Questo articolo è stato pubblicato precedentemente su Domus 1091.
In India, un progetto concepito come estensione della natura
Poco distante da Bangalore, il centro comunitario progettato da A Thresold e realizzato dalla comunità locale rispetta la tradizione architettonica autoctona.
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- Shaikh Ayaz
- 27 giugno 2024
- Kaggalipura, Bangalore, Karnataka, India
- A Threshold
- 165 m²
- 2022
In un mondo che pare ossessionato dai progetti architettonici più tracotanti, alcuni studi, come A Threshold, con base nel sud dell’India, a Bangalore, pensano in modo più ecologico e ridisegnano quietamente il futuro del pianeta, con un impatto sul settore dell’architettura e del design. Il centro comunitario e multifunzionale da loro progettato in chiave ecologica, Subterranean Ruins, evoca un diverso tipo di imponenza, armoniosamente legata al suolo, all’identità e alla cultura locali. Costruito all’interno di un rigoglioso frutteto di 1,2 ettari a Kaggalipura, poco distante dalla megalopoli di Bangalore, questo progetto architettonico pluripremiato offre una soluzione costruttiva sostenibile.
Soggiornare in questo ritiro campestre, che nei fine settimana funge anche da agriturismo, crea l’impressione di vivere all’interno di un’opera d’arte. Il nome stesso non è un semplice espediente: è una descrizione sorprendentemente azzeccata per un rifugio di laterizio. Subterranean riflette l’integrazione spontanea del progetto e l’uso innovativo dei flussi e riflussi naturali del paesaggio, mentre Ruins evoca la bellezza primitiva delle grotte indiane come Ajanta, Ellora ed Elephanta.
Il nostro progetto non solo rispetta il carattere originale del terreno, ma offre anche agli abitanti una connessione con la terra, creando una serie di spazi intriganti che evocano un senso di riparo e intimità.
Avinash Ankalge
Inizialmente l’edificio pare mimetizzarsi, tuttavia cattura rapidamente i sensi con i suoi spazi cavernosi, che si rituffano nella terra con estrema naturalezza. La topografia della piana, che presenta un dislivello di quattro metri, ha offerto alla struttura costruita l’opportunità di immergersi nel paesaggio, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente circostante e offrendo vantaggi pratici come l’isolamento naturale e il controllo climatico.
Contemporaneamente è stato sviluppato un sistema di raccolta dell’acqua piovana per supportare le pratiche agricole esistenti. “Il nostro progetto non solo rispetta il carattere originale del terreno, ma offre anche agli abitanti una connessione con la terra, creando una serie di spazi intriganti che evocano un senso di riparo e intimità”, spiega l’architetto Avinash Ankalge, confondatore insieme a Harshith Nayak di A Threshold nel 2020. Le pareti e i pavimenti a vista, che conferiscono allo spazio un carattere intrecciato al luogo e alla sua storia, sono stati realizzati con mattoni rossi e pietra naturale provenienti da cave e fornaci vicine. In linea con le tradizioni architettoniche locali, mattoni e pietre sono stati legati insieme con malta di calce e fango, con un contenuto di cemento limitato al 5 per cento.
Fornendo opportunità di lavoro agli abitanti del villaggio che avevano perso l’impiego, riteniamo di aver rafforzato il significato dell’edificio, in quanto esso ha riunito le comunità in un momento di grande sofferenza umana.
Avinash Ankalge
Gli artigiani e i muratori dei villaggi vicini a Kaggalipura hanno avuto un ruolo fondamentale nel processo di costruzione, garantendo il rispetto delle tecniche tradizionali e la conservazione delle competenze autoctone. I massi scavati in loco hanno trovato nuova vita come muri di contenimento ed elementi paesaggistici esterni, mentre i ciottoli e gli aggregati del terreno circostante sono stati riusati per i sentieri, favorendo, precisa Nayak, “un legame più profondo con la comunità e l’ambiente limitrofo”.
La costruzione è iniziata nel 2021, durante il lockdown da Covid-19, quando nella zona c’era una forte scarsità di manodopera qualificata. Nayak e Ankalge, però, hanno approfittato dell’emergenza sanitaria per formare la manovalanza locale, contribuendo a trasformare il progetto in uno sforzo collaborativo.
“Fornendo opportunità di lavoro agli abitanti del villaggio che avevano perso l’impiego, riteniamo di aver rafforzato il significato dell’edificio, in quanto esso ha riunito le comunità in un momento di grande sofferenza umana”, osserva Ankalge, aggiungendo che Subterranean Ruins esemplifica la convinzione del suo studio riguardo all’idea di “spazio come risorsa”, un approccio olistico che incoraggia l’uso dello spazio nel tempo e pone l’accento sulla flessibilità, la multifunzionalità e la sostenibilità, che non si ferma alla scelta dei materiali.
Con questo intervento, Ankalge e Nayak hanno voluto esplorare il potenziale sociale dell’architettura, soprattutto l’idea che il progetto debba essere un’estensione della natura, piuttosto che una forza ostile che la domina. “Quando si progettano edifici capaci di adattarsi al loro contesto, diventano parte integrante dell’ecosistema e contribuiscono a instillare un senso di appartenenza, di orgoglio e di partecipazione diretta all’interno della comunità”, afferma Ankalge. Oggi, a dispetto del suo nome, Subterranean Ruins è un vibrante centro comunitario che viene spesso utilizzato per attività come mostre d’arte, laboratori per gli studenti delle scuole locali e, in particolare, per coinvolgere gli abitanti di Kaggalipura. L’architettura, a quanto pare, è tanto migliore quanto più è costruita da, con e per la comunità.
Immagine di apertura: A Threshold, Subterranean Ruins, Bangalore, India, 2022. Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Foto A Threshold
Schizzo di progetto
Schizzo di progetto