Il programma prevede un focus sull’arte colombiana e latino americana, ma anche un dialogo con il circuito artistico locale, nazionale, e internazionale.
Il MAMM si è recentemente inaugurato con una serie di mostre che hanno voluto tracciare le direttive per il futuro: la retrospettiva di un artista colombiano, José Antonio Suárez Londoño, consistente in uno straordinario caleidoscopio di centinaia di disegni piccolissimi e minuziosi, carichi di riferimenti alla cultura e alla tradizione umanistica e alla realtà colombiana, soggettivamente reinterpretata. A questo mondo intimo, personale, talvolta ironico, ha fatto da contraltare la mostra collettiva “In and Between Geographies”, un’esplorazione della geografia contemporanea, fatta sempre più di trasferimenti geografici fisici ma anche mentali, psicologici, intellettuali, che rispondono a esigenze diverse.
Il museo ha anche riorganizzato l’esposizione di opere di Débora Arango, autrice di un lavoro potente e dirompente, che nel 1987, poco prima di morire, al museo donò un corpus di 233 opere in pittura e in ceramica.
In questo momento infatti la scena artistica colombiana non solo è tra le più vibranti del mondo per quanto riguarda gli artisti attivi, ma è anche oggetto di un rinnovato interesse per quanto riguarda le figure delle passate generazioni, quali, appunto Arango, Pedro Nel Gómez, Beatriz González.
Anche Medellín, seconda città del Paese, sta tornando a vivere. Simbolo per decenni di una tragica débacle civile, e in preda, fino a pochi anni fa, a una violenza indiscriminata e devastante dovuta al narcotraffico e alle guerriglie armate, la città è tuttora fortemente segnata; ma esprime l’energia straordinaria che connota le grandi imprese.
I primi segnali di riscossa risalgono a circa 15 anni fa. Probabilmente proprio la situazione di emergenza assoluta e non più procrastinabile le diede, allora, la forza di reagire mettendo in campo un percorso straordinario di peace building e di risposte creative radicali ai problemi esistenti. Il concetto portante di questo processo, sin dal suo avvio, è stato che cultura, conoscenza, architettura e urbanistica sono strumenti fondamentali per lo sviluppo sociale e che, al fine del successo di un processo di rigenerazione, libri e arte abbiano la stessa basilare importanza della rete idrica ed elettrica e delle altre infrastrutture: tutti quanti antidoti contro la povertà, che è condizione culturale, sociale e materiale insieme.
Agli interventi strutturali e logistici se ne aggiungono altri tesi a restituire riconoscibilità e vivibilità ad aree estreme; è il caso dei graffiti che corrono lungo il percorso apertosi grazie alla scala mobile. Del resto a Medellín quella dei murales che raccontano la città è una tradizione: tra i suoi maggiori esponenti c’è stato Pedro Nel Gómez, che tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta metteva in forma d’immagini la realtà della città in fase di industrializzazione.
Pitture murali di Pedro Nel Gómez sono presenti nella bellissima sede modernista di una delle maggiori e più antiche istituzioni artistiche di Medellín, il Museo de Antioquia: “Un museo d’arte moderna, con un orientamento contemporaneo”, sottolinea la chief curator del museo Nydia Gutierrez. E infatti proprio il Museo de Antioquia, in sinergia con il MAMM, ha attivato, circa un decennio fa, un incontro internazionale a cadenza quadriennale che funge da momento d’incontro e di scambio internazionale per la città, MDE.
A Medellín hanno anche un ruolo fondamentale la rete degli spazi indipendenti, mentre le gallerie stanno sorgendo numerose negli ultimi anni.
Solo per citarne qualcuno: tra i più vitali ci sono senz’altro la storica Galería de la Oficina, animata, tra l’altro, da Alberto Sierra, anche co-fondatore del MAMM; la Galería è stata punto di riferimento fondamentale per artisti di diverse generazioni, come Beatriz González e Jorge Julián Aristizábal, o ancora Casa Tres Patios, il cui lavoro è fortemente radicato nel contesto. Attualmente, nell' ambito di MDE15, Casa Tres Patios ospita, tra gli artisti in residenza, Bert Theis artista lussemburghese di nascita, italiano di adozione, particolarmente interessato alle strategie urbane di difesa dello spazio pubblico dal basso. Nato più recentemente per iniziativa di un gruppo di artisti e curatori delle generazioni più recenti è Timebag, che organizza interventi temporanei in grandi spazi in disuso, quali ospedali o vecchie fabbriche.
Di fatto, l’intera città è tesa in uno straordinario sforzo rigenerativo che riguarda il tessuto sociale e la vita quotidiana e che comporta uno scambio di esperienze basato sulla conoscenza, e in cui l’arte e la cultura sono chiamate a fare una parte importante.