“Una stanza nella stanza”. Così titolava Domus 457 del Dicembre 1967 per raccontare, attraverso le parole dell’autore stesso, l’accattivante progetto di Ettore Sottsass Jr. per un appartamento a Milano.
Casa Lana – che prende il nome da quello del proprietario Giovanni Lana, litografo – è un concept abitativo in cui lo studio sulle abitudini comportamentali del nucleo familiare dell’Italia del boom economico si sposa con il design modulare e con una certa fascinazione per l’edilizia nipponica.
Originariamente ubicata in Via Cola di Rienzo, Casa Lana è recentemente stata oggetto di una riscoperta dopo che il suo nucleo centrale è diventato, a partire dal Gennaio 2022, oggetto di una installazione permanente presso la Triennale di Milano.
“Quando nel 2017 portai mio padre, all’epoca 92enne, in Triennale in occasione della mostra per il centenario di Sottsass, realizzai il grande valore museale della nostra casa,” racconta oggi Donatella Lana, figlia di Giovanni, facendo notare un certo oblio in cui il progetto era finito nel corso degli anni.
“Non volevo che questo valore si disperdesse. Il mio desiderio era quello che almeno il salotto restasse integro e a Milano, cosa che ha incontrato l’entusiasmo del Signor Boeri”.
Una camera da letto per due che si amano
L’occasione per tornare a parlare della vecchia abitazione della bambina che Sottsass descriveva affettuosamente sulle pagine di Domus come “un po’ yè-yè”, giunge in concomitanza con l’asta londinese, presso Phillips, alla quale il 2 Novembre verrà battuta la camera da letto dell’appartamento.
Un ambiente peculiare, i cui protagonisti sono senza dubbio i comodini, divisi su più livelli. Una parte più bassa che “serve se si è a letto” e una più alta “per quelle cose che ingombrano”, che ripropone il pattern reticolato che scandisce anche il salotto e si distingue come la soluzione progettuale che accomuna tutti gli ambienti.
La stanza è di scala compatta, scherza Sottsass, perché figlia di tempi in cui “tutto è calcolato sulla base dei redditi e degli ammortamenti, e per via degli ammortamenti del denaro c’è anche l’ammortamento della gente”.
Ne consegue una semplicità decorativa, dettata anche dal fatto che, prosegue Sottsass “questo padrone di casa e la sua moglie si vogliono bene, stanno insieme, si tengono compagnia e la camera da letto di due che si vogliono bene uno la immagina molto casta [...] dato che per l’amore occorre molto poco – proprio poco, pochissimo: è la rabbia che fa la gente insaziabile.”
Il rapporto con Sottsass
Casa Lana d’altronde era un luogo che esprimeva al meglio la creatività dei ‘60 e della sua febbrile scena culturale milanese.
“Ricordo di amici che sostavano e transitavano frequentemente. Tutte persone che, ai miei occhi di bambina, apparivano singolari, essendo la casa vicina al laboratorio di litografia di mio padre che lavorava per gallerie d’arte e stampava cataloghi. Ho poi capito che la figura che sostava più di altre a casa era Sottsass che rifletteva sull’arredo domestico per capire quali fossero le abitudini della famiglia,” racconta Donatella.
La gestazione del progetto, partito nel 1963, durò quattro anni. “Ogni volta che l’architetto faceva un viaggio cambiava idea per la disperazione di mia mamma.” Viaggi dai quali Sottsass tornava anche con regali per Donatella.
“Ricordo Irene, una bambola di cartapesta che ancora possiedo, un aquilone a forma di serpente, un bellissimo pendente di seta intrecciate, o il più divertente un fischietto di creta che si chiamava Fischiainculo…tutte cosine che mi sembravano tesori,” oggi visibili nelle fotografie della cameretta di Donatella pubblicate su Domus 457.
“La cosa più sorprendente era il tempo che mi dedicava. Conservo ancora una lettera, con dei suoi disegnini, che mi aveva scritto quando ero al mare con la mamma per comunicarmi che avevano iniziato i lavori abbattendo un muro della casa e che mio padre era disperato,” ricorda divertita la Signora Lana.
La casa è una piazza
La casa – che all’epoca rappresentò un vero shock soprattutto per i fratelli di Giovanni Lana tutt’altro che avvezzi alle velleità mondo dell’arte – era intesa come uno spazio intimo ma ricco di stimoli, “una piazzetta nella quale si gira e ci si incontra,” scriveva Sottsass.
