Places ha visto fra i suoi ospiti illustri designer anglosassoni di fama oramai internazionale, come Tony Brook, creative director di Spin, che ha raccontato la sua personalissima odissea curatoriale della recente retrospettiva su Wim Crouwel al Design Museum, nonché alcune fra le esperienze in ambito di comunicazione museale (fra tutte, ricordiamo Whitechapel Gallery e Haunch of Venison).
L'intervento di Marina Willer e quello di Michael Bierut hanno focalizzato entrambi l'attenzione del pubblico su altrettanto noti interventi di identità ambientale. La prima, brasiliana di nascita e partner dello studio londinese Wolff Ollins da numerosi anni, ha illustrato a fondo l'ormai datato ma pur sempre innovativo progetto per la Tate Gallery. Attraverso un'identità dinamica, il logo assume forme diverse sulla base di variazioni casuali del profilo delle lettere che lo compongono, riuscendo così a trasmettere la natura di spazi destinati ad ospitare opere eterogenee, nonché l'animo di un'istituzione partecipe e fautore di cambiamento.
Places ha visto fra i suoi ospiti illustri designer anglosassoni di fama oramai internazionale, come Tony Brook, creative director di Spin, che ha raccontato la sua personalissima odissea curatoriale della recente retrospettiva su Wim Crouwel al Design Museum
20—22.10.2011
University of London