Biennale Interieur ha compiuto cinquant’anni. Nel 1968, data della sua nascita, aveva fatto propri molti attributi dell’epoca: mettere in discussione i dogmi prestabiliti, accogliere l’innovazione e prendere posizione. Oggi è una realtà ramificata e in espansione, vetrina privilegiata del design belga. Uno dei suoi aspetti più interessanti è il modo di fare fiera: un evento multidisciplinare che coinvolge tutta la città di Kortrijk, dove la comunicazione è declinata in ogni aspetto del concept. Il logo, progettato nel ’68 dal graphic designer Boudewijn Delaere è tutt’oggi il marchio di frabbrica della manifestazione. Un approccio ‘integrato’ che fa parte di una tradizione ben consolidata in Belgio dove già negli anni del dopoguerra era diventato strumento imprescindibile per fare politica e amministrare una città, come racconta Katarina Serulus nel suo libro Design & Politics. Tutto passa dal design, che sia la reception di una fiera o una stanza di ospedale.
Metodo belga: la fiera secondo Biennale Interieur 2018
Con un nuovo format di cinque giorni, Interieur ha celebrato il suo cinquantenario ripensando a cosa significhi progettare una fiera di design oggi.
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- Marianna Guernieri
- 31 ottobre 2018
- Kortrijk
“Biennale Interieur è un brand significativo? Lo si può definire brand? Se lo fosse, come può sopravvivere in un mercato ultrasaturo?”, a queste domande il direttore creativo di Interieur 2018 Dieter Van Den Storm risponde lasciando carta bianca a tanti giovani designer, affidando loro la cura dell’allestimento. “Interieur non vuole essere solo una fiera, quanto una ricerca di significato per il vivere contemporaneo”. Cuore del progetto 2018 è la “Central Piazza” di Studio Verter, studio di architettura con base a Rotterdam fondato da Claudio Saccucci e Roxane Van Hoof. “Abbiamo lavorato dal punto di vista del visitatore per offrire un’esperienza diversa dal solito,” raccontano. “Facendo una ricerca sugli spazi di aggregazione nella storia abbiamo individuato la piazza come luogo di incontro ideale per esporre i progetti di Interieur. Un riferimento naturale data la scala del progetto: parliamo di oltre 20.000 mq!”
“A differenza dei tradizionali padiglioni espositivi, chiusi, abbiamo pensato a uno spazio aperto, libero, nel centro di Kortrijk Xpo”, spiegano. “Abbiamo incoraggiato le aziende a liberarsi di muri e pedane per un’esposizione più libera, più fluida, dove contaminarsi a vicenda, come in un museo. Poi abbiamo ideato dei percorsi facili, codificati cromaticamente e abbiamo introdotto i Landmark, elementi architettonici che, se da un lato migliorano l’orientamento, dall’altro enfatizzano questo concetto di piazza.” “Per i Landmark abbiamo chiamato Adam Nathaniel Furman, Conrad Willems, Maniera con Arno Brandlhuber e Chmara.Rosinke. Dopodichè abbiamo disegnato gli ingressi, una rambla, e tutti gli spazi intermedi. Dalla piazza, aperta, piano piano gli allestimenti si densificano, proprio come in città.”
Foto Dennis De Smet
Foto Dennis De Smet
Foto Dennis De Smet
Foto Filip Dujardin
Foto Filip Dujardin
Foto Dennis De Smet
Foto Harvey Bouterse
Foto Harvey Bouterse
Foto Harvey Bouterse
Foto Dennis De Smet
Novità di quest’anno è stato il riuso dell’ospedale St. Maarten per ospitare il City Festival, l’area espositiva dedicata ai talenti emergenti e agli studenti. Si tratta di un ospedale storico, situato in città, che da qualche anno non viene più utilizzato a causa delle dimensioni ridotte. La struttura si è rivelata perfetta per l’occasione grazie alle piccole stanze di degenza dove i singoli designer hanno esposto i propri lavori, prestando attenzione agli effetti scenografici, mentre i collettivi si sono appropriati delle sale operatorie e delle aree comuni. Tra le installazioni più suggestive troviamo Antidote 2x19 di Nightingale per D&M Depot, la serie luminosa di Sabine Marcelis, i vasi in ceramica di Harvey Bouterse, i lavori di game design degli studenti della HoWest School, le grafiche dell’agenzia creativa DIFT in collaborazione con Design Museum Ghent e i lavori sostenibili realizzati con le comunità rurali di Sep Verboom e il suo studio Livable.
In apertura: l’installazione nata dalla collaborazione tra lo studio francese Dessuant Bone, il gruppo di musica elettronica Goose e l’azienda Allaert Aluminium. Nella foto un’immagine dell’installazione in fiera durante Biennale Interieur 2018.
- Biennale Interieur 2018
- 18-22 ottobre 2018
- 18 ottobre - 4 novembre 2018
- Kortrijk, Belgio