Il progetto di un hotel in un contesto urbano deve rispondere a una duplice esigenza: da un lato deve garantire la migliore privacy dei suoi ospiti, schermandoli dalla promiscuità visiva e dai fastidi acustici della città; al tempo stesso, attraverso i suoi spazi collettivi, spesso aperti al pubblico, può ricercare una relazione di continuità spaziale con il suo intorno.
Lo testimonia ad esempio il progetto per Casa Octavia, recentemente completato da Pérez Palacios Arquitectos nel quartiere della Condesa a Città del Messico. In questo caso la stretta facciata su strada si trasforma nella superficie di scambio con la città per tutto il lotto profondo che delimita.
Il piano bidimensionale è progettato precisamente come un filtro, un unico elemento grigliato in legno dal disegno semplificato e astratto, che dialoga con la struttura in calcestruzzo – talvolta è inquadrato da essa, talvolta vi si sovrappone.
Al piano terra le sue trasparenze rivelano la presenza di un open space completamente apribile verso l’esterno, disponibile ad ospitare diversi programmi – una caffetteria, un negozio o un’area di attesa – e collegato direttamente al patio, che si allunga all’interno del lotto. Ai piani superiori, è lo stesso grigliato a ombreggiare e proteggere le camere affacciate su strada, mentre altre stanze si aprono sul giardino interno. Il tetto terrazza completa l’offerta di spazi collettivi a disposizione degli ospiti.
- Progetto:
- Casa Octavia
- Programma:
- hotel
- Luogo:
- Condesa, Città del Messico, Messico
- Architetti:
- Pérez Palacios Arquitectos
- Team di progetto:
- Pablo Pérez Palacios, Miguel Vargas, Jorge Quiroga, Hermann Tamayo
- Superficie:
- 340 mq
- Completamento:
- 2020