FIT, situata anch’essa al piano principale, è dedicata a mostre di studenti e docenti, come la mostra degli studenti laureati in Art and Design ogni maggio, che riempie anche la galleria al livello inferiore e gli atrii in tutto il campus.
7. Musée Yves Saint Laurent Paris, Parigi, Francia
Torniamo per l’ultima volta in Francia per segnalarvi una delle mete giustamente più osannate, in fatto di moda. Stiamo parlando del Musée Yves Saint Laurent Paris inaugurato nel 2017 all’interno degli spazi della Fondation Pierre Bergé al numero 5 di Avenue Marceau. Qui, Yves Saint Laurent visse trent’anni e disegnò le sue collezioni di alta moda più emblematiche – quelle dal 1974 al 2002.
Musée Yves Saint Laurent Paris, Parigi, Francia
Planche de collection “Ensembles habillés”. Collection haute couture automne-hiver 1965. © Yves Saint Laurent
Musée Yves Saint Laurent Paris, Parigi, Francia
Planche de collection “Ensembles habillés”. Collection haute couture automne-hiver 1965. © Yves Saint Laurent
All’interno di questi 450m², oggi si celebra la creatività e l’innovazione del couturier con una collezione permanente di disegni, schizzi, foto e video ma oltre alle sue ambizioni monografiche, il museo affronta la storia del XX secolo e le tradizioni dell'alta moda con mostre tematiche e grandi retrospettive. A curare gli spazi espositivi, la scenografa Nathalie Crinière e il decoratore Jacques Grange, entrambi collaboratori di lunga data della Fondation che hanno ricreato all’interno di questi l’atmosfera della casa di moda.
8. Museo Cristóbal Balenciaga, Getaria, Spagna
Inaugurato nel 2011 per omaggiare il designer spagnolo Cristóbal Balenciaga Eizaguirre nella sua città natale, il Museo è ospitato in un'ala di nuova costruzione annessa al meraviglioso Palacio Aldamar. Situato su una collina che domina Getaria, in origine questa era la residenza del Marchese e della Marchesa di Casa Torres, nonni della Regina Fabiola del Belgio e mentori di Balenciaga nella prima fase della sua carriera.
"Cristóbal Balenciaga, Moda eta Ondarea" erakusketa Cristóbal Balenciaga Museoan. Getaria. 2019
Courtesy Museo Cristóbal Balenciaga
"Cristóbal Balenciaga, Moda eta Ondarea" erakusketa Cristóbal Balenciaga Museoan. Getaria. 2019
Courtesy Museo Cristóbal Balenciaga
Frutto della collaborazione tra Julián Argilagos, mente creativa dietro il concetto volumetrico e strutturale, e AV62arquitectos, responsabile dell’elegante design complessivo il Balenciaga Museum si presenta con una struttura trapezoidale, curve audaci e una parete di vetro che va dal pavimento al soffitto. La facciata anteriore incornicia l’ingresso principale con un piano verticale scuro che si ripiega su se stesso, permettendo al Palacio storico di emergere con il suo splendore simbolico. All’interno, tre aree sospese accolgono gli spazi della collezione permanente e delle mostre temporanee, immergendo i visitatori in un ambiente ricco di fascino, accentuato da pareti scure e ornate con tagli metallici a forma di grandi fiori.
9. Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Quella di Palazzo Fortuny, la più grande abitazione in stile tardo gotico veneziano esistente, è una storia di fascino e bellezza che si è alimentata, per secoli, delle vicende e dei progetti di vita dei suoi molteplici proprietari. Affacciata con la sua vasta mole verso il Ca’ Michiel, la costruzione fu commissionata tra il 1460 e il 1480 da Benedetto Pesaro, nobile veneziano che la volse connotare di soluzioni di rilevante pregio, come le quattro polifore del primo e del secondo piano nobile e le ampie sale passanti tra le due facciate. Tipografia, Accademia Musicale, laboratorio di stampa, l’edificio cambia molte volte identità, fin quando gli eredi di Pesaro si disperdono e questo luogo magico viene abbandonato.
