A Milano, il nuovo complesso abitativo Forrest in Town punta ad essere un importate campo di test per la coltivazione a “centimetro zero”. La startup torinese Agricooltur sta infatti lavorando sull’edificio per sviluppare una nuova linea di agricoltura aeroponica all’interno degli stessi edifici residenziali. Qui saranno posizionati tre filari progettati per la coltivazione tramite un meccanismo autonomo di nebulizzazione delle radici delle piante che non prevede l’impiego né di terra né di pesticidi.
“Agricooltur è nata come esperienza di produzione all’interno di un supermercato. Da lì abbiamo sviluppato il progetto unendo competenze diverse e che rispecchiano i background professionali dei tre soci fondatori” ci racconta Alessandro Boniforte, CEO dell’azienda. “Il mondo del real estate è arrivato un po’ come conseguenza. Grazie agli spazi ridotti di cui necessitano, i nostri sistemi rientravano appieno all’interno di edifici esistenti consentendo di avere soluzioni da inserire all’interno di ristoranti o spazi privati come appartamenti, dando la possibilità di poter fare un piccolo orto di casa. Nel caso di Forrest in Town il nostro sistema è stato inserito in un’area predisposta ad hoc”.
È un progetto facilmente replicabile in edifici esistenti e che non sono effettivamente nati da progetti pensati per ospitare un impianto di questo tipo, ma che in fase di ristrutturazione vogliono inserire un modulo di coltivazione aeroponico al loro interno.
Alessandro Boniforte, CEO di Agricooltur
Progettato dal Gruppo Building e DFA Partners, Forrest in Town, vicino al Naviglio Grande di Milano, sta tentando così di costruire una nuova forma di configurazione urbana con poli di coltivazione all’interno della città: un nuovo paradigma progettuale che contribuirà a definire anche i consumi e l’alimentazione.
“Per sostenere il progetto non sono necessarie competenze specifiche. Sicuramente la tecnologia è dalla nostra parte, il sistema è sufficientemente automatizzato. Dal punto di vista impiantistico, è necessario garantire una climatizzazione dell’ambiente tra i 18 e i 25 gradi Celsius. I sistemi dispongono inoltre di un’integrazione di fonte luminosa per garantire la giusta illuminazione per la coltivazione indoor. Ci siamo impegnati nella ricerca e nella progettazione perché si possa replicare il più possibile un orto e passare da micro-ortaggi, insalate, menta, zucchine ad altre piante come pomodoro e peperone”.
Questo primo esperimento su scala residenziale è quindi importante per testare la replicabilità del sistema nelle diverse occasioni, in edifici nuovi come in quelli esistenti. Lo spazio minimo richiesto da ogni modulo è di poco meno di 2mq, in cui si riesce a coltivare partendo dal seme circa 60 prodotti al mese. Il sistema richiede tecnicamente un semplice allaccio alla rete elettrica e un punto di presa idrico per fornire l’acqua necessaria alla coltivazione. “Grazie alla facilità di personalizzazione, il progetto è facilmente riproducibile e non ha dei vincoli restringenti di dimensione” continua Boniforte. “È un progetto facilmente replicabile in edifici esistenti e che non sono effettivamente nati da progetti pensati per ospitare un impianto di questo tipo, ma che in fase di ristrutturazione vogliono inserire un modulo di coltivazione aeroponico al loro interno.”
Immagine di apertura: DFA Partners with Boffa Petrone & Partners, Forrest in Town, Milan, Italy, 2023