Pubblicato in origine su Domus 396/novembre 1962
Verrebbe il desiderio, prima di
entrare ad osservare la casa van
Dantzig a Santpoort – la più recente casa di Rietveld, che qui
pubblichiamo – di passare un
momento a visitare la casa Schröder,
la sua prima, come ci è capitato in realtà.
La casa che Rietveld costruì per la
signora Schroeder a Utrecht, nel
1924 – capolavoro e simbolo di
De Stijl, – è intatta e viva, e col
passare degli anni sempre più piena
di significato. Ne appare anche
al profano la qualità poetica e,
vorremmo dire, la solitudine. Perchè essa appare fatta tutta di
anticipazioni che poi non si sono realizzate mai, nel mondo, in modo
così completo ed unitario, così
strettamente congegnato ed intenso
come nell'originale, che pare contenga in nuce la storia stessa di
Rietveld e molto della storia moderna dell'architettura.
E questa, che è forse la più piccola, la più polemica, la più antica
delle architetture moderne, ha oggi
l'aspetto commovente della
espressione artigiana delle idee
astratte, se così si può dire. L'emozione
che oggi si prova visitandola
è non solo quella di essere dentro
un'opera e dentro un pensiero, ma
anche l'emozione della presenza
degli originali, delle forme 'prime' inventate e fabbricate da
Rietveld, consunte ora come arnesi utili ma intatte nella funzione
e nell'idea.
La ventura di sedere per un'ora,
tra le geometriche pareti della casa
Schröder, in compagnia di
Rietveld e della signora Schröder,
i due protagonisti, sulle usate sedie zig-zag (1934) sotto le lampade a incrocio (1920) precorritrici
dei prototipi Bauhaus, fra
le grandi quinte di divisione scorrevoli e pieghevoli, forse le prime
al mondo, è uno dei privilegi che
possono toccare a chi vive e viaggia
in quest'epoca.
Rietveld, Casa van Dantzig
Nel 1962, la pubblicazione di una casa privata di Gerrit Rietveld a Haarlem, è stata l'occasione per rileggere ancora una volta casa Schröder, capolavoro e simbolo di De Stijl.
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- 12 maggio 2011
- Haarlem
La casa Van Dantzig, iniziata nel 1960, sorge a Santpoort, vicino ad Haarlem, isolata, su un verde terreno ondulato, circondato da bosco. I committenti sono una giovane famiglia, con cui Rietveld lavorò in pieno accordo; e lavorò senza alcun vincolo, salvo quello di parte della struttura in acciaio (il signor Van Dantzig dirige uno stabilimento per gli acciai).
La casa sorge su un terreno fra le
dune, leggermente ondulato,
vicino a un bosco di alberi
secolari, con sottobosco molto variato
e fiorito, dove i tre bambini
hanno la loro voliera e possono costruire
delle capanne.
La casa è completamente nascosta,
dagli alberi, alla vista dei vicini.
Poiché il terreno è in pendio, si è
potuto ricavare nel dislivello, senza
scavi, il piano del garage (con
stanza da gioco per i bambini, e
stanza per l'ospite), mentre il grande
soggiorno, e le camere da letto
dei genitori e dei bambini, sono al
piano superiore.
La casa ha due aspetti diversi sui
due fronti – tutto chiuso il fronte
nord, e tutto vetrato il fronte sud.
Sul lato nord le pareti chiuse hanno
permesso un gioco di volumi
più interessante, e più vicino alla
sensibilità di Rietveld: ricorda un
poco il bellissimo fronte della piccola villa di Inpeldam del '59
(vedi foto qui riprodotta). Sono
da osservare inoltre i mattoni
smaltati, che denunciano il nuovo
amore di Rietveld per i colori
tenui e materici (abbandonati gli
antichi suoi colori puri) come già
nella casa a Inpeldam.
La casa Schröder, che è forse la più piccola, la più polemica, la più antica delle architetture moderne, ha oggi l'aspetto commovente della espressione artigiana delle idee astratte.
Dalla hall, chiusa e solo illuminata dall'alto, la veduta si apre sul luminoso soggiorno, tutto vetrato, e continua, con profonda prospettiva, lungo il grande prato piano, fino al confine del bosco. Il soggiorno, vastissimo, contiene anche la cucina: ne è separato solo da una parete-armadio, i cui scaffali, quadrati, si aprono sui due fronti: al centro della parete, un vano aperto mette in comunicazione i due tavoli che vi si appoggiano, un tavolo lungo, da pranzo, dal lato del soggiorno, e un tavolo più breve dal lato della cucina. (I fornelli sono sistemati in una nicchia profonda, nella parete nord della cucina, con aspirazione immediata all'esterno).