Distesa sul suo promontorio tra la laguna di Orbetello, il Monte Argentario e le spiagge bianche della Marina di Capalbio, Ansedonia è una località turistica rinomata, luogo di rilievo nell'estate italiana di diverse stagioni. È qui che nei decenni l'architetto romano Oreste Martelli Castaldi ha firmato molte residenze estive per una committenza facoltosa ed esigente, come la Villa Tonda all'Oliveto, costruita tra il 1969 e il 1978, e la Casa Chimera, una creazione wrightiana che un altro architetto, Daniele Marcotulli, ha recentemente rinnovato.
Casa Chimera è una costruzione in cemento armato e pietra locale, un brillante esempio dell’architettura organica tanto cara ai professionisti della scuola romana. Progettata negli anni ‘90, rimaneggiata nel corso degli anni, coll'intervento di Marcotulli tra il 2022 e il 2023 ha conosciuto un restauro filologico, dove il suo carattere è stato valorizzato anche dall'inserimento di alcuni elementi contemporanei negli interni.
La villa risulta perfettamente integrata nel verde, ed è dotata, come nel caso delle migliori abitazioni wrightiane, di un cuore comune ai due livelli, attorno al quale ruotano i principali ambienti. Le sequenze di spazi sono orchestrate in una dinamica di assonanza e dissonanza, creando un dialogo continuo tra aperto e chiuso, tra compresso e dilatato.
Scelta da un giovane imprenditore come buen retiro, dove conciliare relax e divertimento, momenti intimi e occasioni conviviali, la casa è stata riorganizzata nei suoi ambienti, facendo della cucina il cuore dell'organismo e creando una sala cinema, un ambiente dedicato al relax e nuove stanze per gli ospiti.
Il progetto di Marcotulli stabilisce una continuità tra nuovo ed esistente, tra piano terra e livello interrato, tra interno ed esterno. La nuova distribuzione e l'accostamento di materiali contrastanti, come il legno e le superfici a specchio, si traducono in spazi metafisici, con illusioni ottiche, giochi di luce e ambienti amplificati.
“La continuità con lo stile esistente ai piani superiori e la forte relazione con l’esterno hanno guidato le scelte materiche e cromatiche del progetto" spiega infatti Marcotulli. "Il legno che riveste il soffitto è un riverbero della pavimentazione in parquet del piano terra, con un aspetto grezzo e ruvido, messo in contrasto con la raffinatezza degli specchi che caratterizzano ampie porzioni di pareti”.
Per il pavimento viene scelta una superficie continua in cemento-resina dalle tonalità calde della sabbia, in continuità con il cotto esistente. Le atmosfere delle camere da letto rispecchiano quelle degli ambienti comuni, con l’uso di legno, resina e specchi. Nei bagni invece la lucentezza delle Azulejos portoghesi si affianca alla grana ruvida dei lavabi in marmo biancone di Trani.
Nella sala cinema, nascosta dietro pannelli scorrevoli specchiati, prevale una sensazione morbida e avvolgente, con moquette a pavimento e pannelli a parete rivestiti in velluto blu navy.
La Casa Chimera dei giorni nostri rappresenta quindi un esempio emblematico di coabitazione tra storia, contemporaneità e ricerca del dettaglio, in un’opera che riflette il passare del tempo.
A cementare questo legame, i percorsi aerei che dal giardino conducono alle terrazze e al tetto, la proiezione verso il parco di ulivi secolari e il paesaggio che abbraccia l’Argentario, la spiaggia della Feniglia e Orbetello, conferiscono all'insieme un'atmosfera cromatica di verde e azzurro di grande impatto visivo.
Immagine di apertura: foto © Eller studio