Lo sapeva bene Henry David Thoreau, scegliendo di vivere per un periodo della sua vita in una capanna in mezzo boschi sulle sponde del lago Walden, in Massachusetts: abitare in luoghi appartati e lontani dalla congestione urbana, dove vivere una vita semplice e recuperare un rapporto intimo con la Natura, è uno dei modi per riconciliarsi con sé stessi e con il mondo. Se questo è possibile ovunque sussista un’inquietudine esistenziale o un’insofferenza verso il vivere in società, la presenza di territori vasti e selvaggi è un richiamo ancora più potente per mettere a tacere la voce dei propri demoni o anche solo, più prosaicamente, per andare a cercare aria buona. Così, gli spazi immensi del Nord America non hanno affascinato solo Frank Lloyd Wright che – dalle Prairie Houses a Broadacre City – qui inseguiva il sogno di un equilibrio tra ambiente costruito e naturale ma anche architetti che recentemente hanno progettato opere in luoghi incontaminati e a volte estremi, come buen retiro temporaneo o irriducibile scelta di vita. Dal recupero dei caratteri tipologici e costruttivi delle case coloniche e “dogtrot” del XIX secolo (McLean Quinlan, Superkül), ad un design più marcatamente contemporaneo (Faulkner Architects + Kundig, S3Architecture), essenziale (Kundig) e con qualche suggestione modernista (mwworks), gli interventi reinterpretano tutti il tema della “capanna nel bosco” come manifesto di vita autentica che, dalle sponde del lago Walden, raggiunge le foreste e le montagne del Wyoming, del Vermont, della California e del Canada.
Sette abitazioni nella natura incontaminata del Nord America
Abitare in paesaggi immensi tra vernacolo e design contemporaneo, dal Wyoming al Canada, sulle orme di Thoreau.
Foto Alex Fradkin (immagine gentilmente fornita da Superkül)
Foto Alex Fradkin (immagine gentilmente fornita da Superkül)
Foto Doublespace (immagine gentilmente fornita da Superkül)
Foto Doublespace (immagine gentilmente fornita da Superkül)
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- Chiara Testoni
- 18 novembre 2022
Arroccata sulla città di Jackson con una vista spettacolare sulla valle del Parco Nazionale del Grand Teton, lo chalet con sagoma “a capanna” ispirato alle tradizionali case coloniche americane sembra un elemento sempre appartenuto a quel luogo: la copertura in scandole di cedro argentato si armonizza con i colori della natura mentre le poderose murature in pietra creano un involucro “a-temporale” che negli anni - tra muschi, licheni e vegetazione spontanea - si fonderà sempre più nel contesto.
Un rifugio intimo e riservato immerso nei boschi di aceri e pini del Vermont, dove trovare un’atmosfera calda e famigliare e a pieno contatto con la natura: così si presenta questa compatta casa di 70 mq su tre livelli, con un affaccio spettacolare sulle Green Mountains a ovest e su Worcester Range a est. La tavolozza di materiali semplici e naturali come l’acciaio, il legno e il cemento che caratterizzano l’ involucro e gli interni trae ispirazione dal paesaggio incontaminato circostante e conferisce all’abitazione un’aura ruvida ma accogliente.
Progettata da Kundig in collaborazione con la coppia di committenti, gli architetti Faulkner, la residenza immersa tra i pini della California al confine col Nevada è articolata in pianta in modo da preservare gli alberi esistenti e creare un cortile interno protetto. L’opera è caratterizzata da un accostamento di volumi distinti: il corpo principale, basso e “dilatato”, in cemento a vista con ampie aperture vetrate, e la “casa sull’albero” – così definita dai progettisti - un fabbricato di tre piani rivestito in acciaio cortén che ospita gli ambienti per gli ospiti e una terrazza panoramica con vista sul Northstar Ski Resort.
Immersa in un sito boschivo di 90 acri vicino a Singhampton, questa abitazione comprende una fabbricato di legno del XIX secolo di 100 mq e un ampliamento di 160 mq. L’intervento reinterpreta in chiave contemporanea lo spirito vernacolare della casa “dogtrot”, la tipica abitazione colonica statunitense del XIX secolo caratterizzata da due corpi di fabbrica separati da un corridoio a temperatura esterna (breezeway) e coperti dallo stesso tetto. Il fabbricato ex novo a marcato andamento orizzontale, discosto dal corpo storico e ad esso collegato da una vetrata, con il suo volume a capanna rivestito in doghe di legno carbonizzato riprende garbatamente le forme e i materiali della preesistenza.
Progettata come “buen retiro” famigliare in un’area boschiva tra pascoli, stagni e costruzioni rurali del secolo scorso, la casa si inserisce letteralmente “in punta di piedi” nel contesto, articolandosi in pianta in modo da rispettare le piantumazioni di abeti e cedri esistenti. La costruzione, con volumi “scatolari” ad un piano disposti su un basamento in pietra sbozzata, è caratterizzata dal contrasto tra superfici materiche - in legno, cemento e pietra - e diafane - in vetro e acciaio- secondo un’interpretazione in chiave contemporanea, e vagamente modernista, dell’architettura tradizionale locale.
Le casette per uccelli sugli alberi, lasciate in loco dai precedenti proprietari dell’area, hanno offerto l’ispirazione progettuale per questo compatto cottage famigliare a due piani situato su un lago nelle Kawartha Highlands dell'Ontario: come queste piccole cavità per la nidificazione - semplici nella forma e nello scopo – assolvono al compito essenziale di riparo, così la casa si presenta come un rifugio schietto e minimale che protegge dagli elementi naturali pur offrendo ai suoi abitanti un contatto diretto con la natura. Negli esterni, il rivestimento in doghe di cedro carbonizzato di provenienza locale, su un basamento in calcestruzzo grezzo a vista, rimanda ai toni scuri della foresta circostante; negli interni, la luce che penetra generosamente dalla ampie vetrate e i rivestimenti in quercia bianca dilatano lo spazio creando un vivace contrasto con le facciate. La forma compatta della casa e l'involucro ad alte prestazioni consentono di ridurre al minimo le dispersioni in un contesto climatico a volte estremo.
Il termine “Vogel”, "uccello" in olandese, indica la forma architettonica di questa residenza dal sapore vagamente organico di 242 mq composta da due corpi di fabbrica ad un piano collegati da un atrio vetrato, che si aprono con diversa angolazione verso il giardino evocando un’apertura alare. Situata su un appezzamento di 26 acri circondato da boschi, su un'altura che si affaccia su un pascolo e uno stagno, la residenza è realizzata con tecniche di edilizia sostenibile, dalla tecnologia costruttiva prefabbricata e modulare al sistema di riscaldamento e raffreddamento geotermico. Il rivestimento in doghe di cedro chiaro crea un contrasto cromatico con gli infissi metallici e la lamiera scura delle coperture ad impluvio.