Oltre alla Biennale d’Arte di Venezia che catalizza l’attenzione del turismo estivo, la programmazione per la bella stagione delle istituzioni culturali in giro per il mondo si fa sempre più interessante. Dal Summer Show della Fondazione Beyeler che vi avevamo anticipato a inizio anno tra gli appuntamenti più interessanti del 2024, alla personale di Yu Ji al Pecci di Prato, e per gli amanti della fotografia, non possiamo che consigliare di concedersi almeno un weekend ad Arles per l’annuale festival di fotografia estivo Les Rencontres de la Photographie.
Tutte le mostre da non perdere questa estate
L’estate si sta avvicinando, e la voglia di partire per visitare nuovi luoghi o per tornare nelle città che amiamo è sempre più forte: da New York a Shanghai, dalla mostra di Steve McQueen a quella Yu Ji, ecco gli appuntamenti imperdibili per i prossimi mesi.
Courtesy Michael Werner Gallery, New York, Londra, Berlino
Courtesy Centro Pecci
Foto Agnese Bedini, Dsl Studio
Foto My Matson/Moderna Museet. © Vaginal Davis 2024
© Grégoire Keussayan, Jean-Marie Donat Collection
Foto © Stephan Baumann
Courtesy Barbican Center
Courtesy © Ellsworth Kelly Foundation, foto © Fondation Louis Vuitton / Saywho / Antoine Ayka Lux
Courtesy The Mary Ellen Mark Foundation / Howard Greenberg Gallery
Courtesy © 2024, ProLitteris, Zurich, SCAD Museum of Art Permanent Collection, Gift of Dr. Walter O. Evans and Mrs. Linda J. Evans
© Steve McQueen. Foto Bill Jacobson Studio, New York. Courtesy Dia Art Foundation
Courtesy Pacita Abad Art Estate and Tate. Foto At Maculangan/Pioneer Studios
© Mickalene Thomas
Courtesy Takahashi Ryutaro
© Yuko Mohri © Centre Pompidou-Metz. Foto Jacqueline Trichard, 2017, Exposition Japanorama
Foto Eduardo Ortega © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved. AUTVIS, Brasil /DACS/Artimage, London 2024
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- Carla Tozzi
- 20 maggio 2024
Per i più temerari che scelgono l’asfalto bollente della città come meta per le proprie vacanze estive, abbiamo selezionato alcune mostre nelle maggiori metropoli del mondo, da New York a Shanghai. Ecco 15 mostre tutte da scoprire, e da mettere nell’agenda per questa estate.
Due artisti nati nello stesso anno, il 1932, ai poli opposti della terra, che non si sono mai conosciuti: James Lee Byars (1932 – 1997) e Seung-Taek Lee (1932) si incontrano a Venezia, a Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Curata da Allegra Pesenti, la mostra raccoglie lavori realizzati nel corso di oltre sessant’anni, ponendo l’accento sulla singolarità di questi due grandi artisti e sugli elementi di continuità formale e concettuale delle loro rispettive pratiche. L’allestimento studiato nel dettaglio crea un gioco di rimandi tra le opere e la ricchezza delle sale, che si valorizzano vicendevolmente.
Il Pecci di Prato, per l’estate 2024, presenta la prima grande mostra personale in Italia dell’artista cinese Yu Ji, con un progetto site-specific dal titolo Hide Me in Your Belly che prosegue la ricerca iniziata con la sua mostra al Cca Berlin l’anno scorso. Alla base dei suoi progetti ci sono le percezioni degli ambienti quotidiani, in cui il naturale si fonde con il costruito, e la linea di separazione tra ciò che è vivente e ciò che è inerte è sempre più sfumata. In questo caso, l’artista si confronta con il contesto della città di Prato e gli spazi del Centro Pecci, per la creazione di nuove opere accanto a lavori pre-esistenti.
La ricca programmazione del Macro per l’estate 2024 presenta la prima grande antologica dedicata a Elisabetta Benassi. Intitolata Autoritratto al lavoro e curata da Luca Lo Pinto, la mostra racconta gli oltre vent’anni di produzione dell’artista romana, la cui ricerca si è esplicitata in una varietà di linguaggi, tecniche e immagini sempre con un riferimento alla contemporaneità.
