Con l’arrivo della primavera e la progressiva caduta delle restrizioni dovute alla pandemia, il grande del turismo internazionale è in ripresa. Ma perché non affittare come alloggio vacanziero un’icona architettonica? Da appartamenti in icone moderniste – come La Cité Radieuse di Le Corbusier e il Copan Building di Oscar Niemeyer – fino alle più lussuose sistemazioni, queste case sono state in molti casi ristrutturate per essere riportate alla gloria originaria, permettendo agli ospiti di dormire all’interno di edifici che la maggior parte di noi può solo ammirare da lontano. In altri casi, invece, sono state addirittura pensate ad hoc per essere affittate per brevi periodi, come testimonia la singolare collaborazione tra l’architetto giapponese Go Hasegawa e la compagnia Airbnb.
19 case firmate da grandi architetti dove puoi dormire
Dall’unità abitativa a La Cité Radieuse, alla lussereggiante residenza personale di Jorn Utzon, ecco una selezione dei migliori capolavori architettonici da affittare anche solo per un weekend.
Foto © Stefano Barattini
Courtesy Bauhaus Dessau
Courtesy Stiftung Haus Schminke. Foto © Ralf Ganter
Courtesy Stiftung Haus Schminke. Foto © Ralf Ganter
Courtesy Hotel Le Corbusier
In Ricardo Bofill, Gestalten, 2019
Courtesy Muralla Roja Apartment
Courtesy Utzon Foundation. Foto © Torben Eskerod
Courtesy Utzon Foundation. Foto © Torben Eskerod
Foto © Patricia Parinejad
Foto © Patricia Parinejad
Courtesy Villa Leoni
Courtesy Villa Leoni
Courtesy airbnb
Courtesy airbnb
Courtesy Zumthor Vacation Homes
Courtesy Zumthor Vacation Homes
Courtesy Villa Winternitz
Courtesy Villa Winternitz
Courtesy House of Light. Foto © Azai
Courtesy House of Light. Foto © Gentaro Ishizuka
Courtesy airbnb
Courtesy airbnb
Courtesy airbnb
Courtesy airbnb
Courtesy Wolfhouse
Courtesy Wolfhouse
Courtesy Steven Holl Architects
Courtesy Steven Holl Architects
Courtesy airbnb
Courtesy airbnb
Foto © Nelson Kon
Courtesy airbnb
View Article details
- Romina Totaro
- 30 marzo 2022
Ecco 19 dei migliori capolavori architettonici da affittare per la tua prossima vacanza. Mentre alcuni soggiorni sono più lussuosi di altri, tutti offrono una vera finestra sulla visione di domesticità e vita quotidiana di questi famosi artisti e architetti.
Identificato con l'andare degli anni come uno stile, il Bauhaus è stato in realtà una scuola, attiva in Germania tra il 1919 e il 1933. Originariamente stabilita a Weimar, si sposta poi a Dessau a causa di pressioni politiche, dove Gropius progetterà poi la celebre sede della scuola. Qui, è possibile pernottare in monolocali, ricreati su replica delle abitazioni per gli studenti. Tutto, dalla planimetria e i materiali, è stato riportato al suo stato originale. Alcune stanze evocano i loro antichi abitanti in virtù del design dei mobili: alcune stanze selezionate sono attualmente dedicate ai Bauhauslers Alfred e Gertrud Arndt, Josef e Anni Albers e Franz Ehrlich.
Insieme a Villa Savoye e Fallingwater, questa villa è considerata tra le espressioni maggiori dei dettami del movimento moderno. Costruita nell’arco di tre anni a partire da una struttura in acciaio ricoperta di vetro e cemento, si staglia con una forma rettangolare allungata che ricorda una nave, impressione rafforzata da dettagli architettonici come le terrazze curve, la scala esterna e le finestre a oblò.
Tra i più celebri edifici di Le Corbusier, è il primo di cinque complessi abitativi simili, realizzati in Francia e Germania tra il 1952 e il 1965. Il progetto dell’edificio di Marsiglia fu commissionato direttamente dal governo francese poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale; l’obiettivo era di definire un modello per una nuova generazione di case popolari da realizzare in tutta la Francia. Per venire a capo degli stringenti requisiti tecnici e finanziari del progetto, Le Corbusier concepì un singolo grande edificio capace di accogliere fino a 1.600 abitanti. Qui una parte dell’imponente edificio è ora occupata da Hotel Le Corbusier, dove nulla è stato modificato della struttura originaria.
Nel complesso di appartamenti postmoderni a Manzanera firmato da Ricardo Bofill, scomparso questo gennaio, è possibile trovare in affitto diversi appartamenti. La sua dirompenza, le sue scale magrittiane, i colori che virano dal rosa al rosso, fino all’azzurro del cielo e del mare, l’hanno resa un’icona senza età.
Dopo aver lasciato l’Australia nel 1966, Utzon decise di costruire un rifugio dove poter passare del tempo con la sua famiglia, e a Maiorca trovò il luogo ideale. Tuttavia, con il passare del tempo Can Lis divenne un luogo di pellegrinaggio per gli architetti. Can Lis si trova in alto su una scogliera, venti metri sopra il Mar Mediterraneo. La casa si configura come una serie di padiglioni che cercano il miglior orientamento. Dal sentiero che costeggia la costa, la casa è nascosta dietro un muro frastagliato, e solo una sala e una panchina di mattoni segnano l'ingresso.
Villa Santanyi è stata costruita per due mercanti d’arte tedeschi nel 1987. L’illuminazione e i dettagli di design derivano principalmente dall’uso ingegnoso di finestre, fessure nei muri e linee rette che allungano la prospettiva. Costruito intorno a un cortile centrale, ogni spazio nella casa per le vacanze con quattro camere da letto è illuminato attraverso spazi drammatici nei soffitti e nelle pareti, che si tratti della cucina con la sua scheggia di vetro dal pavimento al cielo o la camera da letto principale e la sua scala di lucernari.
