A una settimana dalla scomparsa di Günther Domenig, lo scorso 15 giugno, Domus ricorda una delle figure più emblematiche della scuola radicale austriaca. La Zentralsparkasse Bank a Vienna, a cui è dedicato l'articolo di Domus del gennaio 1980, è probabilmente una delle sue architetture più rappresentative. Qui le espressionistiche forme scultoree che coinvolgono gli stessi impianti tecnici, invadono letteralmente l'architettura, imponendo il linguaggio antiaccademico di Domenig proprio all'interno di spazi istituzionali. Attraverso gli scatti fotografici dell'epoca e soprattutto attraverso i disegni dell'architetto la sua genialità rivoluzionaria potrà essere colta in ogni singolo gesto, dall'edificio ai suoi dettagli, quasi maniacalmente preannunciati già nei primi schizzi di progetto.
Pubblicato in origine su Domus 602 / gennaio 1980
Banca Viennese
"Uno smacco per il quartiere", "una gabbia per scimmie", "un
edificio super", "un'idea grandiosa", "finalmente qualcosa di
diverso" - questi sono alcuni
dei commenti che si posson raccogliere
nel quartiere (il decimo
distretto di Vienna, Favoriten,
un distretto popolare) da quando
la primavera scorsa si è aperta
la nuova filiale della Zentralsparkasse
(una grossa banca
viennese, con sedi in tutta la
città).
Ricordando Günther Domenig
Per commemorare una delle figure più emblematiche dell'architettura radicale austriaca, presentiamo gli scatti e i disegni dell'edificio della Zentralsparkasse Bank di Vienna, pubblicati su Domus nel 1980.
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- 23 giugno 2012
Chi deplora la monotonia
e la poca fantasia della nostra
architettura e la sua dipendenza
da materiali e metodi prefabbricati,
davanti all'edificio "organico"
di Domenig che con elegante
aggressività emerge dalle anonime
facciate vicine, potrà constatare
cosa oggi è (ancora / di nuovo?)
possibile in architettura.
È da sottolineare che l'edificio è
una banca, ed è da sottolineare
che era espresso desiderio del
committente che, per reagire alle
critiche di "monofunzionalità
delle banche", il nuovo edificio
non fosse dichiaratamente di rappresentanza
e che oltre alla funzione
di istituto bancario assolvesse
anche a funzioni comunitarie,
utili al quartiere (e di fatti,
gli ultimi piani sono destinati
a queste esigenze).
Inoltre, la
Zentralsparkasse ha voluto manifestare
il proprio interesse alla
cultura contemporanea non
attraverso il consueto acquisto di
opere d'arte, ma attraverso un
edificio che fosse un vero contributo
all'architettura contemporanea.
Viene voglia di paragonare l'edificio
a un gigantesco insetto corazzato
d'acciaio, con gli organi
interni percorribili da un livello
all'altro.
Si passa davanti a caverne,
a balaustre, a fosse, a tubi,
a una mano gigantesca (quella
dell'architetto stesso), a una
cascata d'acqua (in cemento) e
così via. Una macchina, una grotta,
una scultura? L'angolo retto
in questo edificio non esiste.
L'edificio "organico" di Domenig, con elegante aggressività, emerge dalle anonime facciate vicine
All'esterno e all'interno un flusso continuo attrae verso l'alto, enfatizzato dai tiranti della struttura, dai tubi degli impianti, dalle fasce sinuose del rivestimento - un insieme difficile da descrivere, un'esperienza di spazi e di forze da fare sul luogo. Cemento, acciaio, lamiera sono i materiali determinanti, usati in un'esecuzione, vien da dire, "manuale" dell'edificio.