La Stonehouse disegnata da Michela Ekström è una piccola casa interamente rivestita di travertino. Da fuori appare come un solido, definito da spigoli netti e scavato in alcune parti. Sembra essere uscito dalle mani di uno scultore con simpatie per il futurismo.
Il camino, ospitato nel muro che fronteggia il patio, e la pavimentazione esterna con piscina incorporata danno vita a una composizione equilibrata di masse. Questi e altri elementi amplificano un denso sistema di relazioni che, come precisa la progettista, si basa sul montaggio di sequenze percettive, sul tema del guadare e dell’essere guardati e sul gioco tra interno ed esterno.
Lo spazio a doppia altezza, il soppalco, il patio vetrato, la terrazza chiusa con una finestra aperta sul tramonto, svolgono ciascuno un ruolo preciso nel comporre uno spazio unitario ma articolato, minuto nelle dimensioni ma generoso nelle situazioni che crea.
Il patio vetrato è il cuore della casa, l’organo di un sistema che vive delle relazioni con i suoi spazi esterni, dal giardino perimetrato da siepi al cielo sopra la città esterna.
Un premio per l'architettura tra luci e volumi: LFA Award
Un concorso fotografico internazionale che invita fotografi di tutto il mondo a catturare l'essenza dell'architettura contemporanea. Ispirato all'opera del celebre fotografo portoghese Luis Ferreira Alves, il concorso cerca immagini che esplorino il dialogo tra uomo e spazio.