Marcante-Testa: rendere visibile l’invisibile

Il concetto di tempo nel lavoro dello studio Marcante-Testa si esprime attraverso l’uso di colori, decori e materiali mai scontati.

Marcante-Testa

Lo spazio è determinato dal volume, da elementi che lo circoscrivono e da attributi che lo determinano. All’interno di questa definizione algida, entrano in gioco i codici espressivi, voci sottili che modulano la sinfonia complessiva del progetto e finiscono per caratterizzare in maniera univoca lo stile di un interno. Nel lavoro di Andrea Marcante e Adelaide Testa, insieme dal 2014 nello studio Marcante-Testa, il linguaggio espressivo dei materiali, del colore e del decoro vengono utilizzati all’unisono per creare una polifonia che accende e spegne le note contrastanti.

Prendiamo il tavolo Duale, realizzato nel 2018 in edizione limitata per SEM (Spotti Edizioni Milano): il colore verde chiaro del laminato scelto per una parte del piano, ci riporta alla memoria i banchi della scuola italiana degli anni Settanta e va in forte contrasto con il marmo del top. “Ci sono alcuni materiali che non ci è stato permesso di usare per molti anni perché considerati brutti, tra questi molti materiali degli anni Settanta”, spiega Andrea Marcante. “A noi invece interessano i contrasti che alcuni materiali o alcuni colori sono in grado di generare: il laminato insieme al marmo sono un po’ agli antipodi a livello percettivo ma ci sembra che questo tipo di antinomia sia funzionale a valorizzarli entrambi”.

E aggiunge Adelaide Testa: “Abbinare colori mai usati insieme ci permette di scoprire inedite modalità di percepire quelle stesse cromie, e di utilizzarle creando contrasti funzionali che riescono stemperare le note troppo acute o a dare al progetto un equilibrio che non è mai fatto di un unico codice”.

È evidente che nella lettura della valenza percettiva di un colore, di un materiale o di un decoro i codici espressivi sono processati lungo una matrice storica. Da qui la centralità dell’elemento del tempo nel lavoro dello studio Marcante-Testa che ha la capacità di ascoltare il tempo degli edifici, riconoscere il tempo dei suoi abitanti e di restituire all’interno del progetto d’interni la memoria emotiva dello spazio. Un caso su tutti: l’appartamento del giovane trentenne entrato ad abitare la casa della propria nonna. Una temporalità sovrapposta che i progettisti avevano l’obiettivo di restituire, rendendo visibile il tempo attraverso alcuni strumenti espressivi.

Racconta Marcante: “In quell’intervento, il nostro approccio non è stato quello ‘filologico’ di riportare tutto all’epoca originaria, ma quello di lasciare invece le stratificazioni dei tempi diversi che corrispondono alle persone diverse che vi hanno abitato. Quindi non è solo riportare a un tempo, ma a un periodo, a una vita passata, a un ricordo una serie di elementi che il tempo rappresenta”.

“Poi c’è anche il nostro tempo di progettisti.” Continua Marcante: “L’uso dei laminato ha un significato, l’uso del compensato può averne un altro. In un momento ha un dato valore e in un altro momento ne assume uno differente. E questo vale anche per i colori. Il nostro è un linguaggio articolato che cerca di esprimere, non con le parole ma con gli elementi che sono propri del nostro lavoro, messaggi rivolti agli altri ma anche dei messaggi nostri, che hanno un valore per noi.”

In un momento in cui la velocizzazione del consumo rende gli elementi decorativi i più rapidamente assimilabili e consumabili, il decoro assume un ruolo rilevante, a fianco dei materialei e del colore. Si cerca di discernere tra elementi che hanno una certa durata nel tempo e quelli che potrebbero invece avere un tempo più limitato in un mondo, quello della decorazione, che è soggetto a continuo cambiamento.

A proposto di decoro, è interessante leggere il progetto sviluppato negli ultimi anni da Marcante-Testa per Ceramica Vogue di cui hanno affidata la direzione artistica. Con la serie ceramica Confetti e poi con Dekorami, lo studio ha portato in primo piano sia il tema del colore sia il tema del decoro. Spiega Adelaide Testa: “Le aziende sono consapevoli che puntare sulla decorazione significa lavorare su un prodotto che ha una durata limitata nel tempo. Il consumo è talmente veloce che, specialmente noi che lavoriamo principalmente nel settore residenziale, dobbiamo prestare attenzione ai tempi del mercato.”

Il decoro è un elemento fondamentale capace di portare nello spazio la memoria di un tempo passato. “A casa di mia nonna in campagna”, racconta Andrea Marcante, “ricordo che c’erano delle piastrelle che avevano dei segni che forse erano un fiorellino o comunque un qualcosa che affiora nella mia memoria. Questa nostalgia è un sentimento inconscio e personale che non sempre ha una giustificazione. L’importante è questa idea, al di là del rimando personale, crei una relazione tra chi abita e gli elementi della casa, e consolidi un legame emotivo”.

Se chiediamo ai progettisti qual è la funzione del decoro negli ambienti che loro progettano, la risposta arriva immediata: “C’è sempre il desiderio, nella sfera domestica, che i segni contribuiscano al comfort abitativo,” racconta Adelaide Testa, “noi come esseri umani abbiamo bisogno che la casa sia qualcosa che ci leghi. I segni del decoro che non sono la copia di qualcosa ma fanno pensare a quel qualcosa al quale s’ispirano: questa è una forma di sicurezza che aiuta le persone a riconoscersi all’interno dello spazio.”

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