L'invito risulta perfetto non soltanto nell'arte contemporanea, per i cinque artisti finalisti del premio (Tomaso De Luca, Chiara Fumai, Invernomuto, Davide Stucchi, Diego Tonus), ma sarebbe uno slogan d'aiuto all'intero Paese.
Nell'ex Ospedale dei Bastardini di Bologna non si assiste in generale a un incendio apotropaico, da farti accapponare la pelle; e, dalle ceneri, non sempre scaturisce una rinascita. Eppure, la suggestione di Durham aleggia, si fa largo nel cortile, entra – un po' per forza, un po' per caso – dentro gli spazi destinati a ciascuno dei finalisti. La mostra è un percorso circolare, articolato in cinque stanze, dagli intonachi sgretolati e rattoppati, che lasciano pensare a una volontaria fatiscenza. Dissimili ed eterogenei fra loro, gli artisti hanno portato un progetto dentro questo luogo, (anzi due: uno in mostra, l'altro sul tavolo dei giurati in forma di studio per il futuro prossimo), impegnandosi a sviluppare un dialogo solido e coerente con la propria ricerca.
La giuria, composta da curatori stranieri (Galit Eilat, Marina Fokidis, John Peter Nilsson, Chiara Parisi, Dirk Snauwaert), ha premiato Chiara Fumai, con la sua performance video in cui rilegge il manifesto SCUM di Valerie Solanas