Il primo progetto di Cini Boeri su Domus

Nel 1971 Domus pubblicava un interno milanese dove il nome della grande architetta e designer nata 100 anni fa si esprimeva in autonomia, e dove i confini tra oggetto e spazio abitato si facevano sempre più sfumati.

Protagonista di una stagione leggendaria del design italiano e internazionale, Cini Boeri ha legato il suo nome a oggetti che del design hanno fatto la storia, come l’incastro di tubi che crea la lampada 602 o l’onda di vetro trasparente della poltrona Ghost. Ma è nella definizione stessa dei concetti di abitare e di oggetto che Boeri ha lasciato un segno nel suo tempo, in un pensiero di democratizzazione del design, e di sfumatura dei confini tra oggetto e spazio abitato, di arredi che si fanno spazio e si compongono fino a diventare ambienti a se stanti, come succederà nel 1972 con la famiglia degli Strips progettata per Arflex. Nel settembre di appena un anno prima, sul numero 502, veniva pubblicato un progetto di interni dove Boeri firmava il progetto in autonomia, dopo gli anni della collaborazione con Marco Zanuso: un paesaggio continuo di superfici, enfatizzate da sfondati e scuretti, dove una cucina dal sapore quasi di capsula metabolista si inseriva a fare da episodio visuale, assieme ai singoli pezzi d’arredo come la lampada Taccia di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, o le sedie Selene di Vico Magistretti.

Domus 502, settembre 1971

Interni a Milano

Di questo grande appartamento illustriamo la zona giorno e la zona dei servizi, entrambe grandi e complesse, entrambe trasformate con immaginazione e unità. La zona giorno, che occupa la parte centrale dell’appartamento, ha inglobato uno spazio in mansarda precedentemente destinato a solaio, con apertura del plafone alle due altezze e con una scala di collegamento: in basso la zona per la conversazione, in alto la zona per la musica e la biblioteca. La zona del pranzo è inglobata nel soggiorno - semplicemente sopraelevata di due gradini - e collegata direttamente con la zona dei servizi. In tutta la zona giorno non esistono pareti divisorie, ma diaframmi mobili - dei volumi su ruote -contenitori di libri (alti m 1,40).

Domus 502, settembre 1971

La zona dei servizi occupa un terzo dell’appartamento: diaframmata da pareti attrezzate, in legno, che costituiscono armadi e cabine-armadio, si raccoglie intorno alla cucina, piccolo laboratorio attrezzato all’interno di una parete curva tutta in cristallo. Nella zona giorno, pavimenti coperti in moquette grigio-topo, pareti e soffitti a stucco lucido, color avorio: a lacca uguale i mobili. Nella zona dei servizi, pareti in laminato plastico Print color blu carta da zucchero, acciaio inossidabile sui piani, cristallo.

Domus 502, settembre 1971

II soggiorno, con la scala interna che sale al soppalco. Un’ambientazione tenuta su toni neutri; gli spazi stessi, moderati nelle loro dimensioni e linee dalla omogeneità delle finiture danno posto all’inserimento di mobili molto classici, nel rispetto della azione personalizzante degli abitatori. Uno dei contenitori mobili che fanno da diaframma è un frigorifero su ruote. Divani di Cini Boeri per Cinova.