Una dimensione comunitaria accentuata dalla modularità dell’ambiente unico reso compatto e dinamico dall’assenza di corridoi e superfici superflue. Così come da un salotto che, delimitato da quattro pareti lignee e collocato al centro dell’appartamento, consentiva di svolgere versatilmente intorno tutte le mansioni diurne, essendo “la vita in generale [...] la integrazione delle varie attività”.
Ma anche una progettazione che faceva virtù degli spazi ridotti, dove l’illuminazione era studiata con attenzione affinché “gli occhi dei bambini si distruggano il meno possibile a leggere tutte quelle cose che gli si fanno leggere”.
“Ricordo la gioia dei miei amichetti perché si poteva rotolare sulla moquette, entrare e uscire dai buchi. Per esempio quello che c’è all’entrata era un fantastico passaggio, così come le grate che si potevano staccare,” racconta la Signora Lana.
“In generale si veniva da noi soprattutto per l’esplosione di colori. La casa era certamente vissuta verticalmente, sedendosi sulla moquette. Anzi, per molti anni era d’obbligo lasciare le scarpe all’ingresso”.
Nel reportage fotografico apparso su Domus 457 si può osservare la dimensione bohemien e proto-hippie dell’appartamento, tra piedi scalzi, persone al pianoforte, arte alle pareti e drink. Ovvero come Sottsass amava presentare i suoi lavori nei Sessanta.
“Da un lato c’era l’architetto Sottsass e il mondo Beat, dall’altra quello protestante e puritano in cui sono stata cresciuta da mia madre, che era Valdese,” spiega Donatella.
Una famiglia amante della cultura
Nell’appartamento ci sono i ricordi del padre, uomo semplice, artigiano nato in una casa di ringhiera milanese, amante della cultura, delle canzoni della mala e di Giorgio Gaber.
Come ricorda la Signora Lana, la casa prima dell’intervento di Sottsass appariva sempre vuota, perchè il padre adorava collezionare quadri che impilava contro le pareti ma che non appendeva mai.
Lo osserva anche l’architetto che su Domus annota come il sopplaco dell'abitazione fosse dedicato alle opere del proprietario “un collezionista di quadri che ama così tanto la pittura da non lasciarla lì per mesi e anni in una specie di mortale incensamento di se stesso, ma la cambia continuamente e appoggia i quadri sui mobili come oggetti.”
C’è anche spazio per i ricordi della madre, che invece era solita sedersi al pianoforte nell’angolo dell’abitazione che oggi appare il più vissuto, in quanto le tecnologie cambiavano e con esse i supporti fonografici installati.
“Una volta Sottsass tornò dall’India con un regalo per i miei genitori: dei vinili di sitar…una noia,” ride Donatella.
“L’architetto Sottsass, essendo più alto di me, incuteva un po’ di timore. Una volta mi chiese che musica preferissi ascoltare e allora io risposi ‘Bach!’. Non potevo certo dire Lucio Battisti…”
La casa fu sempre vissuta appieno, pur con la determinazione di doverla trattare con profondo rispetto essendo il progetto un regalo di un amico, prima ancora che di un celebre designer e architetto.
Una nuova vita per il letto di Casa Lana
Se la camera da letto di Donatella è tuttora conservata dalla sua proprietaria, quella dei genitori è visitabile a Londra presso Phillips in Berkeley Square, fino al 2 Novembre giorno dell’asta dove verrà battuta insieme a chicche e rarità di due storici editor di Domus come Gio Ponti e Alessandro Mendini, oltre a opere di Gabriella Crespi, Studio B.B.P.R., Ico Parisi, Hans Coper, Ignazio Gardella e molti altri.
Domenico Raimondo, Head of Design, Europe per Phillips, spiega "Il dipartimento di Design di Phillips ha gia’ una forte connessione con questo progetto di Ettore Sottsass e in particolare con la famiglia Lana da quando, nel 2021, abbiamo deciso di donare al museo della Triennale di Milano le ceramiche di Sottsass che adornavano la stanza di casa Lana, visibili presso il palazzo della Triennale.”
“Lo staff di Phillips è stato molto affettuoso,” chiosa Donatella, “Sarò felice che la camera possa piacere a qualcun altro e che possa trovare una nuova vita.”
Immagine di apertura: La camera da letto di Casa Lana, Ettore Sottsass Jr., 1967. Foto © 2022 Phillips Auctioneers LLC