L’antico monastero cistercense di San Maurizio, fondato nel 1619 da monaci provenzali maestri nella cultura delle erbe officinali e del vino, è immerso nel cuore delle Langhe, a Santo Stefano Belbo nel cuneese, tra paesaggi evocati da Cesare Pavese e Beppe Fenoglio; ed è anche patrimonio dell’umanità, Unesco. Oggi, il Relais San Maurizio fonde storia, natura e ospitalità d’eccellenza, grazie alla maestosità del luogo, il fascino del verde, l’alta gastronomia stellata del ristorante Guido da Costigliole, una rinomata spa che offre trattamenti esclusivi di vinoterapia e talassoterapia, e imponenti interventi artistici che uniscono tradizione e contemporaneità. L’artista britannico David Tremlett, celebre per i suoi wall drawings site-specific, concepiti per dialogare con edifici storici o spazi dimenticati, ha trovato proprio nelle Langhe una sorta di rifugio creativo. Colline che si rincorrono all’orizzonte, filari di vite ordinati come spartiti, piccoli borghi e cappelle disseminate qua e là: le Langhe sono da sempre un luogo di storie e suggestioni. E proprio qui, Tremlett ha realizzato tre opere emblematiche, legando il suo nome a luoghi che testimoniano la bellezza e il dialogo tra arte e paesaggio.
Le nuove opere di David Tremlett per un ex monastero delle Langhe
Il Relais San Maurizio è un’oasi di ospitalità dove dialogano arte, architettura e paesaggio, anche grazie al recente intervento site specific del celebre artista inglese.
Courtesy Relais San Maurizio
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- Maria Cristina Didero
- 18 dicembre 2024
La sua prima opera nelle Langhe risale al 1999, con la decorazione della Cappella della SS. Madonna delle Grazie a La Morra (1914), meglio nota come Cappella del Barolo, un rudere che Bruno Ceretto, noto produttore di Barolo, decise di restaurare coinvolgendo Tremlett e il collega artista Sol LeWitt. Tremlett tornò poi nelle Langhe nel 2017 per la cappella di Beata Maria Vergine del Carmine a Coazzolo, in provincia di Asti, su invito del filantropo Silvano Stella.
Qualcosa non aveva senso, non tornava. Ora, invece, la parte superiore dell’opera ha una connessione con la struttura della volta, il colore e la forma.
Più di recente, Tremlett ha lasciato il suo segno al Relais San Maurizio. L’artista ha trasformato uno spazio importante del monastero creando una sinergia tra il soffitto affrescato e le pareti spoglie attraverso due ordini di campiture modulari. Il livello inferiore, con tonalità decise come vinaccia, arancio, nero e grigio, funge da base visiva e dialoga con il bianco dello spazio intermedio, che separa e al tempo stesso unisce passato e presente. Sopra, i colori più delicati riprendono le nuances degli affreschi originali. “La prima volta che ho visitato la Cappella di Relais San Maurizio, ho riscontrato che la volta del White Space (nome originario dello spazio espositivo) non aveva alcun collegamento con le sue pareti. Qualcosa non aveva senso, non tornava. Ora, invece, la parte superiore dell’opera ha una connessione con la struttura della volta, il colore e la forma. La parte inferiore dell’opera costituisce ora la base, la fondazione o il luogo su cui tutto si sostiene ed è circondata tutt’attorno dal colore, dalla luce e dall'aria. In mezzo c'è il nostro orizzonte, questo è il nostro Open Space,” commenta l’artista.
Questa visione si sposa perfettamente con quella delle sorelle Giuditta e Arianna Gallo, giovani proprietarie del Relais e menti creative della sua evoluzione da quando nel 1997, il padre Domenico intraprese il restauro del monastero. “Abbiamo chiesto a David Tremlett, profondo conoscitore e amante delle Langhe, di realizzare un’opera in grado di creare un fil rouge fra arte e territorio, fra antico e moderno,” spiegano le sorelle Gallo. Questo stesso approccio si estende alla gestione della struttura, dove il recupero e la reinterpretazione di materiali locali – legno, cotto, pietra – si intrecciano con interventi sostenibili, garantendo un’accoglienza impeccabile. Designer di base a Torino, Carlotta Oddone, collaboratrice di lunga data delle Gallo, gioca un ruolo cruciale in questo equilibrio. Attraverso la scelta di tessuti, colori e dettagli, Oddone crea ambienti che dialogano con la natura circostante, adattandosi ai cambiamenti stagionali. Profumi di lavanda e legno, giochi di luce e texture tattili evocano un’atmosfera che trascende la pura estetica dell’accoglienza, radicandosi nella storia e nella tradizione più vere e lontane del territorio.
“Seguendo la forte identità del luogo, i miei interventi nel Relais sono caratterizzati dall’uso del colore e dei tessuti, ogni spazio è diverso da un altro affinché gli ospiti siano colpiti dalla cura del dettaglio e emozionati dalla unicità che si percepisce anche grazie all’artigianalità di tutte le forniture,” racconta Oddone. Visitare il Relais San Maurizio significa immergersi in un equilibrio raro e prezioso: quello tra arte, cultura e natura, in cui ogni dettaglio racconta una lunga storia.