Voglio dire che i miei prodotti non sono disegnati per una persona soltanto o per un'unica interpretazione, sono pensati per tutti, per aprire la mente e i sensi. E, anche se mi spaventa un po' il fatto che quando le persone usano le mie creazioni "sono nudo/sotto esame", è anche molto emozionante osservare e fantasticare sui molteplici e diversi modi di utilizzare un oggetto.
Come definiresti il tuo design: slow o fast? Pensi che la lentezza possa essere un valore per te come designer?
Ho bisogno di prendermi il mio tempo per arrivare al miglior risultato.
Nella recente copper collection (collezione di oggetti in rame) hai mescolato tecniche antiche e nuove. Quanto contano nel tuo lavoro la sperimentazione e la ricerca sui nuovi materiali?
La scelta del materiale non è così importante; il modo in cui riesco a utilizzarlo e se riesco ad avere un'idea proficua per ottimizzarlo sono le cose che per me contano.
Nella serie Urushi hai utilizzato una antichissima tecnica di laccatura giapponese. Perché l'hai scelta? La storia e la tradizione hanno un ruolo importante nei tuoi progetti?
All'inizio, sono rimasto sopraffatto dalla sua bellezza, quando ho iniziato a lavorare con questa tecnica sono venuto anche a conoscenza della sua storia, della cultura e dei molti modi di usarla. E questo automaticamente è diventato parte del processo progettuale.
Ho letto su un comunicato che il tuo "approccio può essere descritto come design dall'interno verso l'esterno". Puoi spiegarmi cosa intendi?
Che tutto comincia con una sensazione
Quale opinione hai del design in edizione limitata? È un buon modo per sperimentare e innovare? O è un altro modo di fare arte?
Mi piace molto il risvolto di libertà che è possibile avere con le edizioni limitate, spazio per sperimentare e introdurre nuove definizioni di funzionalità e comfort.
E quali sono le tue opinioni sui risvolti fai-da-te del design? Quanto conta il contributo che una persona comune può apportare al progetto di un designer?
Credo che un designer dovrebbe sempre avere la piena responsabilità delle sue creazioni.
Quali sono le soluzione verso uno stile di vita e un modo di progettare più sostenibili? Pensi che lavorare con oggetti esistenti possa essere un espediente praticabile?
Ottimizzare la relazione tra uomini e oggetti.
Implementare una sorta di auto-consapevolezza negli oggetti: dovrebbero essere capaci di provocare e diventare preziosi per gli utenti e con il passare del tempo...
Progetti futuri da segnalare?
Dunque, parecchi... Sono impegnato a mettere a punto una coppia di prodotti per un nuovo marchio che si chiama Petite Friture, prodotti piccoli, fattibili e abbordabili.
Dovrei cominciare a lavorare con la manifattura di porcellana Sevres in Francia.
Lentamente, ma con regolarità, sto completando la mia seconda linea di bicchieri, intitolata "on Feet", il bicchiere da vino è già in produzione e fa parte della collezione di Thomas Eyck. Sono fatti in un pezzo unico e si reggono su piedi, gambe e container. Ogni bicchiere avrà il suo linguaggio, ma sarà anche parte di una famiglia. Ci sono poi le posate (prototipo) in ceramica tecnica, sulle quali sto lavorando.
E in questo momento sto lavorando su diversi arredi in legno, che per ora però vorrei tenere per me. Vorrei presentarli a Milano, vedremo cosa succede.