Grayson Perry. Contraddizioni dialettiche tra verità e artificio

A Parigi la più estesa ricognizione dell’artista inglese in Francia include oltre 60 lavori e una medaglia disegnata specificatamente per l’occasione.

Copyright : Monnaie de Paris

Solamente quando ci si trova abbastanza vicino ai lavori si comincia ad assorbire la capacità narrativa riservata definitivamente alle materie complesse; ma, anche allora quel suo particolare flusso ultra-figurativo può essere difficile da distinguere, da immaginare come un intero. Ceramiche, sculture in bronzo, in ghisa, stampe e arazzi ipostatizzano uno sguardo ironico e grottesco su tematiche universali come identità di genere, classe di appartenenza, religione e ovviamente sessualità. L’estesa analisi monografica sull’opera di Grayson Perry vanta, a Parigi, allestimenti estremamente ricercati creati per restituire valore ai diversi media attraverso i quali essa spande: una medaglia cesellata appositamente dall’artista, 55 lavori, un arazzo alto 8 metri, la Comfort Blanket, e sessanta medaglie selezionate a partire dall’innumerevole collezione del Monnaie de Paris.
Infatti, assieme ai lavori di Grayson Perry e alle sue fonti iconografiche, è attualmente esposta anche una selezione di medaglie religiose e oggetti da collezione, liberamente connessi alla storia inglese. Ma all’interno delle sezioni di Grayson Perry. Vanity, Identity, Sexuality, il lussureggiante edificio neoclassico emerge come il vero protagonista dell’intera scena, faticando a rimanere in secondo piano.

L’attuale complesso affacciato su Quai de Conti, nel sesto arrondissement, è stato realizzato su decisione di Luigi XV. Jacques-Denis Antoine è stato l’architetto in grado di interpretare il progetto del re e di costruirlo sulle fangose sponde del fiume, dando vita ad una zecca di stato. Monnaie de Paris è stata inaugurata ufficialmente, nella sede in cui si trova oggi, nel 1775. Un superbo esempio di affermativa architettura Neo-classica. La parte principale del complesso, che ospita gli uffici amministrativi si affaccia ancora oggi sulla senna e segue il Quai de Conti per 117 metri. E’ fiancheggiata da due ali che si affacciano rispettivamente su Rue Guénégaud e Impasse Conti, mentre la sua imponente facciata appare costantemente semplificata e agiatamente classica. Il complesso è fra gli edifici considerati Monument Historique e vanta un salone d’ingresso magniloquente, nonché la più lunga serie di stanze attigue di tutta Parigi, con vista sulla Senna, camere raggiungibili grazie a scaloni impressionanti.

Copyright : Monnaie de Paris
Grayson Perry Death of a Working Hero, 2016 (dettaglio), arazzo

Mille metri quadrati di spazi espositivi dedicati all’arte e dopo Tadashi Kawamata, David LaChapelle, Jean Prouvé, Marcel Broodthaers, Maurizio Cattelan e la mostra dello scorso anno dal titolo Women House, il Monnaie de Paris sta dando il benvenuto al vincitore del Turner Prize (2003) Grayson Pery, un artista apertamente femminista, teoretico di un nuovo ruolo e di un nuovo riposizionamento dell’uomo nella società.
Fino al 3 febbraio 2019, Grayson Perry. Vanity, Identity, Sexuality porta con sé diversi, sottili e inconfessabili riferimenti autobiografici di Perry, come: i legami con una violenta infanzia atipica, la famiglia frammentata e il proprio alter ego en travesti, la celeberrima Claire. Le sue allegorie altamente istoriate e le raffigurazioni possono essere lette (propriamente presso le Monnaie) da entrambi i lati della medaglia: attraverso questioni legate alla decorazione e al decoro, alla classe di appartenenza e al gusto, così come allo status dell’artista in contrapposizione alla ricchezza del sapere artigiano. In numerosi dei suoi lavori lui sfida l’idea di mascolinità tradizionale e dimostra come il suo valore e i tratti esposti, e i limiti imposti siano estati finalmente erosi.

