Il design di caratteri tipografici ha seguito nei secoli la storia di quello di manufatti ed edifici, riflettendo allo stesso modo i cambiamenti della società, i progressi nei materiali e negli strumenti di produzione, le influenze culturali e gli sviluppi tecnologici. Analogamente a quanto è avvenuto per oggetti e fabbricati, negli ultimi due secoli il design tipografico ha dovuto dapprima confrontarsi con la rivoluzione industriale, poi con l'avvento del digitale. Come l'architettura e il design del prodotto, il design di caratteri tipografici ha conosciuto una fase modernista, una postmoderna e una digitale. Allo stesso modo degli architetti e dei loro colleghi del campo del design del prodotto, i designer tipografici hanno sentito la spinta a muoversi oltre il modernismo e a trovare nuove ispirazioni negli esempi tradizionali, nel vernacolare e nella cultura popolare. Quello del carattere tipografico è un universo complesso, una dimensione essenziale della storia del design e dell'arte moderna.
La sperimentazione nel campo digitale inizia negli anni Sessanta, stimolata spesso dai problemi posti dal diffondersi del computer. Le imprese cercavano nuovi modi per trattare i dati in modo efficiente e adottarono come standard nel 1966 l'ocr-a, il primo carattere tipografico leggibile da una macchina disegnato dalla American Type Founders. Ocr sta per Optical Character Recognition, una tecnologia che consente la conversione elettronica di dati a partire da una fonte stampata (un documento manoscritto, battuto a macchina o stampato, letto o scannerizzato da un computer) in un documento di testo modificabile, ottenuto dal riconoscimento e dalla traduzione di caratteri individuali, così che il testo digitale può essere modificato e manipolato. In origine, l'ocr-a fu progettato per riflettere gli standard stabiliti negli Stati Uniti dal Bureau of Standards (oggi chiamato National Institute of Standards and Technology, o Nist) in vista dello sviluppo di tecnologie Ocr.
I designer tipografici hanno trovato nuove ispirazioni negli esempi tradizionali, nel vernacolare e nella cultura popolare