È il 1895 quando per la prima volta apre i battenti l'Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia. Sono passati quasi centotrent’anni e nel 2024 è arrivata la sessantesima edizione della rassegna lagunare, intitolata Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere. Nel corso dei decenni, la formula della biennale, intesa come mostra internazionale legata a una città o a un’istituzione culturale con l’obiettivo di indagare il contemporaneo, si è diffusa nel mondo ed estesa a diverse discipline oltre l’arte, come l’architettura, il design, il cinema, la performance art, la danza e il teatro. Dopo le biennali di Sydney e di Venezia, quella del Whitney Museum di New York, e la Desert X AlUla, il calendario delle biennali da vedere entro fine anno è ancora ricco: ne abbiamo selezionate dieci da non perdere, in giro per il mondo.
Le biennali d’arte da visitare entro la fine del 2024
Il calendario delle biennali d’arte da vedere fino a fine anno è ricco di appuntamenti: ne abbiamo selezionati dieci da non perdere.
Foto: Biennale Matter of Art 2024 © Jonáš Verešpej.
Foto: Gwangju Folly Tour per insegnanti di scuola materna. Un docente guida una visita a Infinite Elements di Kook, Hyung-Gul & Syn, Sue Gyeong, Gwangju Folly III. Courtesy Gwangju Biennale.
Foto: The Three Chimneys. Photo © Manifesta 15 Barcelona Metropolitana | Arnau Rovira.
Foto: Rinus van de Velde, untitled (The Lost Bishop), 2012. Charcoal on wall, 240 cm x 360 cm. Courtesy Bucharest Biennale.
Foto: Courtesy Lofoten Biennale.
Foto: © Métropole de Lyon - Thierry Fournier.
Foto: Courtesy Toronto Biennial of Art.
Foto: Wat Arun Ratchawararam Ratchawaramahawihan. Courtesy Bangkok Art Biennale.
Foto: Courtesy Biennale Dakar.
Foto: Courtesy of The 14th Bamako Encounters – The African Biennal of Photography.
View Article details
- Carla Tozzi
- 07 agosto 2024
Immagine di apertura: Biennale Matter of Art 2024 © Jonáš Verešpej
La Biennale Matter of Art, fondata a Praga nel 2020, esplora le possibilità di realizzazione di progetti espositivi su larga scala come iniziative dal valore politico e istituzionale. Le edizioni del 2020 e del 2022 hanno dato voce a punti di vista alternativi rispetto ai temi del linguaggio, della comunicazione e della percezione della violenza nella società contemporanea. Quest’anno gli argomenti affrontati dai curatori Katalin Erdődi e Aleksei Borisionok, insieme agli artisti coinvolti, sono quelli del lavoro e del suo valore, ma soprattutto dei processi di cambiamento sociale legati alla dimensione lavorativa da due prospettive diverse, quella della classe operaia e quella del mondo rurale.
Pansori, a soundscape of the 21st century è il titolo della quindicesima edizione della Gwangju Biennale che nel 2024 festeggia i suoi trent’anni di attività. Il pansori è un genere musicale coreano tradizionale, un simbolo delle relazioni tra suono e spazio: questa parola significa infatti “il rumore proveniente dal luogo pubblico”, che potrebbe essere tradotto anche come la voce dei subalterni. L’idea del direttore creativo Nicolas Bourriaud e delle curatrici Barbara Lagié, Kuralai Abdukhalikova, e Sophia Park è quella di ricreare lo spirito del pansori in una mostra che, come un paesaggio sonoro immersivo, accoglie le opere di artisti internazionali impegnati nell'esplorare lo spazio contemporaneo attraverso il dialogo con le diverse forme di vita che lo abitano.
Torna quest’anno Manifesta, la biennale europea itinerante di arte contemporanea, giunta alla sua quindicesima edizione. Il 2024 è l’anno di Barcellona, ma le iniziative che questa manifestazione porta con sé coinvolgeranno tutta la Catalogna. Il team curatoriale, diretto da Hedwig Fijen con Filipa Oliveira e undici artisti, ha lavorato in questi due anni a un programma che si sviluppa su sedici sedi e spazi pubblici della regione, nell’ottica di favorire la decentralizzazione culturale. I quasi cinquanta artisti partecipanti sono stati chiamati a lavorare esplorando i legami tra storia locale e fenomeni globali come la gentrificazione, il cambiamento climatico e il colonialismo.
