Se un noto rimbrotto recita “questa casa non è un albergo” quando si ravvisa l’incauta attitudine di scambiare il focolare domestico, simbolo di radicamento e intimità, con un luogo di passaggio indifferente e veloce, talvolta si può anche capovolgere la frase e affermare che “questo albergo non è una casa”, quando si assume (come faceva George Bernard Shaw) che il vantaggio di un hotel è quello di essere un ottimo rifugio dalla vita domestica. E proprio questa pulsione all’evasione dagli schiaccianti ingranaggi della routine quotidiana, oltre ad un’accoglienza che offre il privilegio di farsi “coccolare” (materialmente e spiritualmente) senza riserve, contribuisce al fascino dell’albergo (di lusso e non) come luogo di appagamento e rigenerazione personale, anche se solo temporanei.
15 alberghi d’autore che si possono prenotare oggi
Una selezione di architetture tra Wright, Lautner e Kengo Kuma, tra Gio Ponti e Norman Foster, che combinano la fuga dall’ordinario e una full immersion nella storia moderna e contemporanea.
Foto Library of Congress, Prints & Photographs Division, IOWA,17-MASCIT,2-1 da Wikipedia
Foto ikkoskinen da Wikpedia
Foto Dan Chavkin da wikimedia commons
Foto amustofoto da Adobe Stock
Foto OliverFoerstner da Adobe Stock
Foto seier + seier da wikimedia commons
Domus 415, giugno 1964
Domus 415, giugno 1964
Foto Arne Müseler da wikimedia commons
Foto Teruhiro Kataoka da Flickr
Foto Dr. Schär Gruppe da wikimedia commons
Foto Luis García da Wikipedia
Foto herraez da Adobe Stock
Foto herraez da Adobe Stock
Foto Andreas Passwirth da Wikipedia
Foto R Boed da Flickr
Foto Bobo 11 da wikimedia commons
Foto Ank Kumar da wikimedia commons
Foto Kenta Mabuchi da wikimedia commons
Foto Störfix da wikimedia commons
Foto DFK2021(Dmitry Feichtner-Kozlov) da wikimedia commons
View Article details
- Chiara Testoni
- 08 maggio 2024
Davanti a un tema così legato all’individualità che però si immerge in un fenomeno di massa, all’edificio non-casa per eccellenza che però regala (vende) un’esperienza alternativa dell’abitare, oltre che davanti ad un tema di rappresentazione sociale ed economica secondo per importanza solo a pochi altri, l’architettura si è trovata nella sua storia più o meno recente a cercare diversi approcci. Le stesse carriere di alcuni nomi tra i più rilevanti dei decenni passati e attuali hanno in un progetto d’albergo un punto di svolta, un momento di profondità particolare della loro ricerca e della loro espressione.
Proponiamo una selezione di alberghi progettati dai più grandi architetti di sempre (Wright, Lautner, Le Corbusier, Jacobsen, Ponti, Niemeyer, Rossi, Thun, Gehry, Botta, Foster, Kuma, Hadid, Oma), nella consapevolezza che il soggiorno in un pezzo di storia dell’architettura moderna e contemporanea, ad eccezione che per qualche (raro) caso, può richiedere un impegno economico non altrettanto godibile dell’esperienza immersiva che propone.
L’ultimo sopravvissuto degli hotels progettati dal maestro precursore dell’architettura organica è un edificio in stile “Prairie House” con fronti in mattoni e terracotta e tetto piano sporgente, adiacente all’edificio della National City Bank (anch’esso un progetto di Wright). Dopo alterne vicende e decenni di abbandono, nel 2011 l’edificio è stato ristrutturato ed è riconosciuto oggi come un tesoro prezioso non solo per la cittadina dell’Iowa.
Non lontano da Palm Springs, The Desert Hot Springs Motel (oggi The Lautner Compound) è stato progettato da Lautner come prototipo ricettivo per un vasto piano di espansione urbana. Le quattro unità indipendenti tra loro interconnesse, immerse nella vegetazione autoctona, con le loro atmosfere ruvide ma eleganti offrono ancora oggi un’esperienza immersiva nel deserto e nel linguaggio modernista californiano.
Realizzato negli anni 2000 all’interno dell’Unité d’Habitation, l’albergo che ne occupa due piani con le sue 21 camere di diversa tipologia è l'unico di Marsiglia ospitato in un edificio classificato patrimonio mondiale dell'Unesco. I caratteri funzionali e figurativi sono stati accuratamente preservati, come i costi di permanenza del tutto accessibili, in coerenza con la filosofia dell'abitare originaria del progetto.
L'edificio, primo grattacielo di Copenaghen, è stato progettato come hotel e terminal per la compagnia aerea SAS e come simbolo di una nuova era di progresso economico. L’opera è composta da un volume parallelepipedo con facciate in vetro continue ripartite da una leggera griglia metallica, sovrapposto ad una piastra orizzontale. Anche gli interni dell'hotel sono stati meticolosamente progettati da Arne Jacobsen.
