Per Superpoly, studio di design con sede a Hyères, non vale il solito gioco della caccia alle ispirazioni. I loro oggetti divertenti, coloratissimi, con forme stilizzate e funzioni spesso a sorpresa, sono permeati dal sole e dalle atmosfere locali che diventano componenti materiche vere e proprie, non semplici suggestioni. Per Antoine Grulier e Thomas Defour – circa 55 anni in due – la Costa Azzurra è parte integrante del lavoro di progettisti radicati nella ricca tradizione locale, artigiana e creativa (i loro interni si rifanno dichiaratamente a quelli dipinti da Matisse nei suoi quadri, le loro ceramiche riprendono quelle di Vallauris). 

Deve essere questo che ha colpito la Etage Projects, una delle gallerie più rilevanti sul fronte del design contemporaneo di ricerca, che ha invitato Grulier e Defour a Copenhagen per la loro prima personale. Superpoly ha un linguaggio originale, svincolato dai canoni, aperto a sperimentazioni estetiche e formali che li impegnano in prima persona nel loro laboratorio-officina vicino al mare. In esposizione, alcune ambientazioni da esterno si adattano a un interno, trasformando gli ambienti in uno stereoscopio dove scorrono immagini da cartolina popolate di sedie a sdraio e teli da spiaggia, tavolini e grandi cuscini – tra cui un polipo e una stella con gli occhiali da sole, che appartengono con evidenza all’immaginario del duo.

Qual è l’obiettivo di “Postcards from Superpoly”?
Abbiamo immaginato di spedire via pacco alcuni oggetti che raccontassero il nostro mondo. In mostra abbiamo presentato una serie di pezzi che abbiamo realizzato nel nostro atelier di Hyères: elementi unici, proprio in virtù del processo di produzione, tutti modellati a quattro mani. È una collezione inspirata alla vita sulla Costa Azzurra, al mare, a certe tradizioni artigianali del sud della Francia che noi rielaboriamo e utilizziamo per creare oggetti lontani dal contesto industriale dei giorni nostri.

Uno dei temi fondanti del vostro lavoro è l’estate. Che cosa vi evoca questa stagione?
Una sardina su una lastra di cemento in riva al mare! E soprattutto vivere all’aperto per godere del sole.

Altro elemento chiave: il colore. Lo utilizzate in una maniera peculiare, come se si trattasse di un materiale.
È vero, il colore è evidentemente l’elemento principale del nostro lavoro. Presente ovunque, viene sempre lavorato nello stesso modo, per ottenere un risultato irregolare, tridimensionale, astratto. Siamo anche collezionisti di oggetti che attraverso il colore raccontano una storia, ed è questo che cerchiamo di riprodurre. Definiamo una gamma di colori da utilizzare ma ci teniamo la libertà di modificarla e farla evolvere durante il processo di creazione, per intervenire sull’equilibrio tra volumi e spazio.

A proposito di volumi e spazio, avete lavorato spesso su progetti immersivi che comprendevano tutto: interni, arredi e oggetti. Che differenze avete riscontrato nel disegnare una collezione specifica per la galleria Etage Projects?
Per noi l’obiettivo è lo stesso, immergere lo spettatore nel nostro universo, non volevamo sottometterci al cubo bianco tradizionale, ecco perché abbiamo scelto di ridipingere i muri e di riempire lo spazio. L’esposizione “Postcards from Superpoly” era per noi l’occasione di recuperare gli elementi dei nostri progetti complessivi, e di offrire a questi oggetti la possibilità di esistere al di fuori del loro universo.