Si intitola Ore Streams l’ultimo progetto di Studio Formafantasma, presentato alla NGV Triennial di Melbourne. Una manifestazione caratterizzata da una forte impronta transdisciplinare, nel tentativo di indagare i punti di connessione tra le arti visive e l’universo del design. La prima edizione in corso (fino al 15 aprile 2018), vede la partecipazione di più di 100 artisti e designer di varia provenienza geografica, chiamati a declinare con progetti originali i cinque temi principali: movement, change, virtual, body, time.
La base di partenza è la riflessione sul quotidiano e le sue trasformazioni attraverso l’osservazione e l’analisi della società in cui viviamo. Si assiste a uno svelamento con procedure e pratiche differenti: l’obiettivo è la costruzione di una piattaforma espositiva proiettata a scavare, demitizzare, contestare l’esistente per provare a disegnare scenari futuri. È in questo contesto che si inserisce la presentazione di Ore Streams del duo Formafantasma. Si tratta di un percorso d’indagine nelle pieghe del sistema di smaltimento della produzione di dispositivi informatici e telefonici.
A Melbourne, gli scarti elettronici secondo lo Studio Formafantasma
Design intelligente: la nuova collezione di arredi Ore Streams, in mostra alla NGV Triennial, riflette sul riciclo dei rifiuti elettronici, sempre più numerosi e preziosi.
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- Marco Petroni
- 30 dicembre 2017
- Melbourne
A interessare Simone Farresin e Andrea Trimarchi sono gli scarti hi-tech dell’opulento Occidente e i traffici illeciti connessi a questo genere di rifiuti. Computer, pc portatili, schede madri, cellulari dismessi sono gli elementi di base utilizzati per costruire una collezione di arredi straniante. Supportata da una videoinstallazione immersiva composta da materiali di documentazione sui milioni di tonnellate di rifiuti elettronici buttati dai paesi avanzati che ogni anno finiscono, soprattutto, nei paesi del sud del mondo. Un’alta concentrazione di questo materiale è depositata in alcuni stati africani, in particolare in Nigeria, in Costa d’Avorio e in Ghana.
Ore Streams segnala la bulimia e il cinismo tecnologico delle società occidentali e si propone come tentativo di estrazione, di riciclo di questi rifiuti. È così che vecchi computer e altri oggetti tecnologici vengono smontati e riassemblati per ottenere gli elementi d’arredo di una postazione di lavoro, un ufficio/specchio di una criticità della contemporaneità rappresentata dalle discariche hi-tech. Sono luoghi tetri, frequentati soprattutto da bambini e ragazzini in cerca di un’illusoria speranza di poter cambiare la loro drammatica condizione d’indigenza, che invece rischiano di ammalarsi a causa dell’inalazione di sostanze tossiche prodotte raccogliendo i componenti elettronici di scarto. Mercurio, cadmio, piombo e altri elementi rilasciati dai rifiuti elettronici possono provocare gravi danni alla salute. Effetti deleteri che non si producono solo sull’uomo, ma anche sull’ambiente.
Ore Streams denuncia questa deriva con gli strumenti propri del design di Formafantasma, non nuovi a indagini sulle storture dei sistemi capitalistici. Se in Botanica lo sguardo era proiettato sulla massiccia e altamente inquinante produzione di materiali plastici derivati dal petrolio, qui si assiste a una spiazzante mossa del cavallo tipica delle pratiche, per esempio, di Superstudio negli anni d’oro del Radical Design. È Viktor Slovskji, uno dei grandi teorici del formalismo russo a pubblicare nel 1923 “La mossa del cavallo”, una raccolta di racconti brevi con i quali dava forma letteraria alla sua teoria delle arti enunciata sin dal 1917 come meccanismo linguistico di straniamento, spiazzamento, costruzione artificiale che mostra sotto nuova luce immagini usuali. Una mossa a sorpresa di aggiramento come fa il cavallo sulla scacchiera.
Ecco che un tavolo, una sedia, una scrivania, un armadietto, gli elementi che compongono la collezione Ore Streams ci appaiono come spiazzanti, non familiari. Eppure scorgiamo elementi della nostra quotidianità iperconnessa come il retro di sei torrette di vecchi computer fuse con altrettanti blocchi di vetro trasparente, in parte trattato come fosse cemento, o la tastiera di un computer che fa parte di un tavolo. Segnali che rimandano a un’idea archeologica, fossile, manipolati con grande sapienza estetica e tecnica come è nelle corde di Formafantasma.
Ore Streams sembra entrare in risonanza con le parole di Adolfo Natalini che così definisce le pratiche di Superstudio: “Il paradosso, il falso sillogismo, la riduzione e il patetico sono state le categorie del fare di volta in volta usate. Lo spostamento continuo, il superamento dialettico e la mossa del cavallo sono state le componenti motorie”. Attraverso Ore Streams, Formafantasma si propone di individuare una strategia di denuncia non banale mettendo in gioco un dispositivo complesso e stratificato. La conferma di una ricerca ampia che spazia dal prodotto industriale a progetti più di ricerca generati da un momento di profonda trasformazione storica e sociale. Un modo di operare che esplora le potenzialità offerte dal design alimentando e proponendo scenari in cui la proposta progettuale è vissuta in una dimensione allargata come agente di trasformazione e cambiamento. Così i Formafantasma declinano una personale pratica che contesta le condizioni del lavoro del designer come scandito, diviso e plasmato. Operano all’interno di più piattaforme, con vastità e varietà d’idee, come tenaci visionari.