Nata a Biarritz, Pane trascorre l'infanzia e l'adolescenza in Italia; lascia il paese nel 1961 per studiare all'Accademia di Belle Arti di Parigi. Dopo aver concepito una serie di opere in studio, nel 1968 sente il bisogno di abbandonare luoghi e percorsi deputati e di uscire nella natura, intesa come luogo di memoria e come generatore di forza poetica; il corpo è, già in quella fase, centrale nella sua pratica artistica. Inginocchiata su un prato, le mani coperte di terra, o mentre sposta pietre da una zona in ombra a una di sole, o quando si aggrappa alla roccia aderendovi con tutta se stessa, l'intento fusionale è evidente: le azioni che Gina Pane realizza esprimono il desiderio di ristabilire una relazione primaria con la fonte primigenia di ogni energia.


Sin dalla prima azione, Pane introduce l'elemento della prova, della resistenza e della sofferenza scalando, con sforzo e con dolore, una struttura metallica appuntita appositamente realizzata




