Performance di Parola, tra Gesto e Architettura è un progetto curatoriale di studioconcreto, che ha invitato a Lecce diversi artisti, collettivi e operatori culturali a lavorare nel particolare contesto di un quartiere INA-Casa. Già il titolo denso racconta bene la volontà di ibridare pratiche e discipline, un approccio che caratterizza i loro progetti.
“Anche se partiamo dalle arti visive e performative, siamo coscienti che tutti i linguaggi abitano l'architettura e hanno a che fare con gli spazi. La nostra riflessione in questo caso inizia proprio da un’idea di abitare, partendo dal punto dal quartiere in ci troviamo. Il luogo in cui avvengono questi flussi creativi coincide anche con il nostro spazio domestico,” raccontano Laura Perrone e Luca Coclite, i fondatori di studioconcreto.
Il quartiere in cui opera la coppia si trova accanto al centro storico di Lecce, ma per la sua morfologia riesce a sfuggire ai processi istituzionali di pianificazione e “abbellimento”. Niente casette in pietra rossa o chiese barocche, ma dignitosissime residenze costruite nel Secondo Dopoguerra, con una grande attenzione per gli spazi per la socialità.
“Abbiamo iniziato a organizzare conversazioni e performance in strada per evidenziare l’esistenza di punti d’incontro, spazi verdi e per la socialità, luoghi di cui spesso non si capisce il potenziale. Di fronte a casa nostra c’era ad esempio il centro sociale del quartiere, con una cucina sociale e un piccolo teatro. Allo stesso modo si è perso l’utilizzo delle terrazze, che erano storicamente utilizzate per fare delle feste di quartiere. Col tempo e in seguito a tante piccole trasformazioni molti spazi non sono più usufruibili e si è persa l’abitudine di vivere il quartiere in comune,” ci spiegano Laura e Luca.
Le Performance di Parola sono azioni non invasive, analogiche ed effimere. La presenza degli artisti non è mai imposta ma in dialogo permanente con gli abitanti del quartiere. Tra gli interventi ospitati nel progetto c’è la mostra “I – We – Yes” di Clair Fontaine, la performance Corpotesto, organizzata da Roberta Mansueto (takecare) e Marta Olivieri, una Lezione Popolare del critico d’arte Pietro Gaglianò, l’azione del collettivo Post Disaster sui tetti e tra le strade del quartiere e l’opera permanente Prima Casa del gruppo Casa a Mare. La manifestazione si è conclusa con la pubblicazione di un catalogo, accompagnato dall’installazione site-specific dello studio PLSTCT.
In questi ultimi anni abbiamo visto in ambito architettonico una grande omologazione di linguaggi e pratiche per la rigenerazione urbana: pallet, vernici per terra e fioriere fai da te sono viste come soluzioni immediate per la rivalutazione estetica di contesti periferici. Spesso però queste azioni non riescono neanche a scalfire la superficie delle questioni complesse che riguardano questi territori. Lavorare sull'intangibile significa invece agire sulle dinamiche reali di un luogo, ma anche utilizzare il linguaggio più consono alla stimolazione sensibile degli abitanti.
studioconcreto interpreta così il significato di rigenerazione: “non ci interessa creare spazi-bomboniera, ma riprendere a viverli con spontaneità.”