Come anticipa il titolo, l’esposizione riflette sul significato di retrospettiva e si realizza come un vero e proprio autoritratto dell’artista, in un allestimento in cui le opere sono immerse in un dialogo che crea un unico grande intervento artistico.
Magnificent Product è la prima grande personale istituzionale di Vaginal Davis, artista queer che dalla fine degli anni Settanta, con l’inizio della sua carriera poliedrica a Los Angeles, non ha mai tralasciato l’aspetto politico nel suo lavoro, dando spazio a tematiche di genere, classe e uguaglianza sociale. La sua opera pionieristica e diversificata è un insieme di stili e media, in cui il punk incontra il glamour, l'attivismo queer incontra la giustizia razziale e la resistenza incontra la gioia. La mostra di Stoccolma è un’immersione totale nella pratica di Vaginal Davis, con tre ambienti principali che permettono di guardare quest’artista dall’infinità di punti di vista che la sua opera propone.
Studio Rex era uno studio fotografico situato nel quartiere operaio di Marsiglia, fondato nel 1933 da Assadour Keussayan, un sopravvissuto del genocidio armeno nella Turchia ottomana emigrato nella città francese. Il suo studio, chiuso nel 2018, era un punto di incontro per i migranti provenienti dall'Africa settentrionale e occidentale e da altri paesi. Il collezionista francese Jean-Marie Donat ha acquistato larga parte dell’archivio fotografico di Studio Rex, che sarà in mostra al C/O di Berlino dal 1° giugno, in un’esposizione che è un invito al dialogo tra Africa ed Europa, e all’esplorazione della memoria collettiva di un passato recentissimo, mai lontano dal presente.
Cambiamento climatico, rivoluzione digitale, crescente ingiustizia a livello nazionale e globale, crisi della democrazia e comunità: l’era della policrisi è quella che stiamo vivendo e l’arte può essere d’aiuto nell’esplorare le basi della vita contemporanea. Il progetto Survival in the 21st Century sviluppato da Georg Diez e Nicolaus Schafhausen in stretta collaborazione con il Deichtorhallen, comprende questioni elementari di ecologia, tecnologia e spiritualità attraverso la visione di circa quaranta artisti.
I giochi dei bambini sono stati l’oggetto degli ultimi due decenni di ricerca dell’artista belga Francis Alÿs, che ha viaggiato in tutto il mondo per scoprirli, raccontando storie e tradizioni culturali lontane tra loro che però hanno in comune il valore che il momento del gioco può avere per un bambino, indipendentemente dalla latitudine del luogo in cui vive. Ricochets trasforma la galleria del Barbican Centre in una sorta di parco giochi cinematografico, nella prima presentazione nel Regno Unito del nucleo Children’s Games, insieme a una serie di film d’animazione incentrati sui giochi fatti con le mani, che incuriosiscono e divertono bambini e adulti.
Dopo l’incredibile mostra dedicata a Mark Rothko dello scorso inverno, la Fondation Louis Vuitton di Parigi ospita per l’estate del 2024 la più grande retrospettiva realizzata negli ultimi trent’anni sul lavoro di Ellsworth Kelly. Dipinti, sculture, collage e fotografie che raccontano la pratica multiforme dell’artista americano, noto per la sua esplorazione del rapporto tra forme, spazio, linee e colori. Più di settanta i lavori presentati, composizioni astratte che superando ogni banale categorizzazione, sono diventate punto di riferimento per le generazioni successive di artisti.
Come ogni estate torna ad Arles il festival di fotografia Les Rencontres de la Photographie d’Arles, fondato nel 1970, dal fotografo Lucien Clergue, dallo scrittore Michel Tournier e dallo storico Jean-Maurice Rouquette. Il programma 2024 con l’esposizione Encounters dedica il posto d'onore a Mary Ellen Mark (1940-2015), fotografa statunitense, conosciuta per i suoi ritratti e per i suoi lavori nel campo della pubblicità e del fotogiornalismo. La manifestazione comprende un ricco programma di mostre in vari luoghi della città, realizzate in collaborazione con varie istituzioni culturali, tra cui quella sulla storia dei graffiti intitolata All in the Name of the Name, curata da Hugo Vitrani in collaborazione con il Palais de Tokyo di Parigi.
