Block Notes #6: Foscarini

Il catalogo di Foscarini esprime la ricerca di un linguaggio decorativo legato alla sfera domestica, proiettato però verso nuove tecnologie della luce.

"Una lampada spenta è product design, una lampada accesa è interior design".
Quando si parla del design della luce, e in particolare del progetto degli apparecchi d'illuminazione, ci viene subito alla mente questa fulminante osservazione che Pierluigi Nicolin (direttore di Lotus e docente al Corso di laurea in Interni alla facoltà del Design di Milano) utilizza per descrivere ciò che lui intende per design degli interni, distinguendolo dal design tout court e dall'architettura degli interni. Se questo carattere è più o meno evidente in tutte le esperienze di progettazione che interessano la luce, in taluni casi, come in quello qui analizzato delle edizioni Foscarini, si legge chiaramente attraverso una precisa e originale filosofia editoriale fortemente dedicata al perseguimento di questa ricerca narrativa. Le origini di questa azienda – legate alla storia del vetro di Murano – e la sua data di nascita – il 1983, nel pieno di quel rinnovamento estetico-culturale scaturito nel passaggio epocale della cosiddetta postmodernità –, sono certamente alla base di questa visione progettuale della luce, intesa non come pura prestazione funzionale, ma piuttosto interpretata come vera e propria materia di oggetti nati per disegnare spazi a forte reazione poetica. La fucina postmoderna abbraccia l'idea di un artigianato evoluto in grado di amalgamare, nello stesso crogiuolo, vecchi saperi con nuove tecnologie e materiali innovativi; essa crea una condizione ideale per stimolare sinergicamente innovazione e mercato quando è capace di offrire questa visione produttiva come punto d'incontro con le nuove visioni proiettive del design rispetto ai concetti di tipo, forma e tecnica. Una condizione ideale che, va detto, si mantiene grazie a un equilibrio molto delicato, che difficilmente si raggiunge appieno: a volte, già il solo fatto di cercarlo contribuisce a creare un valore prezioso per l'autentica qualità di un prodotto.
Tropico, design 
di Giulio Iacchetti, 2008. Citando il linguaggio decorativo dei lampadari in cristallo, 
la composizione del corpo luminoso 
si basa sulla ripetizione di un unico elemento in resina termoplastica che funziona anche 
da componente strutturale.
Tropico, design di Giulio Iacchetti, 2008. Citando il linguaggio decorativo dei lampadari in cristallo, la composizione del corpo luminoso si basa sulla ripetizione di un unico elemento in resina termoplastica che funziona anche da componente strutturale.
Per definire la linea editoriale di Foscarini vengono in mente due diversi modelli: da una parte l'editore interessato a pubblicare testi innovativi e originali, al di là delle loro qualità narrative; dall'altro l'editore che cerca dei testi biografici, se non addirittura autobiografici, dove spicca la figura di un protagonista che ha una forza evocativa quasi mitologica. Sfogliando il catalogo della collezione Foscarini si ha l'impressione di incontrare diversi personaggi-testi, molto diversi fra loro, che ti vengono incontro come protagonisti di singoli episodi della stessa storia, o di testi della stessa collana. Ti senti come un Ulisse che attraversa un mondo dove si approda in luoghi abitati da lampade che regnano incontrastate su quello spazio, disegnandone l'atmosfera. A seconda della lampada che si incontra si viene accolti, ammaliati, ipnotizzati, tranquillizzati, catturati, difesi e, naturalmente, anche illuminati. In altri tempi, questo carattere sarebbe stato bollato sbrigativamente come eclettico, per lo più con accezione negativa. Da qualche decennio, invece, questa idea di figure e miti d'oggi che convivono e si incrociano parlando linguaggi diversi, e che si esprimono con forme varie e contrastanti, è diventato (più nel bene o più nel male) il canone estetico e morale delle 'cose' del nostro tempo.
Allegretto, design Atelier Oï, 2009. Lampada a sospensione in alluminio 
e acciaio laccato.
Allegretto, design Atelier Oï, 2009. Lampada a sospensione in alluminio e acciaio laccato.
Alla luce di quanto affermato fino a ora, uno dei personaggi più interessanti presenti nella collezione Foscarini degli ultimi tre anni è l'apparecchio di illuminazione Wave, disegnato da Baruffi & De Santi. Già nel testo di presentazione, che ne nega le apparenze per poi ricucirle in una nuova figura ibrida nella quale sono fuse insieme, troviamo la sua linea di lettura: "Una lampada che non è una sospensione, non è un elemento decorativo fluttuante, non è un binario tecnico, ma è al contempo tutte queste cose insieme". Al di là del gioco di parole, l'idea di sospensione fluida e fluttuante che caratterizza questo personaggio-testo, per come viene enfatizzata nelle ambientazioni proposte, seduce e ci ricorda le mistiche apparizioni sospese rappresentate nelle iconografie storiche delle sacre scritture, e in particolare alcune enfatiche riletture di Salvador Dalí.

