Abitare in una riserva naturale, tra vernacolo e confini sfumati

In Messico, una casa senza tempo si fonde nel paesaggio e trasforma la topografia della collina in un′estensione dello spazio domestico.

Costruire in una riserva naturale è quasi un ossimoro ma, al di là di figure retoriche e dissonanze preconcette, quest’abitazione nella Riserva El Torón sulla costa di Oaxaca, in un sito di 30 ettari destinato alla conservazione, è un elemento artificiale talmente integrato nel paesaggio che sembra sia sempre appartenuto a quel luogo.

Il complesso, progettato da  IUA Ignacio Urquiza Arquitectos e adagiato su un declivio boscoso, è composto da quattro corpi di fabbrica indipendenti disposti secondo l’orografia e la vegetazione esistenti: il volume principale ospita gli spazi comuni mentre gli altri tre le camere da letto e i servizi. La pendenza delle coperture a una falda dei fabbricati segue l’andamento del terreno e delle cime degli alberi, per permettere un inserimento discreto dell’opera nel contesto.

IUA Ignacio Urquiza Arquitectos, El Torón II, Mazunte, Oaxaca, Messico 2021. Foto Estudio Urquiza – Ignacio Urquiza
IUA Ignacio Urquiza Arquitectos, El Torón II, Mazunte, Oaxaca, Messico 2021. Foto Estudio Urquiza – Ignacio Urquiza

Obiettivo prioritario del progetto è garantire la massima interazione visiva e fruitiva tra spazio domestico e naturale: per questo, elemento centrale della progettazione sono, più che le architetture, gli spazi aperti che le collegano e che sfumano i confini tra interno ed esterno. Il volume principale ospita una successione lineare di ambienti — sala da pranzo, soggiorno, terrazza e piscina — in un continuum protetto da un’ampia copertura e aperto su tre lati senza porte né finestre, dove è facile immaginare che facciano capolino gli animali del bosco. Una sequenza di terrazze, scalinate, camminamenti intreccia traiettorie fluide che incorniciano viste spettacolari sul paesaggio e conducono agli ambienti privati.

Particolare attenzione è rivolta alla riduzione dell’impronta ecologica: l’80% degli alberi esistenti sul sedime del costruito è stato ripiantumato e in fase di cantiere sono stati adottati accorgimenti logistici tali da non compromettere la vegetazione e i percorsi esistenti nel parco; lo studio delle aperture e dei flussi di ventilazione incrociata favorisce il benessere micro-climatico riducendo il dispendio energetico.

IUA Ignacio Urquiza Arquitectos, El Torón II, Mazunte, Oaxaca, Messico 2021. Foto Estudio Urquiza – Ignacio Urquiza
IUA Ignacio Urquiza Arquitectos, El Torón II, Mazunte, Oaxaca, Messico 2021. Foto Estudio Urquiza – Ignacio Urquiza

Materiali di tradizione vernacolare e di origine locale, solo minimamente trattati e lavorati da maestranze artigianali del posto — pietra locale sbozzata, cemento, travertino grezzo in pareti e pavimenti; legno tropicale, teak e argilla in strutture e coperture; tessili in lino e cotone nelle tappezzerie — conferiscono un’aura ruvida e schietta agli ambienti, valorizzati da elementi d’arredo essenziali disegnati per un uso quotidiano all’insegna dell’autenticità e della durevolezza.

Team di progetto:
Ignacio Urquiza Seoane, Michela Lostia di Santa Sofía, Anaís Casas
Struttura:
Ricardo Camacho
Ingegneria:
Bio-e, Alejandro Lirusso
Interior design:
APDA (Ana Paula de Alba)
Sviluppo:
Alonso García Cano, Santiago Gaxiola

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