Villa Leoni, in posizione dominante con vista dell’Isola Comacina, venne progettata nel 1938 per la famiglia Leoni Malacrida, titolari di una fabbrica dolciaria sulla riva occidentale del lago di Como. L'orientamento a sud-est determina la disposizione dei locali: il soggiorno al piano terra e le camere al piano primo affacciano a sud verso il lago con ampie vetrate, mentre i locali di servizio sono distribuiti sul lato verso la montagna. La villa, classificata come monumento storico dai Beni Culturali, è dettagliata inoltre dalla caratteristica scelta cromatica: la facciata principale è finita a stucco color guscio d’uovo; i serramenti di abete sono color verde oliva; le travi del patio rosa salmone; gli interni sono tinteggiati di azzurro, verde e rosa chiaro.
Con un totale di 38 case e e due cubi più grandi, il complesso abitativo disegnato dall’architetto olandese formano un baldacchino distinto di forme geometriche. Le pareti di ogni cubo sono inclinate di 54,7 gradi, creando un effetto visivo surreale sia dall’esterno ma anche internamente. L’architettura crea inoltre un ponte pedonale che si snoda su una delle strade più trafficate del centro di Rotterdam. Nel 2009 uno studio di architettura ha riadattato uno dei cubi più grandi, trasformandolo in un ostello per vedere che effetto fa vivere in una casa cubica.
Zumthor ha costruito nel 2009 due case di legno a Vals per sé e sua moglie, chiamate Oberhus e Unterhus. Entrambe le case a tre piani hanno un design vernacolare simile, con tetti a capanna e grandi finestre a balcone, ma è l’Unterhus che Peter e Annalisa Zumthor hanno reso disponibile per l’affitto nel 2013. Peter Zumthor ha anche progettato una terza casa, chiamata Türmlihus, anch’essa disponibile per essere affittata.
La Villa Winternitz è l’ultimo edificio di Adolf Loos ad essere completato durante la sua vita. In un tempo record di un solo anno, lo spaziosoe edificio ha tutti i caratteri del ramplan loosiano, ossia il “progetto di spazio”, che descrive i macro-principi compositivi su cui si sviluppano connessioni di volumi e piani di dimensioni difformi e secondo il quale il tema abitativo si muove su due coordinate ben distinte. La villa ha aperto al pubblico nel 2017.
Nel 2000, la galleria Art Front Gallery di Tokyo ha curato la Triennale d'arte di Echigo-Tsumari, pensata per collegare arte e natura. Distribuito su 187.800 acri di comunità, l’Echigo-Tsumari Art Site, è diventata tra le istallazioni d’arte più ambiziosa del Giappone. Una delle prime e più impressionanti opere realizzate per l’evento fu la House of Light di James Turrell, concepita come una casa di meditazione. L’idea dell'artista era di incorporare i suoi media e le sue luci con l'uso tradizionale della luce nelle case giapponesi.
La casa è nata da una collaborazione tra il co-fondatore di Airbnb Joe Gebbia, l’architetto giapponese Go Hasegawa e i residenti di Yoshino. La struttura è un’architettura ibrida tra alloggio e spazio comunitario, progettata per essere un’esperienza condivisa sia per gli ospiti sia per i residenti locali. I visitatori possono prenotare la casa direttamente su Airbnb, nella struttura o presso e uno dei tanti host locali.
La villa fa parte di un piano di ricostruzione post-tsunami gestito direttamente da Van in quegli anni. Posizionato su una collina, il progetto è strutturato e situato per catturare una serie di viste sull’oceano, sulla giungla e sulla scogliera. Utilizzando materiali locali come teak, pannelli di cemento e foglie di cocco, la struttura presenta una serie di pareti penetrabili composte da doghe aperte e persiane regolabili. La luce naturale filtra attraverso la facciata permeabile disperdendo modelli intricati sui pavimenti in cemento bianco.
Questa casa di Philip Johnson ha molto in comune con la Glass House: pareti di vetro, piante aperte e interni semplici e puliti. La casa è stata specificamente progettata in modo che i residenti possano guardare il sorgere del sole attraverso il fiume Hudson dalla camera da letto e dal soggiorno.
A circa due ore a nord di New York, la villa privata progettata nel 2016 da Steven Holl è una scultura organica, la quale esplora un linguaggio spaziale che vuole legare l’energia degli spazi interni all’ecologia del luogo. La geometria della casa – interamente alimentata a energia solare – è formata dall’intersezione di trapezoidi e sfere. Gli spazi interni generati hanno una grande intensità volumetrica interna. Esemplare è lo spazio d’ingresso: i visitatori sono accolti da una sfera di legno intagliato la cui forma caratterizza anche la facciata.
Frank Lloyd Wright ha progettato la Eppstein House per Samuel e Dorothy Eppstein, e l’edificio di Galesburg è stato sottoposto a una vasta ristrutturazione nell'ultimo anno per salvarlo da più di un decennio di abbandono. La casa fu originariamente progettata come parte di una comunità usoniana prevista per contenere ventuno case, anche se solo quattro finirono per essere costruite.
A San Paolo l’architetto brasiliano disegnò una torre residenziale di trentotto piani, per un totale di centosessanta appartamenti, sviluppati secondo i dettami razionalisti ma collocati alle spalle di sinuose facciate in vetro e acciaio. Per quanto realizzato parzialmente, tra enormi difficoltà e con significative trasformazioni, il Copan costituisce tuttora una delle presenze più straordinarie della metropoli.