Altre figure, con un diverso linguaggio evocativo, ci arrivano dagli apparecchi a sospensione Tropico progettati da Giulio Iacchetti. Forme ampollose come sfere schiacciate, fusi o gocce sono le presenze fluttuanti simili a meduse che galleggiano liberamente nello spazio. È interessante il gioco di trasferimento che Iacchetti fa dal tradizionale lampadario a gocce di cristallo, proponendo un'idea di lampada costruita con una struttura che si modella per forza di gravità, utilizzando anelli di metallo disposti orizzontalmente, come i meridiani del globo, collegati da elementi in resina termoplastica simili a sfaccettate gocce di cristallo. Una ricerca, questa, percorsa con altri ottimi e diversi risultati da Angelo Mangiarotti nel 1967 con il sistema di ganci in cristallo Giogali. Ma il gioco di rimandi di Tropico continua, e arriva addirittura a collegarsi al mondo degli oggetti di riciclo di alcune aree del Terzo mondo come i cesti realizzati intrecciando strisce di plastica colorata e traslucida. Traslare uno o due concetti insiti nel "lampadario a gocce" alto-borghese in una forma che ricorda alcuni gioiosi modelli scaturiti dal lavoro di riciclo dei suburbi delle megalopoli africane è stato un approccio azzardato che apprezziamo, per quanto basti poco per annullare vicendevolmente la magia dell'una con la seduzione dell'altra.
Sfogliando il catalogo della collezione Foscarini, ti senti come un Ulisse che attraversa un mondo dove si approda in luoghi abitati da lampade che regnano incontrastate su quello spazio, disegnandone l'atmosfera
Tua, design Marco Zito, lampada 
da tavolo in alluminio. L’origine del progetto nasce dal semplice gesto di schermare la luce.
Tua, design Marco Zito, lampada da tavolo in alluminio. L’origine del progetto nasce dal semplice gesto di schermare la luce.
Leggerezza e immaterialità sono le espressioni peculiari del sistema di lampade Allegretto, disegnato da Atelier Oï. Il tema narrativo qui è la luce ingabbiata in un corpo virtuale che si dissolve in una trama di linee che ne descrive sinteticamente la forma. La luce, come un uccellino in gabbia, cerca di scappare fuori da ogni fessura, ma per lo più implode all'interno della gabbia per effetto del continuo gioco di riflessi. L'oggetto-testo in questione si fa leggero sia per la sua capacità di rendersi attraente come forma plastica vibrante che riflette la luce esterna, sia come contenitore che trattiene la luce per farla poi filtrare 'lentamente' dal suo interno. Anche qui è significativo osservare come questo oggetto venga valorizzato per la sua inedita proprietà di essere anche sonoro, sfiorando la sua trama di bacchette. Ancora una volta, come si legge nella presentazione del testo sul catalogo, si propone una multifunzionalità ibrida: "Una lampada, uno strumento musicale, un'istallazione? Tutto questo e ancora di più". Altro gioco di luce costretta e trattenuta, ma questa volta con un rimando all'effetto naturale della luce che filtra tra i rami intrecciati, è quello che ci propone Marc Sadler nel sistema di lampade Tress, realizzato con una trama di fibra di vetro e resina che si intreccia in una composizione casuale, per diventare un cilindro fessurato che è al contempo struttura, decoro e schermatura. L'iconicità del cilindro, leggermente rastremato, che si anima con la luce esaltando il disegno casuale della trama che lo costruisce, offre un bell'esempio di connubio tra forma semplice e molteplicità espressiva, data da alcune piccole varianti casuali: un esercizio che ricorda i buoni insegnamenti di Bruno Munari.
Le Soleil, design Vicente García Jiménez, 2009. L’effetto luminoso gioca sull’opacità del materiale.
Le Soleil, design Vicente García Jiménez, 2009. L’effetto luminoso gioca sull’opacità del materiale.
A proposito di Munari, un riferimento viene da fare anche rispetto alla lampada da tavolo Tua, disegnata da Marco Zito. Ci sono sicuramente molti concetti tipici di quella scuola: semplicità, pochi elementi, la cura del dettaglio, un unico foglio metallico, un'unica piega, un unico colore. Tuttavia l'oggetto-testo non ci sembra comunicare quella seduzione e intimità che viene suggerita nella presentazione, ma forse in questi casi (anche se in realtà varrebbe per tutti in generale) sarebbe necessario 'abitare' con questa lampada, che diviene compagna di un pezzo della nostra vita, per capirne meglio le virtù. Ci dispiace a questo punto di non avere altro spazio per fare qualche piacevole digressione anche intorno alle varie e multiformi proposte portate dalla serie di lampade a sospensione con diffusore in cemento Aplomb, disegnate da Lucidi Pevere, dallo svolazzante cappello-da-suora/lampada a sospensione Fly-Fly di Ludovica + Roberto Palomba, dall'occhio vigile e amichevole del piccolo faro da tavolo Binic della giovane designer francese Ioanna Vautrin, e dal curioso effetto alla Gehry della "catasta di piatti fine pranzo" trasfigurati nella lampada a sospensione Le Soleil del giovane designer spagnolo (residente a Udine) Vicente García Jiménez. Giampiero Bosoni
Binic, design Ionna Vautrin, 2010. Lampada da tavolo con base in ABS 
e proiettore in policarbonato.
Binic, design Ionna Vautrin, 2010. Lampada da tavolo con base in ABS e proiettore in policarbonato.

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