L’opera, uno dei primi design hotel del mondo, è frutto della riconversione di una costruzione settecentesca (l'antico Poggio del Conte di Siracusa) immersa in un parco secolare e affacciata sul Golfo; qui, Ponti ha adottato un linguaggio sobrio che sfuma l’architettura tra i profili rocciosi del paesaggio. All'interno, i motivi decorativi delle ceramiche dei pavimenti e i ciottoli bianchi e blu incastonati nelle pareti evocano paesaggi marini. Una ristrutturazione, necessaria per rispondere alle esigenze di un albergo di lusso, è stata condotta dal 1999 al 2004 dall'architetto Fabrizio Mautone.
Hotel Nacional Rio, un edificio modernista in vetro, alluminio e cemento nel quartiere fronte mare di São Conrado, era l’hotel più innovativo dell'America Latina al momento della sua apertura: alto 108 metri e distribuito su 34 piani,ospitava un centro congressi per 2.800 persone e un teatro per circa 1.400 spettatori, cinque ristoranti, un servizio di aerotaxi dal suo eliporto e una collezione di opere d'arte e sculture originali. L'hotel ha vissuto una stagione di oblio dopo la chiusura nel 1995 ma è stato restaurato e riaperto nel 2017.
L'hotel “Il Palazzo” è stato uno dei primi boutique hotel in Giappone. Situato sul bordo di un canale, l’edificio con 62 camere è collocato su un basamento lapideo e si sviluppa in alzato su sette piani, con una facciata monumentale scandita da una ritmica serrata di colonne di travertino color ambra e architravi di rame. La recente operazione di rinnovamento ha inteso preservare e valorizzare l’originale linguaggio rossiano.
L’hotel situato a 1.500 m s.l.m. e accessibile solo da una funivia si fonde nel paesaggio seguendo i profili delle montagne e sfuma i confini tra architettura e natura attraverso materiali naturali (dal legno di larice, alla pietra naturale, all’argilla, al vetro) che conferiscono al complesso un carattere rustico ma raffinato. Il Vigilius é anche stato pensato come un manifesto di eco-sostenibilità: è il primo hotel italiano certificato Klimahaus-A.
Particolarità di questo albergo a cinque stelle è la pluralità di autori prestigiosi che hanno progettato, ciascuno secondo il proprio linguaggio, gli spazi ad ogni piano: John Pawson al piano terra, Zaha Hadid al primo, Norman Foster al secondo, David Chipperfield al terzo, Plasma Studio al quarto, Victorio e Lucchino al quinto, Marc Newson al sesto, Ron Arad al settimo, Kathryn Findlay all’ottavo, Richard Gluckman al nono, Arata Isozaki al decimo, Javier Mariscal e Fernando Salas all’undicesimo, Jean Nouvel al dodicesimo e in facciata.
Nel cuore della regione vinicola della Rioja Alavesa, questo spettacolare edificio dalle lamiere in titanio accartocciate e dalle geometrie ardite che rinunciano a qualsiasi regola del disegno cartesiano, con 43 camere e suite di lusso si staglia come un potente landmark tra le cantine storiche e i vigneti.
L’albergo 5 stelle superior si inserisce nello spettacolare paesaggio montuoso di Arosa a 1.800 m s.l.m. come una presenza artificiale dichiarata ma discreta: l’edificio si distribuisce per 4 piani sottoterra ed emerge in superficie attraverso scultoree vele vetrate che introiettano la luce diurna e di notte si trasformano in suggestive lanterne luminose.
Situato in posizione panoramica nello scenario alpino, lo storico Dolder Grand (progettato nel 1899 da Jacques Gros) è stato ristrutturato e ampliato per ospitare un resort urbano di lusso i cui spazi, più che raddoppiati, si sviluppano in stretta relazione con la foresta circostante. L’intervento ha riguardato la revisione degli spazi interni, l’annessione di due nuove ali vetrate che comprendono una spa e una sala da ballo ed il restauro delle facciate esterne riportate al rosso e all’ocra dei dettagli originali. Sui fronti ex novo, schermi in alluminio traforato evocano le geometrie degli alberi.
Il progetto ha previsto l’unificazione, attraverso un lessico comune, di tre corpi di fabbrica (un volume maggiore, uno minore e un corpo rettilineo), concepiti come scatole le cui pareti sono modellate, ripiegate e incise come fogli sottili. Una ritmica irregolare di aperture anima i prospetti rivestiti di pannelli in legno creando una suggestione di leggerezza e permeabilità.
ll Morpheus raccoglie la molteplicità dei programmi funzionali (770 camere, suites, spazi civici, strutture per riunioni ed eventi, sale da gioco, ristoranti, spa e piscina panoramica) in un unico scultoreo involucro plasmato come una massa organica, perforata da grandi vuoti e chiusa in un reticolo strutturale che evoca trame nervose.
L' Amsterdam RAI Hotel è l’hotel principale del centro congressi ed esposizioni RAI Amsterdam e una imponente presenza nel quartiere affaristico in rapido sviluppo di Zuidas. L’edificio è composto da tre volumi triangolari sovrapposti e ruotati tra loro con fronti in pannelli di vetro e alluminio e ospita 650 camere (è il più grande albergo del Benelux), ristoranti, bar e studi televisivi in diretta, spazi di lavoro e di intrattenimento.