Greyson Perry, Kenilworth AM1 (2010), nella sezione (New) Masculinity

La più grande questione che possiamo porci è chiedere a noi stessi chi siamo e che cosa vogliamo.” Ha affermato, per questa mostra, l’artista inglese. “Potrebbe apparire una semplice indagine ma se noi ci poniamo queste due domande seriamente e in profondità di rivelano densissime e capaci di smuoverci visceralmente. […] Io ho trovato queste due domande una sorta di rivelazione e da quel momento rivolgo gli stessi, medesimi interrogativi anche alla società che mi sta di fronte.” In scia a questa chiave di lettura, la mostra occupa due piani del Monnaie de Paris ed è divisa in dieci capitoli, dieci sezioni tematizzate che attraversano tanto la reverie quanto l’immaginario di Perry. Dalla prima sezione incentrata sull’Identità (Identity) fino alle ultime dedicate a Divinità (Divinity) e Vanità (Vanity), l’artista offre un diario di viaggio assertivo all’interno di un universo intra-culturale. Le sue dichiarazioni poetiche includono, fra le altre: abbinamenti di moda disegnati da Grayson Perry (2007); vestiti disegnati da Angus Lai per l’artista (2014); un Vestitino d’artista (Artist’s Robe, 2004); ma anche il Reclining Artist (2017); Transvestite Looking in Mirror (2009); Women of Ideas (1990); Precious Boys (2004); I Am a Man (2014) e Claire with X92 (1999).

Ma la stanza più sorprendente rimane quella dedicata ad ospitare l’impossibile, l’imponderabile Kenilworth AM1 (2010). In questa sezione etichettata come (New) Masculinity, Perry compie una ricerca surreale riguardo alle modalità secondo le quali il temperamento dell’uomo è creato, rivelando, cioè, l’entità delle influenze che rendono i ragazzi figure sociali ben delineate dai loro padri o dai loro educatori di riferimento. In una sorta di affettata teca espositiva, un orsacchiotto viene mostrato sulla parte finale di una motocicletta, riccamente personalizzata quasi fosse una papa-mobile. L’artista utilizza il proprio oggetto transazionale, l’orsacchiotto, come un esempio che potrebbe sviare, per allitterazione, rispetto ai soliti modelli dominanti di mascolinità, quasi ad indicare un modello alternativo che potrebbe presentarsi, sardonicamente come “facile da parcheggiare, con un grosso serbatoio, con la sella per bambini e con un consumo di carburante limitato”.

Lontano dall’essere un teatro esasperante della crudeltà, Grayson Perry. Vanity, Identity, Sexuality si dispone come un palco della messinscena, una finzione espressiva ed edulcorata all’interno della quale tutto diventa eccessivo e allo stesso tempo trattenuto, negato. Nella molteplicità di Perry, il punto focale più importante rimane sempre non-notabile, una sorta di scena del crimine al fondo di un collage di stoffa, perso nell’insieme di un assemblaggio composto da ricami bluastri (Battle of Britain, 2017), un dettaglio incongruo ma investito, allo stesso tempo, di  potere simbolico e pittorico; un’indicazione dell’approccio raffigurativo davanti al quale lo spettatore viene chiamato a rendere testimonianza; un dettaglio che Perry ama accentuare nella frenesia dei suoi racconti per immagini, utilizzando un ritmo enfatico e denotando la massima partecipazione da artista nel paesaggio della finzione.

Titolo mostra:
Grayson Perry. Vanity, Identity, Sexuality
Date di apertura:
Dal 19 ottobre, 2018 al 3 febbraio, 2019
Curata da:
Lucia Pesapane
Sede:
Monnaie de Paris
Indirizzo:
11 Quai de Conti - 75006 Parigi

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