A Milano, ogni giorno (prima che scoppiasse l’emergenza Covid-19), la metropolitana trasportava circa un milione e trecentomila passeggeri. Tra questi anche Tiziano Demuro, nato in Sardegna, e Sergio Raffaele, siciliano, fotografi con alle spalle esperienze lavorative internazionali. I loro percorsi convergono nella città di Milano, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove i due frequentano il Biennio specialistico in fotografia. Inevitabilmente, come accade a qualsiasi forestiero trapiantato nel caotico capoluogo lombardo, la “fiumana” metropolitana entra ben presto a far parte del loro quotidiano. Milano, dopotutto, è anche la sua metro: perfino la mappa cartacea, con il suo intreccio di linee, nomi e colori, rivela una articolazione complessa ma propositiva, che rende la città viva, dinamica, europea.
UnderMilano nasce nel 2018. Alla base del progetto le sottili suggestioni che l’universo metropolitano suggerisce ai due fotografi e considerazioni attuali sulla percezione individuale dello spazio pubblico. Sergio e Tiziano non intraprendono la strada della fotografia descrittiva o del reportage, né restituiscono una didascalica ed “estetizzante” rappresentazione della metropolitana milanese. I due fotografi attuano al contrario l’attenta (eppure mai schematica) scomposizione di un’atmosfera per restituirne le impressioni, amplificate, nella carica introspettiva di dettagli isolati. Lo sguardo lucido dei fotografi non si sofferma sull’eccezione; a partire dall’osservazione dello spazio pubblico per eccellenza, la metropolitana, la fotografia di Tiziano e Sergio restringe il campo d’analisi per indagare i significati molteplici che il dettaglio più banale assume nella percezione del singolo.
Come nasce UnderMilano e in che modo il progetto si collega al vostro percorso di ricerca fotografica? Cosa accomuna le vostre esperienze artistiche e in cosa si differenziano più o meno sostanzialmente?
Dal 2018 abbiamo iniziato a utilizzare quotidianamente la metropolitana milanese, un luogo che ci ha sempre affascinato e che, da fotografi, abbiamo percepito come terreno estremamente fertile per raccontare storie focalizzandoci su attimi, dettagli e atmosfere. La nostra ricerca fotografica, infatti, si concentra sul quotidiano, la vita di tutti i giorni, cercando nell’ordinario elementi straordinari.
Ognuno di noi è attratto da momenti, luoghi e storie differenti ma abbiamo trovato un linguaggio fotografico comune per trasformare in immagini queste scoperte. E questo è uno dei punti di forza del progetto UnderMilano.
Cosa vi colpisce maggiormente di questo articolato mondo sotterraneo?
La metropolitana milanese è attraversata, ogni giorno, da oltre un milione e trecentomila passeggeri. Far parte di questo flusso ci ha dato la possibilità di leggere questo “nonluogo” come una geografia laterale che soggiace al mondo esterno e sembra muoversi con ritmi propri. Durante i nostri viaggi metropolitani siamo costantemente concentrati su ciò che ci circonda, ciò che sentiamo familiare e ciò che invece ci appare come estraneo, ma che comunque attira la nostra attenzione. Un dettaglio di un indumento, un angolo illuminato o un oggetto abbandonato, possono caricarsi di suggestioni e attraverso la fotografia aprire un immaginario nuovo e insolito.
Credete che la fotografia rappresenti il medium più adatto per approfondire le considerazioni preliminari che sottendono al progetto UnderMilano?
UnderMilano non ha come obiettivo quello di intraprendere una ricerca antropologica o documentativa all’interno della metropolitana milanese. Non pensiamo che la fotografia sia un medium in grado di trasmettere una visione totalizzante, ma è di certo lo strumento con cui ci sentiamo più a nostro agio perché in grado di trasmettere la nostra personale visione.
Il più banale dettaglio, se interpretato dallo sguardo, è in grado di raccontare una storia e contestualizzarla in una precisa atmosfera. In questo gioco di prospettive, che ruolo ha l’occhio del fotografo?
Il quotidiano è pieno di dettagli all’apparenza insignificanti e banali, a cui non diamo peso. E in UnderMilano sono proprio questi gli elementi a cui diamo maggior rilevanza e attenzione e che ci trasmettono linfa vitale per la narrazione. La nostra ricerca punta a mettere in luce gesti, dettagli e spazi pubblici reali, come quelli della metropolitana milanese, e a catturarli con prospettive nuove e insolite. Ecco perché l’occhio del fotografo per noi ha un ruolo fondamentale: ha il compito di raccontare un ambiente familiare e di routine in modo nuovo e originale.
Negli ultimi mesi il progetto è (quasi involontariamente?) diventato testimonianza esplicita dei cambiamenti e dello spopolamento degli spazi pubblici causato dal coronavirus. Cambia lo spazio pubblico e cambia la fruizione dello stesso. Ma cambiano anche lo sguardo e la consapevolezza di chi osserva?
Il Covid-19 ci ha imposto nuovi modi di vivere gli spazi pubblici e certamente anche quelli della metropolitana. Da fotografi e da passeggeri abbiamo osservato con attenzione questo nuovo modo di fruire i mezzi pubblici e ci siamo ritrovati testimoni di un cambiamento sociale importante. Da circa un mese, con le dovute precauzioni e accorgimenti, abbiamo iniziato nuovamente a utilizzare i mezzi pubblici e a fotografare. Ma il nostro sguardo e il nostro modo di approcciarci alla narrazione visiva di UnderMilano non è cambiato.
Il progetto riscuote un significativo consenso su Instagram, dove ha assunto la forma di “diario”. Il reticolo di immagini pubblicate su @UnderMilano è in grado di restituire, nel suo insieme, l’atmosfera che permea ogni singolo scatto, la cui forza sembra esprimersi con maggiore immediatezza nell’accostamento agli altri. In tempi recenti il mondo dei social, specialmente Instagram, si pone sempre più spesso a servizio di progetti fotografici e non solo. Sapreste segnalarcene alcuni che, a vostro parere, meritano particolare attenzione?
Instagram è un importante mezzo di comunicazione e per la fotografia si può rivelare un mezzo molto efficace per far conoscere i propri progetti. Così infatti è per UnderMilano che sta avendo sempre più seguito sui social. Su Instagram ci sono diversi account dedicati a progetti che riteniamo interessanti, come @conformi_ , @derebussardois o @insta_pier.
Che futuro immaginate per UnderMilano?
UnderMilano è nato fin da subito come progetto editoriale, stiamo lavorando perché presto diventi un libro. Continuerà comunque a vivere anche sui social e in particolare su Instagram, come diario quotidiano della vita metropolitana milanese.