La Biennale di Bucarest continua a costruire una solida collaborazione tra la città e il resto del mondo. L’edizione 2024, con la direzione artistica di Daniel Roșca, non ha previsto la presenza di un curatore designato, ma l’intero team di BB11 si è identificato come collettivo curatoriale. Democracy’s Uncharted Territories è il titolo della manifestazione di quest’anno, in cui diciotto artisti provenienti da diversi paesi sono chiamati a esplorare i possibili conflitti tra la partecipazione pubblica e le restrizioni dei sistemi rappresentativi, ispirati dalle complessità della democrazia rumena.
Il Festival Internazionale d'Arte delle Lofoten – LIAF è la biennale d'arte più longeva della Scandinavia, e presenta opere di artisti locali e internazionali in un contesto attento alle peculiarità del luogo che lo ospita. Giunta alla diciottesima edizione e curata da Kjersti Solbakken, la Lofoten Biennale si propone come spazio d’incontro e sperimentazione, tanto per gli artisti che partecipano quanto per i visitatori. La curatrice ha anticipato che nell’edizione di quest’anno si lavorerà per pensare a questa manifestazione come una piattaforma per esaminare più da vicino storie locali, archivi, e collezioni che possono aiutare a svelare la storia recente della regione.
Tra settembre e gennaio torna a Lione la Biennale d’Arte Contemporanea: giunta alla diciassettesima edizione, con la direzione di Isabelle Bertolotti e la curatela di Alexia Fabre, la manifestazione di quest’anno sarà dedicata al tema delle relazioni nel mondo di oggi e sarà allestita, come sempre, in diversi luoghi della città. Tra questi, un nuovo enorme complesso culturale ricavato grazie a un progetto di archeologia industriale chiamato Grandes Locos (grandi locomotive), un capannone una volta dedicato alla riparazione delle locomotive. Più di settanta gli artisti internazionali coinvolti, per parlare degli strumenti che la contemporaneità offre per analizzare ciò che ci accade, attraverso concetti, come quelli di collettività, individualità e appartenenza, che forse necessitano di essere ridiscussi per abbracciare il presente.
Toronto questo autunno ospita la terza edizione della Toronto Biennial of Art, intitolata Precarious Joys. I curatori Dominique Fontaine and Miguel A. López hanno dato inizio alla loro ricerca con l’obiettivo di individuare e tracciare connessioni tra opere e interventi artistici che danno voce a istanze di tipo sociale ed ecologico. Sessanta artisti canadesi e internazionali sono stati chiamati per raccontare la città di Toronto ma anche la precarietà degli equilibri globali sotto molteplici aspetti, dall’autorappresentazione, alla migrazione, alla creazione di una memoria collettiva che riesca a essere realmente inclusiva.
Quarantacinque gli artisti locali e internazionali che parteciperanno alla quarta edizione della Biennale d'Arte di Bangkok. Intitolata Nurture Gaia, e curata dallo storico dell'arte thailandese Apinan Poshyananda, che ha diretto anche le tre precedenti edizioni, quest'anno l'evento si concentrerà su opere realizzate attorno ai temi dell’animismo, dell’eco-politica e del misticismo soprannaturale, indagando questioni come la femminilità divina, la resilienza ecologica, la biodiversità e il dibattito intorno all’opposizione tra natura e cultura.
Dopo un rinvio di alcuni mesi per questioni politiche e ritardi logistici, la Biennale di Dakar ha delle nuove date, quelle dell’autunno 2024, con l’edizione curata da Salimata Diop, intitolata The Wake. Circa sessanta gli artisti partecipanti, che presentano opere volte a esplorare le trasformazioni politiche, ecologiche e sociali della contemporaneità, con un focus particolare proprio sulla città di Dakar. La selezione artistica di questa edizione mette in luce la straordinaria creatività africana attraverso una vasta gamma di mezzi, tecniche e dimensioni artistiche. Dall'illustrazione alla realtà virtuale, dal sound design alla scultura e alla fotografia, il processo di selezione ha seguito un forte impegno per l'inclusione, cercando un equilibrio oltre i limiti della materia, dell'espressione e del pensiero.
La quattordicesima edizione della Biennale Africana di Fotografia, Rencontres de Bamako, celebra trent’anni di storia e presenta le opere di altrettanti artisti di origine africana selezionati da tutto il mondo, dimostrando la vivace creatività africana. Il titolo di quest'anno è Kuma, la Parola, che esplora il dialogo tra immagine e linguaggio. L'evento include mostre, progetti storici e studi fotografici temporanei, offrendo una piattaforma per riflettere sulle profonde interazioni la parola e un’arte silenziosa come la fotografia. Il dialogo tra queste due forme di espressione si fa ricco e prezioso, arricchendo l’una il racconto dell’altra.