Cinque metri per venti, chiusi su tre lati, sono un vincolo stringente per un lotto che si appresta ad ospitare una residenza. Per quanto obbligata possa sembrare la scelta di lavorare con lo spazio vuoto per portare luce e aria agli interni, il patio progettato da Práctica Arquitectura si inserisce poeticamente all’interno di un sistema di pieni e vuoti che fanno di questa casa a Monterrey un vero organismo architettonico. Nel cortile, infatti, sembra dissolversi il limite tra dentro e fuori, tra stanza e corridoio, tra stare e muoversi, finendo per generare un’unitaria sequenza di spazi diversi.
Ad arricchire la ricerca di qualità in questo ambiente sospeso tra l’astrazione degli spazi e il realismo degli oggetti che li popolano, interviene lo studio della sezione: un gioco di solai gettati su quote diverse genera infatti una maggiore compenetrazione tra stanze, passaggi, aree coperte, e vegetazione. Analogamente, le finestre inserite sul filo interno del muro accentuano la massività dei volumi, in contrasto con la smaterializzazione delle superfici vetrate di zona giorno e corridoio.
Il ricorso alle tonalità del rosso è un esplicito richiamo all'uso tradizionale della pietra vulcanica locale, ma anche una strategia cromatica per accendere un dialogo con la vegetazione e, per la coppia che qui vivrà, un’allusione alla stagione della rinascita tipica nella cultura turca e balcanica. I percorsi che si snodano in entrambi i volumi terminano con uno spazio aperto: il patio introverso nel caso del corpo che ospita la camera padronale, e una terrazza panoramica con vista sul paesaggio montano nel caso del corpo più snello che affaccia sulla strada. Qui, lo slancio verso l’alto è accentuato dalla composizione degli elementi architettonici, in particolare lo stacco cromatico del basamento, il taglio verticale e la sagomatura del parapetto della scala che porta in copertura.