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. La trifora che porta al ballatoio e alla scala esterna sulla corte
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Il Portego. Area dedicata alle origini spagnole
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Il giardino d’inverno. Veduta del modello del “Teatro delle Feste”
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Veduta del Portego verso il rio di Ca’ Michiel
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Veduta del Portego verso il rio di Ca’ Michiel
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Il Portego. Area dedicata al mondo di Mariano
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Secondo piano. Tessuti e abiti antichi della collezione storica della famiglia Fortuny
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. La trifora che porta al ballatoio e alla scala esterna sulla corte
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Il Portego. Area dedicata alle origini spagnole
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Il giardino d’inverno. Veduta del modello del “Teatro delle Feste”
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Veduta del Portego verso il rio di Ca’ Michiel
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Veduta del Portego verso il rio di Ca’ Michiel
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Primo piano. Il Portego. Area dedicata al mondo di Mariano
Palazzo Museo Fortuny, Venezia, Italia
Secondo piano. Tessuti e abiti antichi della collezione storica della famiglia Fortuny
Nel 1898 Mariano Fortuny y Madrazo, incantato dalla meraviglia dell’edificio, decide di acquisirlo per farne il suo atelier di abiti e tessuti in seta e velluto. Fortuny, pazientemente ma con costanza, inizia il lavoro di recupero degli spazi, che successivamente valorizza e arricchisce con stoffe stampate di sua produzione alle pareti, lampadari in seta, armature, antichi tappeti e mobili. Dopo la morte di Fortuny, avvenuta nel 1949, l’edificio fu donato dalla moglie Henriette al Comune di Venezia per essere “utilizzato perpetuamente come centro di cultura in rapporto con l’arte”. Nel 1975, ciò si avvera con l’inaugurazione del Museo al pubblico che oggi nella stessa suggestiva atmosfera, gli abiti e tessuti per il teatro dall’Atelier Fortuny, le opere d’arte collezionate e realizzate dallo stesso, quelle donate dai collezionisti Giuseppe e Giovanna Panza.
10. Kobe Fashion Museum, Kobe, Giappone
Nel cuore industriale e cosmopolita del Giappone, Kobe ospita una struttura che è tanto un’istituzione culturale quanto una perla dell’architettura: il Kobe Fashion Museum. Inaugurato nel 1997 e progettato dallo studio Showa Sekkei, l’edificio irrompe nel panorama urbano con un design che evoca volontariamente un UFO.
Il programma museale si divide tra mostre temporanee e collezioni permanenti, collocate su una superficie di 17.000 m² suddivisa su quattro piani. Con l’obiettivo di restituire una panoramica dettagliata e globale della moda attraverso i secoli, tra le collezioni principali, menzioniamo quella dedicata all’abbigliamento europeo maschile e femminile del XVIII secolo e quella dei costumi popolari e cerimoniali provenienti da circa 70 paesi, come gli abiti cerimoniali della dinastia Qing in Cina, ricamati con un’abilità manuale senza pari.
Il KFM celebra anche la modernità, esponendo i capi di alcuni dei più grandi stilisti del XX secolo, come Gabrielle Chanel, Elsa Schiaparelli, Christian Dior, Alexander McQueen e Martin Margiela. Imperdibile la sezione dedicata alla fotografia e ai poster (tra cui quelli firmati da Irving Penn e Richard Avedon) e ai circa 1.500 cartamodelli tratti da pubblicazioni storiche come la Gazette du bon ton e Modes et manières d’aujourd’hui.
11. China Silk Museum, Hangzhou, Cina
Inaugurato nel 1992 e successivamente rinnovato nel 2016, il China Silk Museum è situato in prossimità del pittoresco Lago dell’Ovest, riflettendo la rilevanza storica di Hangzhou come centro di produzione e commercio della seta. Dal punto di vista architettonico, il museo mescola elementi dell'architettura tradizionale cinese con dettagli moderni e si estende su un’ampia superficie attraverso diverse gallerie, tra cui la Silk Road Gallery e la Intangible Culture Gallery. Negli ambienti interni è favorita l’illuminazione naturale, che esalta le delicate trame e i colori delle varie tipologie di seta esposte.
In termini di collezioni, il museo ospita un vasto assortimento di tessuti antichi, non solo di seta ma anche di altre fibre, oltre a costumi provenienti da tutto il mondo. Oltre a mostre permanenti e temporanee, il museo svolge un ruolo attivo nella ricerca e nella conservazione dei tessuti, grazie anche al Chinese Center for Textile Identification and Conservation (CCTIC) fondato all’interno del museo nel 2000. È anche un luogo dove il patrimonio culturale immateriale, come le tecniche di sericoltura e tessitura della seta, viene studiato e preservato. Grazie a queste iniziative e alla collaborazione con istituzioni internazionali, il China Silk Museum continua a essere un punto di riferimento globale per la storia e la cultura della seta.