Ci sono stati anni, precedenti a quelli in cui le cassettine blu de “La Voce del padrone” riempissero i cruscotti delle auto dello Stivale e in cui gli italiani si ritrovavano in spiaggia a cantare di vecchie bretoni con cappelli di carta di riso e canne di bambù, in cui Battiato si faceva portavoce di una sperimentazione provocatoria che passava anche, se non soprattutto, dall’estetica.
Ad inizio anni '70, è Gianni Sassi, discografico (sua la Cramps che avrebbe di lì a poco lanciato gli Area prima, gli Skiantos poi), art director e soprattutto proto-situazionista, ad intuire l'estro del musicista siciliano che sfidava il pubblico dell'epoca oscillando tra minimalismo e provocazioni elettroniche con uno dei primi sintetizzatori mai vistisi in Italia.
Quando Franco Battiato fu testimonial inconsapevole di un divano Busnelli
Nel giorno in cui l’Italia saluta Franco Battiato, compositore visionario e libero pensatore – così come libero era il ruolo dell’artista nei campi da calcio brulli della sua infanzia siciliana – ne ricordiamo il suo rapporto con il mondo del design.
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- Lorenzo Ottone
- 18 maggio 2021
Nel 1971 Sassi ha l'intuizione di far posare Battiato su un divano Busnelli, promettendo una campagna pubblicitaria innovativa al brand e senza dire troppo al musicista, che da buon filosofo e freak capellone non avrebbe certo visto di buon occhio la sua immagine prestata a fini commerciali. Inquadrato dal basso, sprofondato serafico nella finta pelle rossa, Battiato si erge come una creatura cosmica con il volto ricoperto da cerone bianco (che sotto i riflettori infuocati dello studio presto si riempì di crepe quasi fosse la superficie di un pianeta extraterrestre) incorniciato da irsuti ricci mediterranei. Un paio di pantaloni con il pattern della bandiera statunitense - in piena provocazione antimilitarista tipica del tempo – completava il look. È Sassi, poi, a chiosare la pubblicità da lui stesso scattata e co-diretta assieme allo studio Al.Sa con l’irriverente tagline "Che c'è da guardare? Non avete mai visto un divano?". Shockvertising da rivista underground, più che mera grafica pubblicitaria.
Tempo pochi giorni e i milanesi si risvegliano sotto lo sguardo sornione di questo alieno Pop che li osserva da enormi manifesti sei metri per tre.
Leggenda vuole che i vertici del Gruppo Industriale Busnelli furono colpiti dalla campagna anche se non troppo positivamente. La pubblicità sottolinea, però, la lungimiranza e il grande slancio dell'imprenditoria italiana verso quella che a cavallo tra fine '60 e primi '70 è l'estetica Space Age che metteva in dialogo il design radicale e la controcultura della contestazione. Analogamente ne sono testimonainza la linea “Series Up” di Gaetano Pesce e i lavori commissionati a Afra, Tobia Scarpa e a un giovane Renzo Piano dalla B&B (all'epoca ancora C&B, Cassina & Busnelli) dell'omonimo Piero Ambrogio Busnelli.
Gli scatti di Sassi verranno simultaneamente utilizzati per i poster promozionali di “Pollution”, "happening musicale" a cura di Battiato. Un poster con fotografia tratta dalla session Busnelli può essere intravisto in una scena di "Baba Yaga" – trasposizione cinematografica del 1973 del noto fumetto della serie Valentina di Guido Crepax – girata in un cinema underground milanese. Di lì in poi Battiato si ritrova a essere volto della Milano underground degli anni di piombo, da cui il compositore sembra quasi distaccarsi, elevandosi attraverso la ricerca sonora e concettuale ad un mondo altro, futuro.
D'altronde appartenente al futuro è l'intuizione di Sassi, che al fianco di Battiato e Busnelli incarna un accidentale triumvirato di visionari italiani.
D'altronde appartenente al futuro è l'intuizione di Sassi, che al fianco di Battiato e Busnelli incarna un accidentale triumvirato di visionari italiani.
Dal momento in cui Franco si è seduto su un divano Busnelli, le cose non sono più state le stesse, tanto per lui quanto per noi che oggi ci ritroviamo orfani nostalgici di colui che può essere considerato come il più grande Maestro del pop nostrano, capace di armonizzare con eleganza cultura alta e bassa, esattamente come i prodotti del design italiano per interni del tempo.
Immagine di apertura: Franco Battiato per Busnelli. Immagine pubblicitaria del 1971.