Green Pea, il retail park annunciato come manifesto dell'unione tra commercio e filosofia del vivere green, è il capitolo più recente — ma non l'ultimo — nel processo di trasformazione di un’area, quella del Lingotto, che da ormai 40 anni incarna e rappresenta i mutamenti dell'intera città di Torino, pur avendo quasi sempre fatto discorso a sé rispetto ai grandi scenari e disegni metropolitani propri della “nuova Torino” a guida pubblica degli anni post-industriali.
Ad ogni nuovo capitolo della città, un nuovo capitolo del Lingotto: dal leggendario impianto Fiat di Giacomo Mattè Trucco, iconizzato da Le Corbusier, che con la sua chiusura nel 1982 segna il capolinea della Torino company town, ai 20 anni di lavori legati al progetto di Renzo Piano che per primo dà corpo all'idea di fabbrica come “parte della città”; le prime aperture negli anni ‘90 coronate dalla struttura della Bolla, con l’auditorium e il centro fiere; la seconda fase, conclusasi nel 2003, con funzioni commerciali e università, completata dallo Scrigno della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.
Poi, il Lingotto è stato designato come area del Villaggio per le Olimpiadi Invernali del 2006 su masterplan di Benedetto Camerana e, subito dopo, nel 2007, è arrivata Eataly, nelle strutture della adiacente ex Carpano.
Adesso, con la torre della Regione Piemonte di Massimiliano Fuksas in conclusione e ai suoi piedi il Parco della Salute in progetto, mentre altri cambiamenti coinvolgono ancora l’ex stabilimento Fiat, a incarnare nell’area una parte degli spiriti presenti nella città si aggiunge Green Pea, concept che Oscar Farinetti da tempo stava sviluppando e che ha trovato spazio nel nuovo edificio progettato da ACC Naturale Architettura - Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti (Gustavo Ambrosini, Paola Gatti, Carlo Grometto) in continuità col primo edificio di Eataly, già firmato dagli stessi progettisti.
Quindicimila metri quadri tra attività commerciali, educative e di ristorazione, e un rooftop club con spa e piscina a sbalzo, costituiscono il programma di un edificio che vuole essere un manifesto di sostenibilità, in tutti i suoi aspetti, dalla struttura imbullonata in acciaio, tamponata in vetro e pannelli in legno massello, alla seconda pelle in lamelle di legno di abete recuperato dalle foreste della trentina Val di Fiemme e del Bellunese, distrutte dalla tempesta dell’ottobre 2018, al verde attivo, integrato in tutto l'involucro nelle forme di terrazzi, serre, giardini, o del canyon verde centrale che si riconnette agli spazi del contiguo Eataly.
Un edificio che, nelle parole di Carlo Grometto, attraverso queste soluzioni “vuole instaurare un dialogo con la natura e allo stesso tempo portare la città dentro l’area industriale; un edificio che comunica, empatico, che vuole spostare la sostenibilità dal senso del dovere al senso del piacere, sia a livello del manufatto sia a livello degli oggetti che vi sono venduti.”
- Progetto:
- Green Pea
- Luogo:
- Torino
- Anno:
- 2020
- Cliente:
- Eataly Real Estate
- Progetto architettonico:
- ACC Naturale Architettura Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti (Gustavo Ambrosini, Paola Gatti, Carlo Grometto)
- Consulenti:
- Ceas (Progetto strutture e geotecnica); Vigetti e Merlo agronomi (Progetto del verde, con ACC Naturale Architettura Cristiana Catino, Negozio Blu Architetti Associati); Studio Sapi (Progetto impianti); Samep (Progetto Piazza)