Lo studio Wespi de Meuron Romeo colpisce ancora sulle sponde settentrionali del Lago Maggiore, con un progetto che riflette una rara sensibilità per il contesto storico senza rinunciare alle sperimentazioni contemporanee. Casa ME a Brissago, località poco oltre il confine italiano della sponda piemontese del Verbano, sorge tra i “luoghi d’affezione” degli architetti in quella “patria elettiva” che abbraccia l’alta Lombardia, il Lago Maggiore e il Canton Ticino.
Il progetto ha trasformato una vecchia casa contadina immersa nell’atmosfera del Verbano lasciandola in uno stato di apparente rovina, con interventi chirurgici che mettono in mostra le qualità intrinseche dell’edificio originale. L’approccio di “conversione delicata” che caratterizza il lavoro degli architetti non punta alla conservazione integrale, bensì a una trasformazione attenta, che lascia in vista i muri in pietra locale, integrando grandi aperture asimmetriche che orientano lo sguardo verso il paesaggio lacustre.
La casa si apre quasi esclusivamente verso il lago, creando una relazione diretta con l’ambiente naturale e valorizzando l’ampiezza delle murature storiche, che ora presentano ampie bucature “ritagliate” in aggiunta a quelle originali, talvolta a filo esterno e talvolta interno, enfatizzando la complessità dell’edificio.
L’intervento ha permesso di “svuotare” la casa dall’interno, generando un’ampia zona giorno a doppia altezza che mette in comunicazione le varie aree della casa. La distribuzione degli spazi è articolata secondo una serie di piccoli ambienti concatenati tra loro in un percorso labirintico, reso ancora più suggestivo dall'aspetto grezzo delle pareti, che enfatizzano il carattere austero dell’edificio.
Tra gli interventi significativi, la trasformazione della vecchia volta del seminterrato, sostituita da un soffitto in cemento armato per l’integrazione di un ascensore. Questo piano è stato pensato per ospitare la zona giorno, con cucina e sala da pranzo direttamente collegate al giardino, creando un rapporto autentico con il vigneto circostante, nei cui pressi un tavolo in cemento armato aggettante riprende come una firma altri progetti dello studio.
Al piano superiore, la rimozione del soffitto ha consentito di mettere in risalto la struttura a capriata del tetto, grazie a una vetrata orizzontale che collega visivamente gli spazi interni. Le aperture verticali preesistenti ai livelli superiori sono state mantenute, mentre tre nuove finestre di forma quadrata, per cucina e soggiorno, donano una luce più intensa agli interni senza interferire con la struttura originale.
Casa ME si inserisce così nel solco della ricerca architettonica di Wespi de Meuron Romeo, che sceglie di recuperare e al contempo reinventare spazi storici, creando un ambiente ascetico e in equilibrio tra passato e presente.
La pietra e il legno riemergono con naturalezza – come doveva essere in origine – dopo la rimozione degli intonaci, in un dialogo tra vecchio e nuovo che conferisce a questo edificio rurale un senso di appartenenza e continuità con l’architettura e il paesaggio del Lago Maggiore.