Un’intervento urbano silenzioso nel cuore di Lisbona

Nel centro storico di Lisbona, lo studio Domitianus Aquitetura ha completato un intervento di riassesto urbano in un’area adiacente alla Basilica da Estrela, tempio cattolico ed ex convento di monache carmelitane considerato monumento nazionale. L’insieme fu pianificato alla fine del XVIII secolo per ordine della regina Maria I di Braganza in seguito alla nascita di suo figlio, ma la guerra peninsulare e le lotte liberali imposero l’interruzione della costruzione dell’edificio che rimase incompiuto. Seguendo uno stile tardo barocco, il progetto prevedeva una composizione simmetrica: con la sua cupola e le torri a doppio campanile, la basilica doveva includere anche una piazza reale con la statua della Regina, con l’obiettivo di rafforzarne la monumentalità. L’ala nord del convento e la piazza non furono mai costruite, e al suo posto venne realizzato un giardino esotico.

Il progetto dello studio portoghese, realizzato su commissione della Fábrica da Igreja paroquial de Nossa Senhora da Lapa, consiste nella realizzazione di piccole rampe secondarie per creare un accesso privo di barriere architettoniche, la ristrutturazione di alcuni bagni per disabili e di una lunga panchina pubblica. Approfittando dello stato incompiuto dell’edificio, il progetto si accosta matericamente alla basilica, utilizzando blocchi di pietra di Lioz. “Abbiamo deciso di usare la stessa pietra della Basilica per progettare la nuova stereotomia” ci racconta l’architetto responsabile Paulo Tormenta Pinto. “I blocchi di pietra di Lioz ci hanno permesso di creare un’analogia con l’architettura preesistente. Stavamo cercando di disegnare qualcosa senza tempo, ecco perché consideriamo l’intervento come uno ‘spazio silenzioso’”. Gli alberi maestosi Tipuana tipu, già presenti, sono stati integrati nel nuovo progetto suggerendo un colonnato che segue la nuova passeggiata architettonica.

“Siamo sempre molto impegnati nella comprensione del cambiamento storico dei siti” continua Pinto. “La nostra missione come architetti è quella di aggiungere qualcosa a un processo metabolico iniziato molto prima di noi. Questo dialogo con il tempo è fondamentale per la qualità degli interventi”.