Dal Zeitz Mocaa di Cape Town a Basilea, When We See Us: A Century of Black Figuration in Painting curata da Koyo Kouoh sarà ospitata nelle sale del Kunstmuseum di Basilea: più di duecento dipinti e opere provenienti da ventisei paesi raccontano in che modo gli artisti del continente africano hanno trattato nella pittura l'esperienza del quotidiano, estendendo la ricerca all’ultimo secolo. Come suggerisce il titolo – una variante del titolo della serie tv del 2019 “When They See Us” diretta dalla regista Ava DuVernay - le opere in mostra operano uno slittamento della prospettiva che da esterno diventa interno, mettendo a fuoco la realtà vissuta degli artisti come soggetto della propria arte.
Nell’anno in cui si celebrano i cinquant’anni della Dia Art Foundation, fondamentale istituzione newyorkese per la storia dell’arte contemporanea, le sedi di Beacon e Chelsea ospitano le opere dell’artista e regista inglese Steve Mc Queen. Una nuova opera commissionata dalla Dia Art Foundation in collaborazione con la Laurenz Foundation, Schaulager Basel, si estende nel livello inferiore dell’edificio di Beacon, intitolata Bass, un ambiente completo composto dagli elementi strutturali dell’immagine in movimento su pellicola: luce e suono.
Il MoMA PS1 fino al 2 settembre 2024 ospita la prima retrospettiva dell'artista Pacita Abad (1946-2004). Più di trent’anni di carriera dell'artista sono ripercorsi con oltre cinquanta opere, la maggior parte delle quali non sono mai state esposte al pubblico negli Stati Uniti prima di questa mostra. In gran parte autodidatta, Abad è per lo più conosciuta per i suoi trapuntos, ossia dipinti trapuntati che acquistano una tridimensionalità quasi scultorea. Trasferitasi negli Stati Uniti nel 1970 per sfuggire alla persecuzione politica del regime autoritario di Marcos, Abad ha cercato con le sue opere di dare visibilità ai rifugiati politici e ai popoli oppressi.
La pittura visionaria e potente di Mickalene Thomas arriva al The Broad con la mostra All About Love, realizzata in collaborazione con la Hayward Gallery di Londra e la Barnes Foundation di Philadelphia. La sua pratica artistica ruota attorno ai concetti di femminilità, bellezza, sessualità e genere, ponendo l’attenzione specialmente sulla rappresentazione femminile nera, amplificando le potenzialità del ritratto di comunicare il vissuto del soggetto e spaziando tra tecniche diverse, dal collage alla fotografia all’installazione.
La collezione di Takahashi Ryutaro consta di oltre tremila opere d’arte, ed è una delle più importanti per l’arte contemporanea giapponese. La mostra al MOT di Tokyo è un’occasione che affianca una lettura personale alle correnti d’arte presentate nel corso degli anni dall’istituzione giapponese, la cui collezione, per varietà e tipologia risulta complementare rispetto a quella di Takahashi Ryutaro. L’esposizione è allora una vera e propria panoramica di grande valore sulle istanze dell’arte contemporanea giapponese.
Il West Bund Museum in collaborazione con il Centre Pompidou presenta la mostra I Never Dream Otherwise than Awake: Journeys in Sound, in cui un nucleo di quindici opere della collezione di nuovi media del museo francese è accostato a lavori audiovisivi e sculture sonore di artisti cinesi. L’idea dell’esposizione è approfondire le potenzialità espressive del suono, in particolare la sua capacità di movimento e di stabilire relazioni. Questa mostra fa parte del programma dell’edizione 2024 del Croisements 60 Festival, organizzato ogni anno dall'Institut Français in Cina.
Il 2024 è l’anno che il Masp di San Paolo dedica alla storia queer e la mostra Francis Bacon: The Beauty of Meat mette in luce gli aspetti queer della produzione di uno dei pittori più importanti del XX secolo e il modo in cui la sessualità emerge in diversi momenti della sua produzione. Curata da Adriano Pedrosa, Laura Cosendey e Isabela Ferreira Loures, la mostra presenta un nucleo di circa venti opere provenienti dalle collezioni dei più importanti musei di tutto il mondo, coprendo un arco cronologico che dai primi anni della sua attività arriva fino agli anni Ottanta.