Come indica il nome, il centro ha sede in una centrale del gas di epoca ottomana, nel quartiere di  Hasanpaşa a Kadıköy. L’Hasanpaşa Gazhanesi, costruito nel 1891, forniva energia a tutto il lato asiatico della città finchè, divenuto ormai obsoleto col passaggio al gas naturale, non è stato dismesso nel 1993. La riconversione rappresenta uno dei pochi esempi riusciti di riutilizzo e valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale in città, dove l’edilizia speculativa ha portato alla demolizione o privatizzazione di molti altri complessi industriali in disuso.

Lo stesso destino che si prospettava anche per la centrale a gas, che avrebbe dovuto far posto a un complesso di residenze e negozi, se non fosse per la mobilitazione della comunità locale. I residenti, organizzati nell’associazione “Gazhane Çevre Gönüllüleri” (Volontari per l’Ambiente di Hasanpaşa), hanno portato avanti una campagna, sostenuta nell’arco di oltre vent’anni, per reclamare la funzione pubblica dell’area e il libero accesso ai suoi spazi. Articolando istanze sul diritto alla città, la protezione dei beni comuni e l’ecologia, l’associazione è riuscita a indurre l’amministrazione cittadina di Istanbul a dichiarare il complesso sito d’interesse storico, e poi a riconvertirlo come spazio culturale pubblico.

A partire dal 2013, gli edifici dell’impianto industriale sono stati restaurati e rifunzionalizzati dall’amministrazione della città, secondo un masterplan prodotto dell’Università Tecnica di Istanbul in collaborazione con l’associazione di quartiere. Su 32.000 mq di superficie, il complesso include una gran varietà di funzioni: sei sale espositive, due palchi per teatro e concerti all’interno dei gasometri, una biblioteca, un Museo del Clima e uno del Fumetto, una biblioteca, una libreria, laboratori, una sala studio, oltre a un mercato e due caffetterie. Il gasometro più grande ospita anche una piattaforma panoramica al livello superiore.

La riconversione ha il merito di evitare interventi intrusivi, apportando modifiche puntuali e leggere che lasciano inalterate le volumetrie e il carattere del vecchio complesso industriale. Ampi spazi aperti collegano le diverse aree e funzioni all’interno del perimetro della fabbrica. Tra gli edifici rifunzionalizzati, alcune strutture sono state restaurate e mantenute come elementi monumentali, come il deposito di carbone in cemento armato e l’imponente fornace in acciaio e mattoni, che fa da landmark urbano.

Ovviamente, riempire un complesso di queste dimensioni con designazioni funzionali è più facile che garantirne la fruizione da parte della cittadinanza. All’inaugurazione del Gazhane, il sindaco Imamoğlu – che ha ereditato il progetto dall’amministrazione precedente – ha dichiarato che spera che la centrale a gas, dopo aver fornito elettricità a Istanbul per oltre un secolo, possa ora alimentare di energia artistica e culturale la vita della città. Il centro offre un fitto calendario di eventi pubblici e gratuiti, con una programmazione variegata e di qualità. Tra le mostre di apertura, “Verso la Città” (Kente Doğru) di Serkan Taycan offre uno sguardo critico sui processi di urbanizzazione a Istanbul attraverso fotografia, esplorazione urbana e mappature.

La storia recente del Gazhane, dal suo abbandono fino all’attuale rinascita, si è sviluppata nel corso di tre decenni in cui innumerevoli spazi pubblici ed edifici storici in tutta Istanbul sono stati privatizzati, sfigurati o distrutti a causa dello sfrenato sviluppo urbano speculativo. I movimenti cittadini che contestano questa logica di sviluppo sono raramente riusciti a incidere sulle trasformazioni urbane. L’apertura del Müze Gazhane è dunque particolarmente rilevante in quanto esempio di un’efficace mobilitazione di comunità, di conservazione del patrimonio architettonico, e di produzione partecipata di uno spazio pubblico accessibile e fuori dalle logiche di mecato. È uno spazio dove discutere e concretizzare narrazioni alternative sulla città, e un segno di speranza per lo sviluppo urbano di Istanbul più in generale.