Room for Thought: Madelon Vriesendorp e Charlie Koolhaas

Alla Galleria Lucy Mackintosh di Losanna, un'artista e una fotografa, madre e figlia, giocano con uno spazio unico e tutto per loro.

Innanzitutto l'incanto di una gallerista innamorata del proprio lavoro, felice di creare mostre per il proprio piacere, ricevendole come doni dei suoi artisti: Lucy Mackintosh. Nella grazia di uno spazio unico nel suo genere, che ospitava prima il prestigioso dipartimento di architettura dell'università di Losanna, ridisegnato per diventare galleria dagli architetti Decostered & Rahm con sapienza e raffinatezza rare, che permettono a chi vi installa ogni finezza e possibilità. Tutto questo sicuramente non per caso capita a Losanna, una città cosmopolita, di cui si sono innamorati a suo tempo Chanel come Mozart, Schelley come Cocteau, Byron come Simenon, anche per questa sua capacità di far improvvisamente esistere cose altrove impossibili. È qui così che su proposta di Lucy Mackintosh, non lontano dalla graziosa stazione e dallo splendido lago Lemano, sono venuti a giocare con uno spazio unico e tutto per loro Madelon Vriesendorp e Charlie Koolhaas, madre e figlia.

Della prima si sa quanta importanza abbia avuto per la nostra contemporaneità fondando nel 1975 l'Office for Metropolitan Architecture (Oma) insieme a Rem Koolhaas, al quale avrebbe regalato in seguito alcuni dei disegni più belli del libro Delirious New York, di cui firmava anche l'indimenticabile copertina. Di Charlie, con alle spalle studi di sociologia alla NewYork University, si conoscevano la collaborazione a diverse riviste d'avanguardia fotografica tra le quali la sofisticata TANK, la creazione di un giornale internazionale in Asia, UNIT, e una serie di appassionanti fotografie del Cairo pubblicate inizialmente proprio su Domus.

Il titolo dell'esposizione della quale oggi vi parliamo è "Room for Thought". Loro ne sono le autrici. La prima cosa che colpisce è il misterioso scambio che hanno immaginato con il luogo in cui hanno allestito, scommessa dalla quale hanno ricevuto almeno quanto hanno donato. Un'articolazione sussurrata di giochi senza mai dire io, se non quando farlo può comporre una variazione sul noi. Colpisce l'accordo delle forme d'espressione (fotografia, scultura, misteriose scatole assolutamente deliziose in pieno spirito surrealista). Sorprende la scelta, immediata, quanto rischiosa, di aprirsi immediatamente all'esterno disegnando leggermente in volume, sospese sopra ad alcune fotografie, delle cornici che danno così all'insieme la forma di finestre; siamo in una camera ideale e meravigliosa dalla quale si osserva il mondo e nella quale è il mondo stesso a raggiungerci e a guardarci. Lo si osserva pensando all'esterno, ma lo si scopre, anche, attraverso le sculture e gli oggetti di Madelon e le fotografie di Charlie e i suoi montaggi. Le foto accostate l'una all'altra con intelligenza non scompaiono, al contrario compongono associazioni mentali rapidissime, aggregandosi e disgregandosi in funzione del fatto che le si guardi da sole (può accadere per pochi istanti) , come insiemi (è di primo acchito la reazione più naturale), isolate o in dialogo con le forme di Madelon (passaggio questo assolutamente obbligato per la simpatia che circola tra le une e le altre). Connessioni istantanee, sensazioni improvvise, incontri singolari con oggetti per noi al tempo stesso familiari e lontani.

Questo gioco tra l'intimità di una camera e la sorpresa del mondo prosegue, intanto perché ritornano in una serie di piccoli personaggi, che si direbbero quasi di ispirazione messicana, innumerevoli variazioni su eroi controversi dell'iconografia contemporanea e in secondo luogo perché fotografie e oggetti non cessano di stupirsi e interrogarsi sul nostro modo di mescolare culture, forme, idee singolari, città ideali. Non mancano eco della storia, ottenuti attraverso l'invenzione di divertimenti simili a quelli dei migliori surrealisti e atmosfere quasi magrittiane in certi casi al punto d'arrivare quasi alla perdita di sostanza dei diversi piani dello sguardo. Una gestione del segno (spesso qui osservato in volume) nel dispositivo potrebbe far pensare alla grazia improbabile di alcuni grandi illustratori e disegnatori (Steinberg per esempio). Un muro o una porta, un corpo, uno sguardo fotografati si scontrano con questo o quel misterioso oggetto posato da Madelon nello spazio e mutano il nostro modo di guardarlo (e viceversa). Giudicare e integrare quanto ci colpisce può farsi con estrema rapidità, come, si diceva, in consonanza con certa tradizione popolare. Tutto assurdamente vive e inventare, scoprire, diventa dunque dialogare con piacere insieme al mondo. Federico Nicolao

Room For Thought with Madelon Vriesendorp & Charlie Koolhaas
Lucy Mackintosh Gallery, 7 avenue des Acacias, Losanna

Ultimi articoli di Arte

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram